Il cliente resta a lavorare al tavolino, nel frattempo altri clienti arrivano al locale, creando un piacevole via vai di lavoro che da l'opportunità a Yerim di fare pratica senza troppa confusione. Per via degli ordini ai tavoli, non ha più avuto l'occasione di vedere J alle prese con le preparazioni, che è ciò che le spiace di più, ma fare da cameriera non le è affatto dispiaciuto. Le è sempre piaciuto avere a che fare con le persone, sebbene la sua timidezza non l'abbia aiutata in questo, ma la mascherina e la mancanza di contatto visivo rendono tutto più semplice.
Poco prima dell'orario di chiusura anche l'ultimo cliente, che non è altro che il primo cliente della giornata rimasto lì tutto il pomeriggio, lascia il locale. Yerim pulisce anche l'ultimo tavolo e, mentre aggiusta un divanetto, sente lo stomaco brontolarle.
'Cavolo, che fame' pensa, restare senza pranzo non si era rivelata una grande idea, ma J se ne accorge e le propone "Preferisce cenare qui o ha altri programmi?" da dietro il bancone, dove sta sistemando le ultime tazzine.Lei sorride, il ragazzo sembra averla letta nel pensiero, e gli risponde "Se posso, resterei qui volentieri". Il pensiero di restare insieme a lui, da soli, la fa sentire a disagio, ma sente una morsa allo stomaco che le impedisce di rinunciare a quella proposta, visto che se rifiutasse si ritroverebbe a non avere i soldi per mangiare dato che le servono per le emergenze.
"Perfetto, allora preparo qualcosa" afferma lui, stupendola, non si aspettava sapesse cucinare. Le chiede poi "Preferenze?"Yerim scuote la testa, ricordandosi solo qualche istante dopo che lui non può aver visto il suo cenno della testa dato che non si devono guardare, così parla "No, va bene tutto". Lui sorride e sparisce dietro la porta che conduce alla stanza sul retro, lasciando la ragazza da solo nel locale, la quale ne approfitta per continuare a sistemare le ultime cose.
Quando ha finalmente finito, si lascia andare esausta su un divanetto, non ha potuto sedersi nemmeno una volta dall'inizio del turno e non le sembra vero di potersi finalmente abbandonare su quella superficie morbida. Quella giornata si è rivelata più pesante di quanto pensasse, non aveva mai lavorato ma di sicuro non si aspettava che fare la cameriera fosse così faticoso, e invece la sua schiena è dolorante e i suoi piedi hanno le vesciche."La cena è pronta" la richiama J, comparendo da dietro alla porta, e lei si rialza immediatamente riassumendo una posizione composta come se nulla fosse, esclamando "Arrivo signore" per poi raggiungerlo. Si siedono all'ampio tavolo della stanza del personale e Yerim ammira ciò che ha preparato, lasciandosi scappare un "Wow" che fa ridacchiare J, che la incita "Si serva pure, non faccia complimenti".
Lei segue il suo invito e inizia a mangiare, trattenendo a fatica la felicità che sta provando nel poter mangiare di nuovo del cibo vero e non qualche pasto preconfezionato e riscaldato. Non può che ammettere "Signore, è tutto delizioso!" continuando a mangiare, e lo sente ridacchiare. Una risatina profonda, che lui non nasconde, e infatti le risponde scherzosamente "Ne sono lieto, magari la convincerò la restare".
Lei porta lo sguardo sulle sue mani abbronzate, risalendo le sue braccia fasciate dalla camicia immacolata, fino ad arrivare al suo torace dove scorge una catenina attorno al collo che però termina al di sotto della camicia che nasconde quello che probabilmente è un ciondolo dal rigonfiamento che si crea.
'Davvero pensa di dovermi convincere a restare?' si chiede, dato che a lei sembra sia l'esatto opposto, dovrebbe essere lei a supplicarlo di assumerla."Signor J posso farle una domanda?" chiede lei, sforzandosi di non dare a vedere la preoccupazione nelle sue parole.
"Mi dica pure" le risponde lui, prendendo un altro boccone mentre le rivolge la sua totale attenzione.
"Non glielo chiederei se non fosse urgente, ma nell'annuncio ho letto della possibilità di avere vitto e alloggio inclusi nel contratto" inizia lei, e lui annuisce "Esatto, all'occorrenza possiamo offrire questa possibilità".
Lei allora spiega "Ecco, io... ne avrei bisogno. Mi serve un posto in cui stare e le sarei grata se acconsentisse".Lui poggia le posate, facendola irrigidire sul posto, un brutto presentimento si impadronisce di lei e attende impaziente che lui parli "Signorina, se alla fine di questa giornata decidesse di firmare il contratto, non avrei nulla in contrario ad accettare la sua richiesta".
Yerim rilascia un lungo sospiro, non si era accorta di aver smesso di respirare "La ringrazio signore" e mostra un ampio sorriso, anche se lui non lo vedrà.Terminano di mangiare in silenzio.
Un lungo silenzio che fa sentire Yerim terribilmente a disagio.
Se già le sembrava strano non poterlo guardare mentre si parlavano, ora che hanno pure smesso di parlare non può che avere la mente affollata da mille pensieri.
Vorrebbe dire qualcosa, ma non sa nemmeno lei cosa.
Non si conoscono abbastanza. Anzi, non si conoscono per niente.
Qualunque cosa le venga in mente, le sembra così stupido nel momento in cui pensa di dirlo, perciò finisce con il restare in silenzio.
J d'altro canto sembra del tutto a suo agio, mangia con calma mantenendo la sua solita compostezza, facendola sentire ancora più fuori posto.Ad un certo punto si alza e va in bagno, lasciando a Yerim qualche istante di tranquillità. Già, perché se quella poteva apparentemente sembrare pace, in realtà quella stanza era diventata una vera e propria stanza della tortura. C'era cibo a volontà e una pace assoluta, ma allo stesso tempo si era sentita intrappolata da quel silenzio per tutta la cena.
Il ragazzo ritorna da lei e la avvisa "Stiamo per riaprire, termini velocemente. La aspetto di là" sparecchiando le sue cose.
Lei annuisce "Sì signore" e si sbriga a sistemare ciò che è rimasto sul tavolo per poi tornare nel locale. Manca ancora qualche minuto all'apertura e lui ne approfitta per avvisarla "Il turno pomeridiano è quasi sempre tranquillo come oggi, ma la sera può essere piuttosto movimentata"."Non si preoccupi signore, farò del mio meglio" esclama lei sicura di sé, ma il suo entusiasmo viene stroncato dal ragazzo che precisa "Non è lei a preoccuparmi, ma i clienti".
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Shadow • SVT
Fanfiction"Non le è concesso guardare i clienti negli occhi". "Perché?" si lascia sfuggire Yerim. "Non le è concesso saperlo". Yerim si ritrova coinvolta in un mondo dove il sangue non è altro che un colore di cui ci si macchia le mani e l'alcol un codice d'i...