29: "Ti amo"

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Settimo giorno... sera

Carlotta

<<Ti amo, Andrea.>>

Esce fuori così, in un accennato sussurro. Come se il cuore non fosse più in grado di tenerselo dentro. Per sé.

E, come se fosse dotato di autonomia propria, il mio corpo scatta in avanti e si solleva dal letto per andare a ripeterlo al diretto interessato.

Che diamine mi succede?

Andrea si è allontanato da me per riflettere. Per avere più spazio. Probabilmente anche lui, come me, è confuso da tutto. Anche lui, come me, ha bisogno di metabolizzare.

Ma allora perchè voglio che conosca i miei sentimenti?

Cosa sto facendo?
"La cosa giusta. Gli stai andando a dire quelle famose paroline."
Davvero riuscirò a farlo?

Il cuore rischia di esplodermi nel petto a ogni passo che muovo verso quella porta e, non appena tocco la maniglia, un brivido di paura mi trafigge corpo e anima.
Serro gli occhi e inspiro profondamente: <<Su, Carlotta, puoi farcela>>, mi dico ed entro.

La stanza è stracolma di vapore mentre Andrea, ignaro della mia presenza, finisce di insaponarsi i capelli e si pone sotto il getto d'acqua per sciacquarli.
Cammino come un automa, non ancora del tutto cosciente di ciò che sto per fare.
Prendo un ultimo, grosso respiro, drizzo le spalle rigide come il ferro e busso sul vetro del box.

Non appena mi vede, chiude l'acqua e, senza chiedere il motivo della mia improvvisata, spalanca il portello per accogliermi. Non dice assolutamente nulla. Resta immobile a fissarmi, aspettando probabilmente che sia io stessa a dirgli il motivo che mi ha portata lì.

Attimi di silenzio assordante, mescolati al suo sguardo intenso, minacciano di far vacillare la mia determinazione ma ne ho bisogno. Bisogno che lui sappia, bisogno di liberare il mio cuore da questo segreto che non so se accoglierà di buon grado.

Ci fissiamo per un lungo istante. Il vapore caldo aiuta a scaldare i miei muscoli tesi e lo scrosciare dell'acqua, nuovamente aperta, mi aiuta calmare i nervi.

Così, in un impeto di puro coraggio, lo bisbiglio: << Ti amo, Andrea.>>

Sgrana gli occhi confuso o, peggio, terrorizzato da ciò che ho appena detto ma quello che più mi spaventa è il suo silenzio. Tanto imbarazzante quando dolorosamente eloquente.

Non parla.
Non fa nulla... neanche un sorriso.
Se ne sta lì, fermo, immobile come una statua di cera, a fissarmi inorridito.

Lo sapevo. Conoscevo già la risposta. Ma il mio cuore sperava fino alla fine in un cambio di rotta. In un lieto fine. E invece eccolo, dolente e ridotto in frantumi. E la colpa non può essere che solo e unicamente mia. Perchè Andrea è stato chiaro sulla faccenda. Sin dal principio.

L'amore non esiste.

Non me lo avrebbe mai dato. Non si sarebbe mai lasciato andare.

Perciò, cosa credevo che facesse?
Che ricambiasse le mie parole? Che mi amasse?

Che stupida che sono!

I nostri sguardi restano incollati ma mi sento sprofondare dentro. Come un vortice marino che inghiottisce tutto ciò che incontra.
Come un buco nero che mi sta divorando sin nelle viscere.

10 Giorni per farla innamorareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora