Cap.26 Dobby

70 5 0
                                    

Intravidi tra i cespugli una strana figura:era bassa, con due orecchie a punta ed un colorito rossastro. Sembrava uno spauracchio vivente. Indossava per coprirsi, un panno sporco che era anche molto rovinato. Senza esitare, nonostante lo spavento emisi delle parole piene di paura e curiosità:"Chi sei?" e la strana creatura mi rispose:"Cosa vuol dire chi sono? Non lo so nemmeno io! Sono un elfo, basta questo" così replicai :"Non hai un nome?" e lui mi disse:"Non ho mai avuto un nome,nemmeno i miei fratelli che non vedo da una vita, solo mio padre lo aveva. Si chiamava Dobby!" così, non sapendo cosa rispondere conclusi:"Beh, allora anche tu ti chiamerai Dobby, del resto è un nome carino! Ora scusami ma devo andare" e mentre mi girai per andarmene, con un fare rattristito, quella povera creatura si legò alle mie gambe supplicandomi di non lasciarlo da solo. Dopotutto era solo e non aveva nessuno. Così decisi di portarlo con me nella tenda e gli ordinai di nascondersi durante il giorno per non farsi vedere da nessuno(solo la notte infatti sarebbe potuto uscire dal nascondiglio ma senza fare rumore). Durante la notte feci un sogno strano:mi trovavo all'interno di una galera in mezzo a maghi ladruncoli e assassini solo perché mi avevano scoperto quel pomeriggio. Tutto ciò infatti oltre a spaventarmi mi aiutò a capire che da ora in poi non avrei più dovuto farmi vedere senza la polisucco e che quindi se fosse finita, sarei dovuta tornare ad Hogwarts per riprenderne una scorta. Tutti questi pensieri però svanirono quando senti un respiro pesante davanti a me. Apri gli occhi. Trovai Dobby sopra il letto che mi stava fissando in maniera strana quasi curioso di quello che stavo pensando.Non esitò un secondo e disse:"quindi quando tutto questo sarà finito che fine farò?" ci pensai su. Poi mi venne un'idea:"La mia famiglia ha bisogno di un elfo domestico se ti va!" e subito vidi i suoi occhi riempirsi di gioia ed iniziò a saltare a destra e a sinistra facendo cadere la candela che si trovava nel mio comodino.Erano le 6 del mattino. Non volendo, riuscì a svegliare i miei vicini che si diressero verso la mia tenda e per controllare e subito quella notte rilassante diventò una notte ansiosa.

amore purosangue Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora