27 Aprile 2019
Mi svegliai piano, abituandomi alla luce che trapelava dalla finestra della stanza, mi tirai su a sedere prendendo la sveglia tra le mani guardando l'ora, da poco era sorta l'alba; mi alzai dal letto avvicinandomi alla finestra, era da una settimana che mi svegliai dal coma e in quella settimana non riuscì a rimanere ferma nel letto, guardai il panorama fuori dalla finestra e feci un grosso respiro. Qualcuno bussò dietro la porta, sapendo chi fosse gli diedi il permesso di entrare.
<<Come si sente?>> mi chiese il dottore
<<Bene, sollevata.>> dissi avvicinandomi a lui
<<Ne sono contento, anche se non è stata ferma per due minuti, la sua ripresa non ha dato intoppi, anzi, quindi si merita di uscire da qui e di tornare alla sua vita.>> mi disse sorridendo
<<Grazie dottore e ringrazi anche le infermiere.>> gli sorrisi e mi sedetti sul letto
<<Lo farò, non si preoccupi. Stiamo aspettando gli ultimissimi esami e dopo di che potrà uscire, tra un po l'infermiera le porterà la sua divisa.>> uscì dalla camera e mi rivolse un'ultimo sguardo
<<Grazie mille.>> ricambiai il suo sguardo
Non vedevo l'ora di tornare alla mia vita, non so cosa avrei fatto ma sicuramente la mia guarigione è stata molto prematura, considerando i tre mesi di coma, sicuramente sarei andata alla base e li avrei deciso cosa fare. Feci colazione con il solito tè caldo e le fette biscottate fino a quando bussarono alla mia porta, gli permisi di entrare, rivelando la figura esile dell'infermiera.
<<Buongiorno, ho portato la divisa.>> indicò ciò che aveva tra le mani e me la porse.
<<Grazie, Silvana. Ha fatto colazione?>> le chiesi prendendo la divisa
<<Oh, grazie, ho preso caffè.>> rifiutò gentilmente e mi sorrise.
Nella settimana che fui in ospedale Silvana mi parlò molto di lei e della sua vita; era davvero una santa donna, sulla quarantina d'anni ed era sola a questo mondo, il marito era un Militare come me e morì in spedizione in Afganistan nello stesso periodo che ci andai io, dopo il decesso iniziò a prestare aiuto alle vittime della guerra e divenne un'infermiera volontaria in questo ospedale.
<<Silvana, non avete nessun altro qui? Parenti, amici.>> le chiesi d'improvviso
<<Mh, no. Io non sono di qua, vengo da Russia, ma sono cresciuta qui con mio padre.>> mi sorrise prendendo il vassoio della mia colazione
<<Le piacerebbe venire con me in Italia?>> le chiesi alzandomi dal letto e guardarla negli occhi
<<Signorina, io non... so nulla di la, non ho lavoro. Qui mi piace, aiuto tanta gente.>> ricambiò il mio sguardo
<<Lo so che aiuta tanta gente, ma le sto proponendo di venire in casa mia per aiutarmi con le faccende domestiche, avrebbe vitto e alloggio e stareste con me.>>
<<Oh, Signorina io non...>>
<<Non mi deve rispondere subito, è una scelta difficile lo capisco, le lascerò il mo numero.>> dissi prendendo la penna e il tovagliolo sul vassoio e gli scrissi il mio numero su di esso. <<Ecco a lei, se vuole cambiare la sua vita e staccare la spina, sa cosa fare.>>
<<Grazie, vado dal dottore.>> mi disse prendendo il tovagliolino mettendolo in tasca e uscì dalla stanza.
Mi diressi nel bagno e feci una doccia, i bagli dell'ospedale non erano i migliori ma dopo aver passato mesi in guerra, con la possibilità di fare solo il bidè e lavarsi la faccia, anche lavarsi in un lago sarebbe stato fantastico; rimasi almeno quindici minuti sotto il getto dell'acqua, quando finalmente uscì e mi diressi nella mia stanza. Presi la divisa sul letto, guardai la giacca per qualche secondo prima di poterla riporre aperta sul letto, mi tolsi la maglia del pigiama e misi la maglietta verde a mezze maniche, misi il pantalone della divisa e gli scarponi, andai verso lo specchio e il riflesso che vidi all'interno riconobbi essere io, finalmente. Nella settimana passata li cercai di non guardarmi spesso allo specchio per paura, forse, di quello che fossi diventata, non mi era mai piaciuto mostrarmi debole...ma con la divisa mi sentivo me stessa, sentivo che tutto stesse tornando al suo posto. Presi la giacca e la misi, mi riguardai allo specchio e sospirai pesantemente; stavo per tornare alla mia vita, alle mie abitudini, avrebbe dovuto rendermi contenta tutto ciò, ma in realtà era come un grosso macigno, mi tornarono in mete le parole di Oliviero mentre ero in coma "...Nessuna promessa è stata infranta...il tempo passa e tu sei ancora qui! Corri da loro"
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The Love Maze: Stringimi più forte
RomanceDopo essere rimasta sola, Hope decide di riprendere le redini della propria vita e tentare di dimenticare Sam. Nonostante si sia resa conto di provare sentimenti profondi per lei, la ragazza ha compreso che Sam non è in grado di lasciarsi amare da n...