14. Hope

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È di fianco a me, col suo bel vestito, il suo sguardo stronzo e il suo sorriso beffardo, la sento osservarmi di sottecchi e la mia pelle brucia sotto il suo sguardo. Avrei così tanto da dire, ma ogni mia parola muore nella mia mente, è da almeno un'ora che parliamo di lavoro e ceniamo, ma io non ho proferito parola... non ci riesco, sono in un mondo diverso dalla Terra, non riesco a pensare ad altro che a Sam. Non vorrei essere così distratta e incapace di focalizzare ciò che accade intorno a me, ma non ci riesco, ogni mio secondo mi ricorda il  sogno dell'aereo, le sue labbra vicinissime e il suo corpo attaccato al mio. "Cazzo"

<Lei è Capo editore, giuso?> chiede Sam a Bruno, accanto a lei.

<Si> risponde Bruno sorridendogli

<Com'è nata la sua passione, quale autore l'ha fatta appassionare?>

<Oh, dalle superiori nutro un grande interesse per Pirandello, amo le sue teorie sull'essere umano.>  risponde Bruno sicuro, se l'avesse chiesto a me probabilmente avrei balbettato l'intera frase

<E lei? Come mai ha scelto di lavorare alla Publishing House?> Sam si volta verso di me e mi guarda con occhi curiosi e quel suo solito sorrisetto, la mia mente vaga in cerca di una risposta ma i suoi occhi mi annebbiano quel poco di cervello e non riesco a formulare un'immediata risposta. "Riprenditi Hope" mi ammonisce la mia coscienza

<Ho studiato Marketing e anche diritto. Credo che cercare e trovare un buon libro, e un buon autore porti conoscenza nel mondo.> rispondo con tono basso.

<Il suo lavoro consiste nel captare l'essenza di un libro, per farlo conoscere agli editori e al pubblico. Lei crede che un libro può essere giudicato dalla copertina?> chiede e sembra più una frecciatina che una domanda vera e propria

<No, credo che un libro con una presentazione pessima possa avere un contenuto meraviglioso; e riguardo l'essenza, ogni libro ha un qualcosa da dare, bisogna solo capire cosa vuole chi legge.> la guardo negli occhi e schiudo le labbra, lei le osserva sognante e per un momento il tempo si ferma, siamo solo noi in quella sala, noi e i nostri sguardi.

<Vi conoscevate già?> chiede il Signor Romano, distraendo entrambe, almeno me.

<No, assolutamente.> risponde Sam distogliendo lentamente lo sguardo dal mio, io abbasso il capo trovando interessanti le mie mani.

<So che siete tornata da poco da una missione.> prosegue il Signor Romano

<Si, infatti fino ad ora la compravendita l'ha seguita mio padre, io ho solo preso il contratto, sfogliandolo un po' per poi venire qui.> quindi lei non sapeva che ci lavorassi io, o forse l'ha saputo dopo.

<Spero che non le abbia arrecato troppo disturbo venire fin qui.> dice scusandosi il Signor Romano

<Assolutamente. Ero a Milano per altri affari, non mi è dispiaciuto molto fermarmi qui.> sorride

<Scusatemi, ma io sarei stanca, con il vostro permesso mi ritiro in camera.> annuncia Stefania

<Prego, vada pure, il viaggio deve essere stato estenuante.> dice Sam alzandosi cordialmente, così io e Bruno la seguiamo a ruota e ci alziamo.

<Mi ha fatto piacere conoscerla, spero di poter fare un'altra cena prima di ripartire.> propone la Moglie

<Sarebbe un piacere.> Sam si inchina e le dona un bacia mano, perché deve essere così maledettamente raffinata.

<Ne approfittiamo anche io e Hope, con il vostro permesso> "Grazie Bruno" Sam guarda Bruno fredda per poi stringere la mano in un pugno.

<Certo.> dice scocciata, e si volta verso di me per salutarmi nei suoi modi cordiali ed eleganti, mi guarda intensamente e per due secondi non credo di potercela fare a sopportarla, le gambe si fanno mollicce e la bocca secca mi fa bramare quelle labbra sulle mie, invece che sul dorso della mano.

The Love Maze: Stringimi più forteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora