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Yerim non aveva ancora fatto in tempo a chiedergli cosa intendesse con quell'ultima frase, che una coppia di clienti entra nel locale proprio in quel momento e li costringono a interrompere la loro conversazione. Yerim si sistema la sua mascherina e, tenendo sempre lo sguardo basso, attende che si avvicinino al bancone. Indossano delle scarpe eleganti con dei lunghi pantaloni lisci neri e un cappotto dello stesso colore, mentre il resto dell'abbigliamento li distingue: uno indossa una camicia nera con degli inserti rossi, mentre quella dell'altro è blu elettrico con dei dettagli bianchi molto artistici, dire che è sgargiante sarebbe un eufemismo.

I due uomini si avvicinano al bancone e prendono posto agli sgabelli, su cui poggiano i loro cappotti, ordinando sicuri "Hey, mi porti un Chuck".
"Per me un Hit, grazie".
Il primo dei due, un uomo dalle magre mani bianche come il latte rigate di verde da qualche vena, con un anello dalla maglia spessa al mignolo, scherza ridacchiando "Uhh amico, ci vai giù pesante stasera".
L'altro ride a sua volta e replica con una voce profonda e ariosa "Stasera ne ho proprio bisogno" portando sul bancone gli avambracci tonici lasciati scoperti dalle maniche arrotolate della camicia scura.

"Ci penso io" le sussurra J, avvicinandosi al bancone per prendere l'occorrente e dare il via allo spettacolo. Yerim lo osserva prendere con dimestichezza delle bottiglie di vari colori e iniziare a farle volteggiare in aria, passandosele da una mano all'altra, riprendendole dietro la schiena talvolta, e di tanto intanto versa il contenuto in degli ampi contenitori metallici. Una volta pronto il mix, shakera il tutto e lo versa in un bicchiere, rivelando un cocktail dalla tonalità aranciata che porge a uno di loro, rivolgendosi poi all'altro "Arriva subito l'Hit" replicando i gesti acrobatici compiuti per il cocktail precedente.

La ragazza lo ammira estasiata, a dir poco incredula. Sebbene sia la prima volta da quando ha iniziato il turno quel pomeriggio in cui solleva lo sguardo, non considera minimamente la possibilità di guardare il ragazzo, troppo distratta da quel gioco di bottiglie di fronte a lei.
J porge anche il secondo cocktail all'altro ragazzo e gli augura una buona serata, tornando da lei che riporta in fretta lo sguardo a terra, sperando solo che lui non si aspetti che lei raggiunga quel livello.

Lui sorride notando la sua timidezza, o forse è solo soggezione di fronte a lui, e la avvisa "Vado un attimo sul retro, torno subito", abbassando poi la voce e sporgendosi verso di lei per non farsi sentire dagli altri "Ignori quei due, sono innocui" strappandole un sorriso per la scelta di quell'aggettivo. Sembrano due ragazzi così sicuri di loro, quello non sarebbe stato sicuramente il termine che lei avrebbe usato per descriverli.

J si allontana e lei ne approfitta per sistemare alcune cose sul bancone, attenta a non fare rumore per non disturbare i clienti, e li sente parlare. Non può ignorarli, si trovano a qualche metro da lei, perciò si limita ad ascoltarli involontariamente in silenzio.
Il ragazzo dalla voce più profonda chiede "Allora Han, come è andato quell'affare?" sorseggiando il suo drink.
"Come pensi che sia andato?" chiede l'altro retoricamente, ha una voce scherzosa macchiata da una punta di presunzione, ma il timbro leggermente nasale e meno grave dell'altro lo rendono meno temibile, nonostante Yerim riconosca che abbia un qualcosa di ammaliante nel modo di parlare.
"Giusto, d'altronde stiamo parlando di te" risponde l'altro con lo stesso tono "Dovevo aspettarmelo".
Yerim termina di sistemare le ultime cose e si appoggia al mobile alle sue spalle su cui poggiano le macchinette per il caffè, guardando l'ingresso di fronte a lei.

"Hey tu!" si sente chiamare da quello con la voce meno profonda. Non ci sono altre persone all'interno del locale per il momento, perciò si può stare rivolgendo solamente a lei. Volge il corpo nella loro direzione e li raggiunge, mantenendo lo sguardo sulle loro mani "Come posso aiutarvi?"

"Me ne potresti fare un altro?" le chiede il ragazzo, allungandole il bicchiere vuoto lungo la superficie liscia del bancone, su cui scivola il bicchiere fino a fermarsi a pochi centimetri da lei. Lo afferra e risponde insicura "Il mio capo sta per arrivare, sono più che sicura che sarà lieto di preparargliene un altro" sforzandosi di risultare educata e convincente.
Lui però non demorde "Tranquilla non mi aspetto nessuna acrobazia, non badare a quell'esibizionista e prepara quello che ti viene meglio" con tono di sfida, anche se lei non può vedere il suo sguardo provocatorio.

"Dai amico, lasciala stare" interviene allora l'altro, anche se deve ammettere che si sta godendo lo spettacolo e vedere la ragazza in difficoltà lo fa ridacchiare. L'amico ha la qualità di riuscire a mettere in soggezione chiunque per poi farla franca, infatti lo ammonisce "Cosa ho detto di male Coups?" e poi insiste con la ragazza "Puoi farmi quello che vuoi tesoro, sono nelle tue mani" facendole un occhiolino malizioso che lei non può vedere.
Yerim, seppur infastidita dalla sua insistenza, non può che eseguire ciò che le è stato chiesto, perciò si volta verso le macchinette del caffè e fa un respiro profondo mentre osserva ciò che ha a disposizione, pensando 'Io però so fare solo...'

Non le restano molte opzioni, perciò prepara il caffè e intanto mette il ghiaccio all'interno di un alto bicchiere di vetro, sentendo il cliente commentare "Interessante, non ho mai provato un cocktail aromatizzato al caffè".
Lei non dice nulla e continua a preparare l'unica cosa che ha vagamente imparato, imitando ciò che quel pomeriggio ha fatto J, porgendo infine la bevanda al cliente davanti a lei "Eccole un Highlight".

Il ragazzo allunga le mani verso il bicchiere, rigirandoselo fra le lunghe dita affusolate, il silenzio accresce l'ansia che sta assalendo la ragazza. Teme che si possa sentire preso in giro, infatti si affretta a precisare "Questa è l'unica cosa che so preparare, è il mio primo giorno..." nel tentativo di non farlo arrabbiare, tenendo lo sguardo fisso sul pavimento.
Quello che non si aspetta di ricevere come risposta però è una fragorosa risata, che il ragazzo libera a pieni polmoni mentre l'altro sogghigna.

Yerim rialza lentamente gli occhi fino a soffermandosi sulle mani del cliente, che è ancora scosso dalle risate. Sente un rumore provenire dalla porta a fianco a lei e si volta, scorgendo il suo datore di lavoro.
"Hey Joshua, mi piace questa ragazza!" esclama il ragazzo, sorseggiando con gusto il suo Highlight "Assumila".

Un pensiero si forma nella mente della ragazza 'E così... il suo nome è Joshua'.

Shadow • SVTDove le storie prendono vita. Scoprilo ora