Cap.23 Il Calice Di Fuoco

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La mattina seguente il sole era già in alto:si sentiva un vento fresco che soffiava e ondulava i ciuffi di erba presenti nel bosco. Tutta la scuola si radunò nell'atrio per accoglierci.Erano tutti spaventati dalle nostre grosse forme come se per loro fossimo giganti. Al nostro arrivo il preside fece un discorso di benvenuto in cui non citò mai la nostra differenza fisica ma parlò solo di ugualianza.In effetti, interiormente, eravamo tutti uguali. Dopo ciò, un gruppo di elfi allestì il calice di fuoco, calice in grado di scegliere i partecipanti al torneo. Ognuno mise un bigliettino per votare un partecipante ma io, ovviamente, non potei farlo perchè non avevo l'eta consentita. Mi sarebbe piaciuto molto però votare mia sorella. Tutti allora presero carta e penna ed iniziarono a scrivere come matti:vedevo mia sorella in disparte, con la sua unica amica, che cercava di autovotarsi ma non fece in tempo perchè d'improvviso un ragazzo di nome Baltus andò da lei e gli disse:"Ehi, sfigata, cerchi davvero di autovotarti? Lo sai che non ti prenderanno mai, vero?!" E lì, come una stupida rimasi a guardare,non potevo fare altro. Mia sorella però non si fece calpestare i piedi e mise il suo foglio nel calice. Sinceramente, avrei voluto aiutarla, ma con il fatto che Dromeda e Alecto non erano amiche, feci l'indifferente.
Poi arrivò Amigus e senza esitare mi disse:"Sai, credo che dovresti partecipare alla gara! Del resto anche tu hai un carattere determinato!" Così, anche se in realtà non avevo l'età, provai a mettere nel calice un biglietto col mio nome. Tutto all'inizio sembrò funzionare ma quell'azione, si rivelò una delle catastrofi più grandi della mia vita. Il calice, dopo un po', sembrò rimettere il biglietto e io sentivo già che sarei stata scoperta... Poi, mentre tutto sembrava ormai perduto, il bigliettino rientrò e l'ansia finì.

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