12. Ernesto

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Quarto giorno...

Andrea

"Questa ragazzina mi farà impazzire", penso scostandole una ciocca caduta in fronte.

Ieri sera si è ostinata a rimanere in camera mia, anche se ero stato categoricamente chiaro sul fatto che non l'avrei toccata nemmeno con un dito. Ma questo non l'ha ugualmente fermata. Anzi, giurerei di aver visto un accenno di stima in quel suo sguardo tenebroso come la notte.

Come se avesse letto il mio rifiuto simile a una sorta di rispetto nei suoi confronti.

Ma la realtà è ben diversa. Non ci penserei due volte a entrare nelle sue mutande se la situazione fosse diversa. Se non sapessi cosa le sto facendo. E non c'entra nulla l'argomento "inesperienza" che ha toccato ieri.
È vero, l'ho usato come espediente per non rivelarle il vero motivo del mio continuo rifiuto ma non è assolutamente per questo che freno i miei bollori.
La verità è che, col macigno che pesa sulle mie spalle, non voglio complicare le cose più del dovuto.

Le sto mentendo spudoratamente. Sto gettando le basi per instaurare una relazione seria - cuori e fiori - quando, invece, l'obiettivo finale è ben più subdolo.

Se all'inizio pensavo che questo piano potesse funzionare, adesso mi convinco sempre di più che uno dei due, se non entrambi, ne usciremo distrutti.

Come posso continuare a mentire a questa piccola rosa, così dannatamente stupenda?

Sarò un bastardo di prima categoria ma questi giochi di ruolo disonesti non fanno per me. Sono tipici di mio padre. Non miei.

Non mi appartiene tutta la cattiveria che sto muovendo nei suoi confronti. E adesso, che sto imparando a conoscerla - a conoscerla veramente - i sensi di colpa mi stanno logorando fin nelle viscere.

Stanotte abbiamo dormito insieme ma, tranne che per qualche sguardo di troppo, sono riuscito a tenere a freno le mani.

Esercito una notevole forza di controllo ogni volta che mi guarda con quegli occhi da cerbiatta e sfoggia il suo sorriso mozzafiato.

E adesso, mentre dorme, sembra anche più bella. Un vero e proprio angelo.

So che ci siamo appena conosciuti, ma se potessi restare così, per sempre con lei, lo farei.

Accanto a lei, con il suono del suo respiro, del suo cuore che batte, mi sento a casa.
Come non lo sono mai stato. E questa sensazione mi spaventa.

Mi avvicino, tanto quanto basta per sfiorare il suo naso con il mio e abbasso lo sguardo sulle sue labbra: <<Se fossi un uomo migliore, Rosellina, saprei amarti come meriti...>>, ci soffio sopra e, subito dopo, il tintinnio, delle notifiche sul mio telefono, mi riporta sull'attenti.

Mi sollevo dal letto, facendo attenzione a non svegliarla e vado a vedere chi mi ha cercato.

Non appena leggo il mittente del messaggio, il sangue mi si raggela nelle vene.

Merda.

Ci sono diverse chiamate, tutte dello stesso numero e un messaggio che, sebbene breve e imperativo, riesce a mettermi in stato d'allerta.

10 Giorni per farla innamorareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora