19. "Tu davvero, potresti essere la persona giusta." 🔥

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Sesto giorno...

Carlotta

Sono esattamente le undici di sera quando rientriamo in villa. Il mio aspetto, così disordinato e arrossato, richiama un bisogno non del tutto soddisfatto e tra le gambe, un desiderio ancora non appagato, mi porta a temporeggiare. Non voglio lasciare che mi scarichi in camera mia come un pacco merci. Lo voglio dentro di me; voglio che mi chiami mentre dà libero sfogo a questa irrazionale voglia che ci attanaglia.

Ma lui pare non abbia proprio la mia stessa intenzione, dal momento che, in un silenzio pesante e imbarazzante, mi sta conducendo nella mia stanza.

"Resterà."
Ho i miei dubbi.

"Vorrei sapere cosa gli frulla in quella mente così enigmatica."

Arriviamo davanti l'uscio del mio vano. Andrea muove un ulteriore passo in avanti, spostandosi sulla parete che abbraccia la porta e appoggiandosi a essa con la spalla, incrociando le braccia al petto: << Carlotta, quello che è successo fuori, stasera, non accadrà più, almeno fino a quando non deciderai di essere mia>>, espone con una sincerità spiazzante, che trabocca in quel suo sguardo contornato da tonalità fredde ma, al contempo, carico d'ardore; un mix che va in totale combutta con le parole appena pronunciate.

<<Sicuro che non vuoi ripensarci?>> Gli chiedo sfoggiando un finto sorriso innocente che cela bramosia da ogni direzione.

Il suo petto si muove su e giù pesantemente, mentre riflette a ciò che ho appena detto, e so che in questo momento sta esercitando una notevole fatica nel dovermi rifiutare di nuovo.

<<Quando prenderai una decisione, saprai dove trovarmi>>, si congeda, alla fine, raddrizzandosi e sfoggiando un'espressione furba e provocante.

"Sa che stai morendo dalla voglia."
E chi non lo saprebbe. Guarda in che stato mi trovo.

Infine, si avvicina, così tanto da sentire l'odore del suo bagnoschiuma e le sue labbra mi accarezzano l'orecchio: << Buonanotte, Rosellina. Sognami>>, dice alla fine, regalandomi un delicato bacio sulla guancia, prima di sparire.

Lo osservo andare via lungo il corridoio. Quelle spalle larghe che si flettono, oltre la camicia bianca, ad ogni passo che muove, mi ammaliano.

"Ti mandano in tilt il cervello."

E le sue gambe così slanciate... da paura!

"Per non parlare di quel culetto tondeggiante. Lo strizzeresti, vero?"

Non usare il congiuntivo. Lo strizzerò.

Mentre mi crucio con Dory, non mi accorgo di star farneticando, appoggiata con la schiena sull'uscio e con una cioccia di capelli intrecciata tra le dita.

Devo smetterla di sognare a occhi aperti.

Diamoci un contegno, caspita!
"Parla per te, se ti vede qualcuno, la figuraccia non la faccio mica io."

Chiudo gli occhi, sospirando rumorosamente e rilassando le spalle.

È meglio che entri in camera e che mi metta a dormire. Domani Hoang ci allieterà con un altro dei suoi ludi e mi ha già anticipato che si tratterà di una sfida tra uomini e donne.

10 Giorni per farla innamorareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora