5. "Non è come la immaginavo"

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Primo giorno...

Andrea

<< Voglio davvero stare con te, ma non mi va che lei rimanga sola.>>
Sembra sincera quando lo dice.

È ancora titubante, però allo stesso tempo pare abbia voglia di capire fino a che punto voglia spingermi con lei.

E in effetti, nemmeno io lo so. Credevo di avere a che fare con un altro tipo di persona. Altezzosa, viziata. Semplicemente diversa da quella che mi trovo davanti.

Questo fatto mi coglie totalmente alla sprovvista. Mi ero preparato ad affrontare una donna incontentabile e capricciosa e invece, lei sembra così... indifesa.

Ingenua e imbranata.
... incredibilmente imbranata.

Mi disorienta.

<<A questo possiamo rimediare>>, rispondo, abbozzando un sorriso e inizio a guardarmi intorno.

Devo dire che l'accordo fatto con Claudio, adesso più che mai, potrebbe davvero rivelarsi molto utile.

Devo farmi un'idea di che tipo è la verginella. E lui sicuramente potrà fornire risposte a tutte le mie domande.

E parlando del diavolo...

<<Oh, eccolo là.>>
Muovo un passo intento a raggiungere il mio amico.

La calca in mezzo agli stand si sta intensificando e, senza nemmeno accorgermene, mi ritrovo a cercare un contatto per non perderla. Non capisco completamente il motivo che mi porta a essere così protettivo. Non è da me, anzi... di solito me ne sbatto altamente di chi mi sta accanto.
Eppure pare che il mio corpo agisca d'impulso e voglia tenerla stretta a sé.

"Ma che cazzo, Andrea, svegliati!"

Noto la confusione nel suo sguardo, e non solo quella. Le guance si sono dipinte di rosso e i movimenti sono rigidi. Probabilmente anche lei si sta sentendo a disagio.

Mi schiarisco la gola, senza farglielo notare, risvegliandomi da questo stato di rincoglionimento vegetativo e cerco di alleggerire l'aria pesante ed incredibilmente elettrica che si è creata tra noi: << Andiamo da Claudio. Lilya lo conosce e lui non avrà di certo problemi a tenerle compagnia per tutto il tempo>>, riesco a dire anche se con fiato corto. Mi maledico mentalmente, ma lei, per fortuna sembra non accorgersene.

"Dio, ti ringrazio per la sua ottusaggine."

Mentre tento di ritrovare il figlio di buttana che è in me, intensifico la stretta e, senza rendermene conto, mi trovo già davanti a Claudio.

<< Ehi, amico>>, lo riporto sull'attenti.

Quell'espressione di sgomento, mi fa capire chiaramente che non immaginava che sarei riuscito ad avvicinarla così in fretta.

"Beh, tu sarai pure un genio con i numeri ma per queste cose non esistono equazioni o formule che puoi usare. Bisogna averlo nel sangue."

Gli sfoggio un sorriso vittorioso e continuo: << Vorrei portare Carlotta a fare una passeggiata ma lei è restia a lasciare la sua amica tutta sola. Potresti farle compagnia tu?>> mi volto verso Carlotta, ancora visibilmente imbarazzata: << È allo stand dei dolci alla ricotta, no?>>

10 Giorni per farla innamorareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora