13. Hope

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Rigiro la card tra le mani, siamo in ascensore e non riesco a non ripensare alle parole di Bruno "...azioni, anche sbagliate, ma ci rendono felici" e se avesse ragione? Se prima degli altri mettessi me, per prima? Chris ha sempre messo me per prima, anche prima del lavoro quando stavo male e ora non posso farle un torto del genere, con la persona che mi ha ridotta in un fantasma, tra l'altro. Le porte dell'ascensore si aprono, mostrando un lungo corridoio con delle porte al lato sinistro; iniziamo a camminare cercando le nostre camere, due porte dopo le troviamo.

<Ecco la mia, la tua è quella dopo> dice Bruno avvicinandosi alla porta, mi avvicino alla mia e inserisco la chiave magnetica. Un'ambiente ampio, arredato magnificamente: poco distante dall'entrata, sulla destra c'è un tavolo in legno grigio scuro con una lampada da lettura sopra, una sedia in ferro laccata in oro è dinanzi al lato libero del tavolo, proseguendo sullo stesso lato, c'è un letto matrimoniale in tessuto beige con due comodini neri lucidi ai lati di esso, due lampade alte posizionate accanto...difronte all'entrata una porta separa la camera dal bagno, raffinato come la camera; la luce che entra dall'enorme vetrata, illumina la stanza e il colore delle pareti bianche, il parquet wengè si abbina alla perfezione con i colori dell'arredamento circostante. Metto la valigia accanto al letto e ammiro il panorama fuori dalla vetrata, ammiro il Ponte Vecchio con le case su di esso, è un panorama bellissimo.

 Metto la valigia accanto al letto e ammiro il panorama fuori dalla vetrata, ammiro il Ponte Vecchio con le case su di esso, è un panorama bellissimo

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<Com'è la tua stanza?> chiede Bruno sorprendendomi

<Ma che ci fai tu qua? Come sei entrato?> chiedo guardandolo confuso

<Abbiamo le camere comunicanti, c'è un corridoio che porta qui> indica la porta accanto alla vetrata <Oh, anche il balcone è comunicante> annuncia, guardo fuori e solo ora noto il balconcino, arredato da un tavolino per la colazione. <Che te ne pare?> chiede

<È bellissimo. Piuttosto, di che cena stava parlando la signorina alla reception?> chiedo ricordandomene

<Il Signor Romano ha invitato il nuovo proprietario della Publishing House qui, devono parlare di affari e concludere la compravendita, così ha indetto questa cena per parlarne. Ci ha invitati, visto che eravamo anche noi qui per le riunioni, ha detto che sarebbe stato giusto visto che siamo capo redattore e capo redattrice marketing.> mi informa

<Non ne sapevo nulla della vendita, perché sta vendendo il Signor Romano?>

<Non è il Signor Romano il proprietario, è solo il direttore esecutivo. Il proprietario, il Signor Molinari, non ha più le disponibilità, così l'ha venduta e da quello che ho sentito ha anche fatto un grande affare, è una corporazione molto grande.> conclude sedendosi sul letto

<A chi è stata venduta?> chiedo seguendolo nei movimenti

<Non lo so, fino a ieri sera non lo sapevo neanche io, è stato fatto tutto segretamente.> sbuffa <Spero sia un bell'imprenditore, almeno mi rifaccio gli occhi, ci sono solo vecchi decrepiti in questa azienda>

The Love Maze: Stringimi più forteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora