Yerim si gela per lo spavento, ma la voce del domestico la avvisa "Signorina, è pronto il pranzo. Suo padre la sta aspettando".
La ragazza si volta lentamente, cercando di non risultare sospetta, e gli sorride timidamente "Grazie, vado subito" allontanandosi dalla porta. L'uomo resta alle sue spalle e lei si accorge che si appresta a sistemare subito la tenda in modo da coprire del tutto la porta.
'Non me la conta giusta...' pensa lei mentre si avvia verso la sala da pranzo.Finalmente, dopo anni di attesa, sta per rivedere suo padre.
Pensava che ne sarebbe stata felice, ma sente solo l'ansia divorarle lo stomaco e gelarle il sangue.Passo dopo passo, arriva di fronte alla sala da pranzo. Ad attenderla, trova due cameriere che le aprono le porte, permettendole di entrare nell'ampio salone.
Il tavolo da pranzo occupa il centro della stanza e Yerim posa immediatamente lo sguardo su suo padre, seduto al lato opposto rispetto a dove si trova lei. L'uomo stava controllando qualcosa al telefono ma, sentendo le porte aprirsi, alza immediatamente lo sguardo e le sorride esclamando "Bambina mia!", si alza in piedi e cammina verso di lei con le braccia aperte.Lei lo osserva avvicinarsi, definirla stupita sarebbe un eufemismo. L'uomo è cambiato così tanto, i capelli scuri sono ora brizzolati, ha messo su qualche chilo che lo rende più paffuto e ha qualcosa nello sguardo che la fa rabbrividire, quel ghigno la rende ancora più nervosa.
Si sforza di allargare le braccia a sua volta e lo abbraccia sussurrandogli "Mi sei mancato papà", d'altronde è la verità, ha sognato quel momento per anni.
"Topolina..." le risponde lui "Sono felice anche io di rivederti, ma avresti dovuto dirmelo che saresti arrivata! Non immagini che shock sia stato scoprire che stavi lavorando in quel bar, senza dirmi nulla". È evidente che si sta sforzando di sorriderle e mostrarsi calmo, quando invece è turbato dalla situazione, ma Yerim non si lascia intimorire e chiede "Lo so papà, devi perdonarmi ma temevo che mi avresti detto di no anche questa volta. Sarei venuta presto io stessa a trovarti, invece... era davvero necessario portarmi qui in questo modo?" cercando di apparire dispiaciuta e soprattutto innocua, l'ultima cosa che vorrebbe è allertarlo e fargli decidere che sia meglio rimandarla in America.Lui scioglie l'abbraccio per guardarla negli occhi, poi si volta verso una guardia che presiede alle sue spalle in piedi in un angolo e infine torna a guardarla, con un'espressione indecifrabile, sembrerebbe quasi divertito "Devi scusarmi, ho chiesto a Jeremy di venire a prenderti dopo il lavoro, ma lui... non ha mezze misure diciamo, voleva solo assicurarsi che tu arrivassi il prima possibile a casa, come gli avevo ordinato".
Yerim osserva la guardia, non si era accorta di lui all'inizio, la sua attenzione si era focalizzata unicamente sul padre, ma ora che lo ha notato non riesce a non rabbrividire. È un uomo alto e ben piazzato, ha una cicatrice sul collo, l'unica parte visibile del suo corpo, nascosto da una spessa divisa nera, sembrerebbe essere un soldato. E questa teoria viene confermata non appena vede che nasconde una pistola agganciata alla cinta dei pantaloni."Ora però mangiamo tesoro, sarai affamata!" la richiama il padre cambiando argomento, e lei lo segue sedendosi al suo fianco "Molto!"
Si accomodano e i camerieri iniziano a portare le portate in tavola, mentre lui le chiede come vadano le cose in America.
Sembrerebbe quasi un normale pranzetto fra padre e figlia, se solo non fosse per una cosa che non sfugge a Yerim: il padre le fa molte domande, tutte molto vaghe e che possano farla parlare per molto tempo, senza lasciarle mai tempo per essere lei a rivolgergli una domanda.
Quell'unica domanda che vorrebbe chiedergli.Il pranzo prosegue e il padre si congeda "Scusa tesoro, ma ho da fare oggi pomeriggio. Ci rivedremo per cena".
Yerim si sente quasi sollevata da quella notizia, sapere che non lo avrà intorno le darà più tempo per curiosare in casa senza preoccuparsi di lui, ma soprattutto spera di scoprire qualcosa in più su quella porta nascosta. Potrebbe provare a scappare di casa, ma sa benissimo che sarebbe inutile: come c'era una guardia in sala da pranzo, è sicura che ce ne siano tante altre all'esterno, inoltre suo padre la troverebbe sicuramente in poco tempo.
Deve approfittare del tempo che ha per trovare le risposte che cerca da tanto.
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Shadow • SVT
Fanfic"Non le è concesso guardare i clienti negli occhi". "Perché?" si lascia sfuggire Yerim. "Non le è concesso saperlo". Yerim si ritrova coinvolta in un mondo dove il sangue non è altro che un colore di cui ci si macchia le mani e l'alcol un codice d'i...