26. "Imparerai a fidarti di me."

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Settimo giorno... pomeriggio

Carlotta

Oh, Andrea... Come fai a non capire cosa provo per te?!

Continuo a rimuginare sulla frase che gli ho detto, solo pochi attimi fa, in un momento di puro impeto. È stata forte, lo so.
Ma non riesco a pentirmene. È giusto che sappia quanto è importante per me. E, soprattutto, voglio che capisca che non me ne andrò né da Filippo né da nessun altro uomo che non sia lui.

Le sue insicurezze sono talmente tante da dubitare di tutto e tutti. E non posso far a meno di pensare che l'artefice di ogni cosa sia suo padre.

Mentre ci dirigiamo verso il giardino, lo guardo di sottecchi, riflettendo a quanta sofferenza e solitudine abbia dovuto subire per anni.

Se non avessi assistito di persona, mi sarebbe risultato estremamente difficile credere che un padre possa essere tanto crudele con il figlio.

E, come se anche lui avesse udito l'eco dei miei pensieri, ecco che mi prende per mano, avvicinandomi a sé e mi posa un leggero bacio sulla testa: << Mi dispiace per la sfuriata di poco fa, Rosellina. Avrei dovuto lasciarti parlare>>, dice con tono calmo e pieno di rimorso.

<<Non importa. Non è colpa tua...>>, rispondo sollevando il viso per guardarlo negli occhi: << ... imparerai a fidarti di me, piano piano>>, dico con tutta la sincerità che possiedo, ma quello che leggo in quello sguardo dispiaciuto, è scetticismo: << Fidarmi non è mai stato facile per me, Rosellina. Molte persone, inclusa la mia famiglia, mi hanno sempre deluso.>>

Avevo ragione. Tutte le fragilità radicate nel suo cuore hanno un unico denominatore: suo padre.

Ma io non voglio mollare. Voglio essere una certezza per quel suo animo pieno di crepe: << Ti prometto che farò di tutto per non deluderti. E tu promettimi che sarai sempre sincero e che mi dirai tutto ciò che ti turba. Troveremo sempre una soluzione, a qualunque problema, ma dovremo farlo insieme.>>

Lo vedo riflettere su qualcosa ma prima ancora che possa chiedergli cosa sia, mi anticipa.

Si porta la mia mano sulla bocca e ne bacia le nocche: << Ti conosco soltanto da qualche giorno eppure ho come la sensazione di potermi fidare di te come non mi sono mai fidato di nessun altro in vita mia.>>

Le sue parole toccano le corde del mio cuore, portandolo a battere più forte. Mi circonda la vita, attirandomi di nuovo a sé: << Vorrei raccontarti tutto di me, del mio passato, di mio padre... e un giorno lo farò ma non adesso.>>
<<Perché no?>>

Si lascia sfuggire un sorriso che, però, non raggiunge gli occhi: << Perché abbiamo altro a cui pensare.>> Infine posa il suo sguardo nel mio.
I suoi occhi risplendono di una sincerità così spiazzante da farmi lasciarmi senza parole: << Non so cosa tu mi abbia fatto, ma sento davvero il bisogno di fidarmi di te, Rosellina.>>

Nella sua voce, riconosco il desiderio che ha di aprirsi con me e di farmi sapere tutto, ma, per qualche strano motivo - a me del tutto sconosciuto - alla fine, tace.

Il silenzio soccombe di nuovo su di noi, portandomi a capire che non è ancora pronto per muovere un tale passo e a mettersi totalmentea nudo. E, d'altro canto, io non voglio opprimerlo. Imparerà a fidarsi di me. Imparerà a lasciarsi andare e a vivere tutti i sentimenti che si è negato fino a oggi per evitare il dolore.

10 Giorni per farla innamorareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora