4. Rosellina

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Primo giorno...

Carlotta

<< Resto dell'idea che dovresti farti controllare la caviglia dal medico, Lotty>>, mi ripete per l'ennesima volta Lilya.

Non posso credere che stia succedendo davvero.

Speravo che con l'assenza della mia famiglia, finalmente avrei avuto la possibilità di vivermi un pò di libertà e invece ecco che ci si mette lei a stressarmi, manco fossi una stupida, bisognosa di attenzione.

<<Ti ho già detto che va tutto bene. È solo un po' dolorante ma passerà.>>

<<È già trascorsa una notte intera e stamattina stai peggio di ieri.>>

Sbuffo.

Neanche le rispondo.

Prendo una rosa rossa dal vaso di cristallo, piazzato su uno dei tavoli, ne recido il gambo e la sistemo dietro l'orecchio, tra i capelli.

Ne ho abbastanza. Non sono una bambina. Deciderò io, se e quando, sarà abbastanza insopportabile da farla vedere al dottore, no?

Odio tutte queste premure, manco fossi la regina Elisabetta. Sono perennemente tutti così apprensivi e prudenti con me che a volte mi verrebbe voglia di urlare e mandarli tutti a quel paese.

Per una volta, voglio essere come gli altri. Non voglio alcun trattamento speciale.

E, quando finalmente ho la possibilità di vivermi un'avventura senza genitori o tate, ecco che chiedono a Lilya di farmi da babysitter.

"Che noia!"

Non che me l'abbia detto, ma sono certa che la mamma non le abbia raccomandato altro.

Non sono un dannato souvenir di cristallo, o una pietra preziosa da custodire in una teca. Sono un essere umano.

E, sia chiaro, non sono capricci i miei, ma voglia di libertà. Di indipendenza.

Non voglio essere trattata con riguardo da nessuno, nemmeno da lei. Adoro Lily, ma a volte ho come l'impressione che si trattenga in mia presenza. Come se avesse paura di far uscire la scaricatrice di porto che giace assopita dentro di lei. Solo quando ci troviamo in gruppo, con suo fratello e tutta la band, dà il peggio di sé. Ma vorrei che lo facesse sempre. Io le voglio bene per ciò che, non per altro.

Mi scruta. Attende una mia risposta, che non arriverà. Perciò, rotea gli occhi e sbuffa: <<Ok, fai come vuoi>>, si arrende alla fine.

Giriamo in lungo e in largo, stuzzicando un po' della bontà esposta al buffet, e, godendo della bellissima vista di rose piazzate un pò ovunque: dai vasi in vetro intagliato, sui tavoli; a quelli in ceramica sparsi sull'erba e posti per abbellire l'ambiente, o come direbbe Lilya per dare un tocco chic e colorato al prato verde, e all'avorio pallido di tovaglie e gazebo.

Non appena arriviamo alla frutta, Lilya fa una delle sue solite battutine.

Oggi sotto il suo giudizio ci sono tutte le persone che ieri sera, per cena, ci hanno dato dentro come i concorrenti dell'isola dei famosi davanti a un piatto di spaghetti. Sembrava non mangiassero da secoli e oggi faticano anche a camminare.

10 Giorni per farla innamorareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora