What in the World

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So deep in your room
You never leave your room
Something deep inside of me
Yearning deep inside of me
Talking through the gloom
What in the world can you do?

*

Dopo due settimane e mezza di quarantena, Savino cominciava ad avere l'impressione che le pareti di casa diventassero sempre più strette e che i suoi genitori e sua sorella occupassero sempre più spazio. Solo Gardenia, l'anziana e imperturbabile gatta persiana di famiglia, riusciva a non stargli fra i piedi, grazie al suo carattere abitudinario e al fatto che fosse solita trascorrere buona parte del suo tempo adagiata sui suoi giacigli preferiti (il divano, la sua cuccetta imbottita, le ginocchia di papà), riscuotendosi solo quando era il momento di masticare qualche bocconcino.

La didattica a distanza era un disastro (tanto per abbondare con le D) e Savino, che già normalmente faticava a concentrarsi durante le lezioni, riusciva a seguire poco e niente in videoconferenza. Il venerdì, distrutto dalla noia, aveva tenuto aperte dodici schede sul browser mentre i professori facevano ronzare all'infinito le loro voci, e alla fine, visto che rischiava pure l'interrogazione in storia, aveva finto un problema tecnico, urlato per un po' non vi sento! mi sentite? mi vedete? è tutto bloccato! con la webcam spenta e, infine, staccato tutto, anticipando di due ore l'inizio del weekend.

Al sollievo si era subito sostituita la certezza che lunedì non sarebbe riuscito a scampare in nessun modo all'interrogazione.

Forse da qui a lunedì riuscirò a studiare qualcosa di questo Impero Carolingio, aveva pensato Savino, avvertendo al contempo il sospetto che avrebbe passato l'intero fine settimana a non fare un cazzo. A che serviva, del resto, sapere qualcosa su Carlo Magno nel mezzo di una pandemia? Perché soffermarsi sulle ragnatele di un passato vecchio di milleduecento anni, quando le prospettive per il futuro erano così catastrofiche?

Irrequieto come una tigre in gabbia, Savino aveva visto i primi dieci minuti di una dozzina tra film e serie su Netflix, senza trovare nulla che risvegliasse in lui un barlume d'interesse. Era andato su Youtube e aveva guardato video di gente che si faceva male cadendo e cani che scoreggiavano. Aveva ascoltato un po' di musica, aveva mangiato roba a casaccio, si era fatto cazziare da sua madre perché non stava studiando. Aveva pensato di chiamare gli amici, ma il pensiero di parlare con qualcuno lo infastidiva senza motivo.

Il giorno successivo, Savino capì che sarebbe stata una giornata ancora peggiore fin dal momento in cui aprì gli occhi: fuori c'era un sole radioso e il pensiero di tutte le cose che avrebbe potuto fare nel weekend, se non fosse stato costretto a tumularsi in casa, lo mise di un umore color nero pece.

Si preparò una tazza di tè per colazione e raccolse gli ultimi Pan di Stelle spezzati dal fondo della busta. Quando sua sorella Cecilia lo raggiunse al tavolo, reclamò dei biscotti per sé e s'incavolò come una biscia quando Savino le rispose che erano finiti. Per ripicca, gli rovesciò la tazza di tè, poi scappò in camera sua per evitare rappresaglie. Un'enorme chiazza di liquido si allargò sulla tovaglia e sgocciolò sul pavimento. La mamma, ovviamente, indirizzò alla marmocchia un rimprovero all'acqua di rose e se la prese con Savino per aver mangiato tutti i biscotti.

Cecilia era la bambina di dieci anni con il peggior carattere del mondo, questo era certo.

Finita la colazione, sua madre gli intimò di pulire e riordinare la sua stanza. Savino non la pulì e non la riordinò e trascorse la giornata nell'abbrutimento più completo.

Una sola cosa riuscì a distrarlo: quando, a un certo punto, gli tornò in mente Rebecca (cosa che succedeva spesso, negli ultimi giorni), aprì il laptop e andò a cercare qualche foto nella quale comparisse la sua vicina di casa. Dopo qualche minuto, riuscì a dissotterrare una cartella di immagini che non apriva da anni: gli scatti della festa di compleanno di Lavinia, nell'estate fra la prima e la seconda media.

Una playlist per la fine del mondoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora