24.

113 9 0
                                    

"Vedi Yerim, tua madre è stata fra le prime persone a entrare a far parte di un progetto gestito da un'organizzazione criminale. Lei probabilmente ne era all'oscuro, nelle sue condizioni sarebbe stato difficile fare qualunque cosa, ma questa organizzazione è a capo del mercato nero degli organi nel nostro paese. Si occupano di... ecco, espiantare organi da persone sane per poi trapiantarli ai malati in cambio di grossi compensi economici, e sembra che negli ultimi anni si siano estesi al traffico illegale di stupefacenti" spiega Mingyu, cercando di essere il più delicato ma al contempo chiaro possibile.

Yerim tiene i fogli fra le mani, che non riescono a smettere di tremare a questo punto, mentre con gli occhi scandaglia ciò che ha di fronte "Tu... non capisco, cosa significa?" chiede, sente l'intestino rivoltarsi a quelle parole e una lacrima le solca il volto "Non capisco... mamma era malata, perché è sparita?" per poi tirare su con il naso.
Mingyu allora riprende "Ecco, in cambio di soldi, i dottori devono aver acconsentito a tentare un trapianto, ma le sue condizioni ormai erano troppo critiche per salvarsi. Hanno fatto sparire la sua documentazione perché per via del trapianto hanno dovute somministrarle farmaci che non avrebbero potuto giustificare altrimenti, infatti probabilmente i documenti clinici che ti ha mostrato Boo sono falsi. Non che lui abbia fatto male il suo lavoro, intendo che quella gente si occupa di far sparire ogni traccia dopo che agiscono, quindi quella cartella è sicuramente fittizia, non ha alcun significato dato che non riporta nulla in merito al trapianto, e ovviamente non fanno pulizia solo dei documenti, ma anche delle persone".

Yerim sente la testa girarle, tutto ciò non ha senso.
Come ha fatto un'organizzazione del genere a venire in contatto con sua madre, con la sua famiglia.
Sua madre non avrebbe mai acconsentito a un'atrocità del genere, di questo ne è certa, ma allora come?
A meno che...

"Stai dicendo che... tu intendi... intendi che..." si sforza di parlare Yerim, ma all'improvviso tutto inizia a farsi più leggero, sente la terra mancarle da sotto i piedi e le energie abbandonarla all'improvviso.
Poi il vuoto.

Buio, ecco cosa vede Yerim aprendo gli occhi a fatica.
'Ma che ore sono?' si chiede, voltandosi verso la sveglia sul comodino, constatando che è quasi ora di pranzo.
'Perché ho dormito così tanto?' si chiede, spostando a fatica le coperte.
Nonostante tutte quelle ore di sonno, è come se il suo corpo fosse stato travolto da una fatica mai provata fino a quel momento.
Si alza e accende la luce, andando a guardarsi allo specchio dove nota un dettaglio alquanto strano.
'Perché sono ancora vestita come ieri?'

I ricordi allora iniziano a riaffiorare lentamente.
La lezione con DK. L'ansia tornando a casa. I ragazzi. E tutte quelle informazioni confuse che ora le rimbombano in testa. Poi il buio.

Senta l'aria mancarle, la gola le pizzica ed è come se si stesse chiudendo sempre di più a ogni faticoso respiro che compie.
I respiri diventano sempre più affannati, al punto da sentirsi soffocare nella sua stessa aria, e inizia a piangere per la paura, senza nemmeno accorgersi di stare urlando. Si accascia al suolo, priva di energie, ma l'aria sembra non voler entrare.
È allora che sente la porta spalancarsi di colpo, seguita da un forte urlo "Hyung!" ma non ha le forze per voltarsi a guardare in direzione di quella voce.

Jun la guarda, paralizzato dalla paura a pochi metri da lei, si sente impotente ma non ha la minima idea di cosa fare.

Joshua si precipita nella stanza appena sente l'amico chiamarlo, assistendo a uno spettacolo agghiacciante. Si fa spazio e si avvicina alla ragazza, che ha cessato di urlare e sta piangendo in cerca d'aria, travolta dall'ondata di emozioni della sera prima.
Istintivamente la avvolge fra le sue braccia, tenendola più stretta che può contro il suo petto mentre le accarezza la schiena sussurrandole "Respira Yerim, respira" senza ottenere grandi risultati. Sembra che respiri un po' meglio, ma è tutt'altro che calma, così le poggia una mano sulla guancia e la guarda dritta negli occhi.
"Fai dei respiri profondi insieme a me" riprova, a pochi centimetri dal suo volto.

Yerim è stordita da quella situazione. Se da una parte si sente sopraffare da tutte quelle emozioni, dall'altra ha gli occhi spalancati, fissi su quelli del ragazzo, che ripete ancora una volta "Brava Yerim, così, respira con me" catturando tutta la sua attenzione, riuscendo a farla allontanare per qualche istante da quel rimbombo di pensieri che l'aveva travolta.

Non si era nemmeno resa conto di riuscire finalmente a respirare.
Respiro dopo respiro, riprende il controllo del suo corpo, senza mai distogliere lo sguardo da Joshua.
Respiro dopo respiro, inizia a tornare lucida.
Respiro dopo respiro, torna in sé.

Si lascia andare sfinita fra le braccia del ragazzo, che la sorregge "Va tutto bene Yerim, non sei sola".
La solleva da terra e la accomoda nel suo letto, sistemandole le coperte, poi le bisbiglia "Vuoi che ti porti qualcosa da mangiare? Un po' d'acqua?"
Lei scuote la testa, allora lui replica "Va bene, allora preparo qualcosa per quando vorrai uscire. Io e Jun siamo di là, okay? Per qualunque cosa, chiamaci".
Non appena si allontana da lei però, sente la voce di lei richiamarlo, così si volta "Sì?"
Yerim bisbiglia debolmente "Grazie".

Joshua le sorride "Non serve ringraziarmi di nulla, pensa a riposarti ora".

Yerim apre gli occhi, per qualche ragione le bruciano.
Li sfrega leggermente e si alza, andando in salotto senza nemmeno controllare che ore siano.
Joshua e Jun sono seduti sul divano che guardano la tv, o almeno così le sembra. Si voltano nel momento in cui sentono i suoi passi avvicinarsi, osservandola camminare verso la cucina. Jun scherza "Ehi bella addormentata, vuoi che ti prepari qualcosa per cena?"
Yerim si volta verso di lui con gli occhi socchiusi, ancora impastati dal sonno, e gli sorride "No Jun, tranquillo, non ho molta fame".
Joshua insiste "Non mangia da ieri, non può restare a digiuno, si sieda e lasci che le prepariamo la cena".

'Strano, ero convinta mi avesse dato del tu prima' pensa Yerim, ancora frastornata da ciò che è successo nelle ultime 24 ore.
Un pensiero però le balena in mente "E il lavoro?!" così Joshua spiega velocemente "Oggi siamo rimasti chiusi" alzandosi per andare verso la cucina.
Jun lo imita e si avvicina a Yerim, che chiede confusa "Ma perché?! Potevate svegliarmi, non voglio causare problemi!", ma Jun si mette dietro di lei poggiandole le mani sulle spalle e iniziando a spingerla verso il divano zittendola "Ehi ragazzina, vedi di non montarti la testa, eravamo solo stanchi e abbiamo deciso di non aprire". Mente. Yerim non ha dubbi.
Joshua cambia argomento, sperando di riportare la quiete "Voi due non avevate un drama in sospeso da finire?" e all' amico brillano gli occhi "Giusto! Yerim ti va?"
Lei sospira, spera che i ragazzi non abbiamo davvero deciso di tenere chiuso il locale per colpa sua, e acconsente "Va bene" mettendosi comoda sul divano nel posto ancora caldo grazie a Joshua.

Il maggiore prepara velocemente qualcosa e lo porta in tavola appena è pronto, servendole la cena. Quando lei ha finito, consapevole di stare compiendo un azzardo, le chiede "Non voglio fare il guasta feste, ma le va di parlare di quello che ha scoperto ieri".
Yerim fissa il piatto vuoto davanti a lei, così lui continua "Non voglio infierire, ma sono sicuro che avrà molte domande e se vuole possiamo chiamare i ragazzi per risponderle, se se la sente".

Ancora silenzio.

Shadow • SVTDove le storie prendono vita. Scoprilo ora