'Cause love's such an old fashioned word
And love dares you to care for
The people on the edge of the night
And love dares you to change our way of
Caring about ourselves*
Rebecca riuscì a negare l'evidenza per tre giorni prima di cedere.
Aveva incontrato Savino ognuno di quei tre giorni, sentendosi ogni volta più riluttante a salutarlo. Una volta erano stati insieme tutto il pomeriggio, avevano fatto tardi per cena, poi si erano incontrati di nuovo, sul terrazzo, mezz'ora dopo aver mangiato. Erano rimasti così a lungo a parlare sotto le stelle che la madre di Rebecca l'aveva chiamata al cellulare intimandole di tornare subito a casa e andare a letto (erano le due passate). Solo l'esibizione di un'espressione intensamente contrita le aveva permesso di schivare un castigo.
Lei e Savino avevano girato il film, avevano parlato, avevano riso, si erano raccontati le loro vite come storie avvincenti, erano stati in silenzio, avevano contemplato con serietà lo stato delle cose nel mondo e mai una volta erano incappati in una di quelle lunghe pause che indicavano che la conversazione era ormai affaticata e sarebbe stato meglio riprendere un altro giorno.
Il suo corpo aveva cominciato ad avere reazioni impensabili: quando vedeva arrivare Savino, il suo cuore ingranava la quarta; quando riceveva un suo messaggio a sorpresa sul telefono, sentiva lo stomaco riempirsi di caramello caldo. Quando arrivava il momento di salutarsi, un fardello dolce e doloroso le appesantiva le viscere e i suoi piedi annaspavano in un lago di sabbie mobili: avrebbe trovato qualsiasi scusa per rimanere con Savino ancora cinque minuti, un solo minuto, qualche secondo.
Quando Savino si avvicinava — maledetto distanziamento sociale! Mai avrebbe immaginato che un metro e mezzo di distanza potesse trasformarsi in un simile abisso — Rebecca sentiva sulla pelle lo sfrigolio di qualcosa che era insieme calore e corrente elettrica, una tensione che le drizzava i peli, le scioglieva i muscoli, le incendiava i nervi. Cercava di non pensarci, di ignorare quella percezione con tutte le sue forze, ma era tutto inutile: sapeva che l'unico modo per spegnere quell'incendio, per appagare quella sete, sarebbe stato chiudere la distanza che la separava da Savino e mettere la sua pelle in contatto con la sua.
Insomma, non c'era più nulla che lasciasse intendere a Rebecca che i sentimenti che nutriva verso il suo vicino di casa fossero da ricondurre a un'amicizia, per quanto affettuosa.
Le sue amiche — la Brigata Estrogena al completo — la fissavano attente dai riquadri della videochiamata. Rebecca diede un colpetto con le dita alle sue conchigliette, sospirò, rialzò la testa e ricambiò il triplice sguardo di Sid, Mia e Beatrice.
"Mi sa che mi piace Savino," confessò.
Beatrice, come Rebecca si aspettava, strinse i pugni davanti alla bocca e mandò un suono acuto che tradiva la sua intima natura di fangirl. Sid si limitò a sorridere e alzare gli occhi al cielo, come chi dice era ora! Mia annuì e si esibì in un lento applauso.
"Non sembrate molto sorprese," osservò Rebecca, tormentando la punta della treccia a gran velocità e sentendo le guance che si scaldavano.
"Sorprese, no," affermò Sid, che quel giorno (con intima gioia di Rebecca) aveva il colorito di chi ha dormito nove ore filate e sfoggiava una fantastica capigliatura verde brillante, cortissima e tinta di fresco. "Sollevate, sì. Molto sollevate."
In sottofondo, continuavano ad arrivare gli urletti e i versi incomprensibili di Beatrice. La sua testa faceva su e giù nell'inquadratura della webcam.
"Scusate, qualcuna può spegnere Tri, per favore?" esclamò Mia.
"Che cariiiiniiiii," strillò l'altra, imperterrita.
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Una playlist per la fine del mondo
Teen FictionRebecca e Savino hanno la stessa età, sono vicini di casa ed erano amici da bambini, prima di allontanarsi, come spesso capita. In un giorno come un altro, il Coronavirus arriva inaspettato a sconvolgere le vite di tutti: l'Italia è in lockdown, i c...