Baby, I'll never let you go
All I see is all I know
Let's find another way down*
Zia Alina era di buonumore e la sua allegria si trasmetteva dallo schermo del computer a Savino e agli membri della famiglia, riuniti davanti al PC per una videochiamata serale. Con i ricci biondi annodati in cima alla testa, una ciotola di popcorn davanti e la sua felpa degli Iron Maiden da metallara quindicenne, la zia stava proponendo idee su cosa fare una volta che la pandemia fosse finita.
Rebecca aveva ragione, rimuginò Savino. In un modo o nell'altro, finiamo sempre a parlare del virus. Il pensiero della sua vicina di casa gli provocò una fitta di disagio e cercò subito di scacciarlo.
"Zia, mi devi portare a un concerto!" esclamò Cecilia, elettrizzata dalla gioia di parlare con la sua parente preferita. "Me l'avevi promesso!"
Savino si sentì rincuorato nel vederla così piena di energie, nonostante la notte precedente si fosse di nuovo addormentata tardi: all'una passata l'aveva sentita chiamare i genitori dalla sua stanza, in lacrime. Tutta colpa di quelle maledette notizie sul Covid, sparate acca-ventiquattro dai notiziari. Case di riposo trasformate in lazzaretti, decine di migliaia di nuove infezioni in tutto il mondo, gente che moriva negli ospedali stracolmi. Non c'era da sorprendersi che Cecilia perdesse il sonno per l'angoscia.
"Certo che ti ci porto!" esclamò zia Alina, lanciandosi in bocca un altro paio di popcorn e sgranocchiandoli soddisfatta. "Guarda, facciamo le cose in grande: il primo gruppo che viene a Roma tra Metallica e Iron Maiden ti ci porto, ok?"
"Bellissimi, ma andiamo a vede' gli Helloween, invece?"
La zia tributò a sua sorella un applauso. "Grande live band, ottima scelta. Certo che ti ci porto."
"Daje!" esultò Cecilia, facendo il gesto delle corna.
"Immagino che non sarai contenta fin quando non avrai trasformato la mia ranocchia in una metallara precoce," commentò il papà, fingendo un sospiro di rassegnazione e posando un bacio fra i capelli di Cecilia, che gli sedeva sulle ginocchia. "L'altro giorno l'ho scoperta a scapocciare su Youtube con un video che sicuramente tu le hai passato."
"Era Eagle Fly Free, pa'," precisò Cecilia.
"Guarda che all'età sua ero già andata a vedere i Judas e gli AC/DC," rise Alina, "non posso star qui senza far niente, se la mia nipotina a dieci anni non è mai stata a un concerto! E poi, mi rimane solo lei da convertire: Savino è allergico al metal, mi sono rassegnata."
La mamma non disse niente, limitandosi a stare lì seduta con un sorriso blando: Savino aveva intuito da un pezzo che fra lei e zia Alina i rapporti erano cordiali ma per nulla calorosi, forse perché sua madre aveva una scopa in culo (francesismo) la maggior parte del tempo e la zia no. Ad ogni modo, la mamma si riferiva sempre a lei come "tua sorella" quando la menzionava al marito, e sembrava disapprovare la maggior parte delle sue decisioni — inclusa, probabilmente, l'idea di portare una bimba appena decenne a un concerto metal, in mezzo a un branco di energumeni barbuti dediti alla birra e al pogo.
"Zia, lo sai..." disse Cecilia, ma nella fretta di comunicare ciò che sapeva le parole uscirono dalle sue labbra tutte accatastate.
"Scusami Cecia, non ho capito."
Sua sorella deglutì, inspirò e ricominciò, lentamente: "Lo sai che Savino esce con una ragazza?" disse, guardando di lato per giudicare la reazione del diretto interessato.
A Savino andò la saliva di traverso. "Cecia, io ti strangolo," annunciò, con un sorriso forzato. "Con grande affetto, eh. Però ti strangolo sul serio."
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Una playlist per la fine del mondo
Teen FictionRebecca e Savino hanno la stessa età, sono vicini di casa ed erano amici da bambini, prima di allontanarsi, come spesso capita. In un giorno come un altro, il Coronavirus arriva inaspettato a sconvolgere le vite di tutti: l'Italia è in lockdown, i c...