𝔠𝔞𝔭𝔦𝔱𝔬𝔩𝔬 𝔮𝔲𝔞𝔯𝔞𝔫𝔱𝔬𝔱𝔱𝔬

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Eleonor's pov
Da quell'incarico è passata una settimana.
Mio padre non mi ha dato altro, non so se sia una cosa positiva o negativa.

Le sensazioni si stanno spegnendo piano piano, io mi sto spegnendo.
Questa volta non è una finzione.
Quando impari a vivere con la consapevolezza che le cose non miglioreranno, ti senti più leggera.
Se capisci che niente cambierà, tutto quello di cui ti importa, non lo farà più; tutto quello che senti, non lo sentirai più.
Lasci i sentimenti scorrere via come l'acqua.
Perché i sentimenti sono questo, una grande cascata in grado di travolgerti se non fai attenzione e io mi sono lasciata travolgere fin troppo.

Il mio unico problema è che prima o poi dovrò tornare a Hogwarts.
Dovrò rivedere tutti.
Dovrò rivedere lui.

Come potrò guardarli in faccia?
Come potranno guardarmi in faccia?
Come potranno guardare quello che sono diventata?
Per questo è giusto che mi odino, sono marcia dentro.
Non devono stare con me o appassiranno anche loro.
Per questo è importante che io impari a non sentire più nulla.

Non sono più arrivate lettere da quella volta oppure, se ne sono arrivate delle altre, non le ho lette.
In casa devono aver capito che non voglio avere notizie di nessuno, non posso averne o piangerei ancora.

Come da ormai due settimane, mi alzo, mi preparo e scendo nei sotterranei.

Non vado nemmeno più a fare colazione, inutile prendere in giro me stessa, tanto non mangio comunque.
Il mio metabolismo si è abituato alla mia nuova alimentazione, seppur sbagliata.
Racimolo il minimo indispensabile di energia per la giornata, mangio il necessario per rimanere in vita.

Mio padre è già lì ad aspettarmi, austero con le braccia dietro la schiena.
Sta aspettando solo di torturarmi ancora, provocarmi cicatrici su cicatrici.
Incidere nella mia pelle nuovi segni così che io mi ricordi sempre degli addestramenti, così che ricordi sempre i miei sforzi.

"Buongiorno padre."

"Eleonor mettiti davanti a me.
Ricorda di svuotare la mente, trattieni le urla, liberati dei sentimenti e riuscirai nel tuo intento."

Annusico.
Mi concentro sul vuoto assoluto.
Il vuoto che per tanto tempo ho desiderato e che ora posso finalmente raggiungere.
Sono stanca di piangere, di stare male.

Una normale ragazza si dispiacerebbe quando suo padre non le da nemmeno il buongiorno ma non io, io non sono una normale ragazza e ho la consapevolezza che se ci rimango male le cose non cambieranno.

"Crucio."
Dice.

Istintivamente chiudo gli occhi, aspettandomi il peggio ma non succede nulla.
L'incantesimo non mi fa più niente.

"Crucio!"
Urla con più potenza.

Niente, neanche questa volta.
Non sento più nulla, sono riuscita davvero a liberarmi.
Ho spento tutto.
Ho spento i sentimenti come se fossero una lampadina collegata a un interruttore.

Continua ma niente funziona.
Sono riuscita a riemergere dalla cascata.
Ho smesso di farmi travolgere.

Mio padre abbassa la bacchetta e mi guarda.
"Bene figlia mia, ce l'hai fatta.
Seguimi."

Nessun complimento per non farmi montare la testa ma, anche se me ne avesse fatti, non avrei sentito nulla.

Esce dalla stanza e io dietro di lui.

Mi porta davanti a una cella dalla quale arrivano dei singhiozzi.
Singhiozzi così forti che mettono curiosità, chi ha tanta voce per piangere?
Io non ne ho più, sono stanca di piangere.

yours //Draco MalfoyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora