28. Questione di fiducia

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Settimo giorno... sera

Carlotta

<<Andrea, io...>> vengo interrotta dal suo pollice che preme proprio sulle mie labbra.

<<Shh... non ora, Rosellina. Ti prego.>>
Socchiude gli occhi e sospira, come se sentisse il forte bisogno di confessare qualcosa di estremamente importante.

<< Stasera è stato fantastico. Non credevo fossi tanto audace. Mi hai spiazzato, di nuovo...>>, dice, accarezzando le mie labbra col suo dito.

Il suo sguardo scende su esse: << ... mi piacciono i nostri giochi, le scommesse, il nostro modo di provocarci. Mi piace tutto quanto, ma quando tutto questo finisce...>> I suoi occhi tornano di nuovo sui miei: <<... rivoglio la mia piccola rosa...>>

Le sue mani scendono sul mio collo. Le dita accerchiano le orecchie: << ... quella testarda, dannatamente imbranata, dolce e sincera rosa. Voglio fidarmi di te. Voglio parlarti. Baciarti>> alita sulla mia bocca prima di depositarle un dolce bacio, così delicato da sentirlo a malapena ma, allo stesso tempo , talmente potente da farmi sentire in paradiso; al sicuro tra le sue braccia.

"Lui ti ha sempre fatta sentire importante e al sicuro."

<<Anch'io voglio fidarmi di te>>, sussurro mentre mi bacia sulla fronte e mi aiuta a rialzarmi.

Ci rannicchiamo nel suo letto.

Apollo ha lasciato l'atmosfera in sella al suo carro - già da un bel pezzo - portando con sé l'astro più splendente dell'intero universo. Le tenebre hanno fatto il loro ingresso, costeggiate da tanti piccoli astri luminescenti che fiancheggiano una luna calante, fin troppo fioca per portare la sua luce a tutto l'intero paesaggio.

Mi perdo nell'osservare gli innumerevoli grovigli e forme che ogni gruppo di stelle è avvezzo a mostrare ma, sebbene lo sguardo sia puntato su di esse, i pensieri vagano altrove.

Sono irresistibilmente persa per l'adone che mi sta accanto. E voglio dirglielo, al diavolo tutto.
Ma, nonostante i miei buoni propositi, non credo che in questo momento mi presterebbe ascolto perché fisicamente è qui ma non mentalmente.
È diventato improvvisamente serio e distante - perso nei suoi dubbi - e non posso far a meno di pensare che la causa di tutto sia proprio quella parola tanto scottante quanto troppo complicata per lui: la fiducia.

Ha le braccia incrociate dietro la testa e il petto nudo, coperto solo dal tessuto sottile delle lenzuola.

Vuole fidarsi di me e, cavolo, so che ci sta provando davvero. Che ce la sta mettendo tutta per abbattere quella barriera d'acciaio che gli imprigiona il cuore.
Lo percepisco dal modo in cui mi guarda, da come mi parla e dalla reazione che ha il suo corpo quando è vicino al mio.

Voglio davvero amare quest'uomo. Voglio lasciarmi andare e confessargli tutto.
Ma, in questo momento, dubito che mi presterebbe la giusta attenzione.
Sembra lontano anni luce e preoccupato per qualcosa a me del tutto sconosciuta.

Vorrei poterlo aiutare ma non voglio opprimerlo. Non è ancora pronto ad aprirsi con me e accetto i suoi tempi. Voglio che si fidi e non che fugga a gambe levate.

Perciò, portando avanti questa linea di pensiero, lo lascio in balia dei suoi pensieri e mi volto, con la faccia rivolta verso il soffitto e chiudo gli occhi.
<<Sai...>>
Riapro gli occhi di scatto.

10 Giorni per farla innamorareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora