37. Hope

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26 Luglio 2019

La sveglia si accende con le notizie sul traffico delle sei del mattino, e vengo brutalmente strappata al mio sogno. Non riesco ad afferrare di cosa si tratta, e vengo subito distratta perché Sam è avvolta intorno a me come un drappo di seta, i capelli in disordine sul mio petto, la mano sul mio seno e la sua gamba su di me, che mi tiene ferma.
Sta ancora dormendo, e io ho caldo. Ma ignoro il disagio, e provo a far scorrere dolcemente le dita tra i suoi capelli, mentre si sveglia. Solleva i luminosi occhi ghiaccio e mi sorride assonnata. "Oddio, è adorabile."

<<Buongiorno.>> dice con la voce ancora impastata dal sonno.

<<Buongiorno a te.>> gli sorrido di rimando. Lei mi bacia, si districa da me, e si solleva sul gomito, guardandomi.

<<Dormito bene?>> chiede

<<Si. E tu? Hai dormito bene?>>

Il suo sorriso si allarga <<Mmh... dormo sempre bene con te, Hope.>> mi bacia di nuovo. <<Ci sono indubbi vantaggi nello svegliarsi accanto a te.>> la sua voce è vellutata e talmente seducente da farmi sciogliere.

<<Non devi alzarti?>> la mia voce è bassa e roca. "Oh... che cosa mi fa..."

<<Non stamattina. C'è solo un posto dove voglio stare in questo momento, Signorina.>> e i suoi occhi luccicano maliziosi.

<<Sam!>> sussulto scioccata. Lei si sporge improvvisamente, tanto da mettersi sopra di me, premendomi contro il letto. Mi afferra le mani, me le tira sopra la testa e inizia a baciarmi la gola.
Sorride, con la bocca sulla mia pelle, diffondendo in me un delizioso formicolio, mentre la sua mano percorre il corpo e comincia a sollevare lentamente la mia camicia da notte. Sono perduta.

A colazione, Silvana prepara pancake e bacon per me, e omelette e bacon per Sam. Siamo sedute vicine, al bancone, in un silenzio rilassato.

<<Quando prenderai dei giorni di ferie per l'estate?>> chiedo. Sam mi guarda e sogghigna.

<<Dipende quando li prendi tu... Sono il capo e posso prenderli quando voglio. Chiederò ad Elisa di controllare gli impegni della Publishing House e fartelo sapere.>>

<<Elisa?>>

<<La mia assistente personale.>>

Ah, sì. <<Una delle tue gatte morte in azienda.>> scherzo io.

<<Gatta morta? Lei non è mia. Lavora per me. Tu sei mia.>>

<<Anche io lavoro per te.>> mormoro.

Lei sorride, come se se ne fosse dimenticata <<È vero.>> il suo sorriso smagliante è contagioso.

<<Come mai sei di buon'umore?>>

<<Nulla.. ah si, sei qui con me.>> è così terribilmente felice rispetto al pessimo umore di ieri sera, quando è tornata da lavoro. Non ho compreso bene le ragioni e non ho voluto neanche indagare più del dovuto.
Silvana posa davanti a me il sacchetto di carta che contiene il mio pranzo.

The Love Maze: Stringimi più forteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora