"C-come scusi?" chiede Yerim, a dir poco stupita.
Dell'ultimo mese trascorso insieme al ragazzo, si sono guardati negli occhi solamente tre volte.
Quando si sono conosciuti, quando lei stava avendo un attacco di panico e quando lui è venuto a salvarla.
Non ci sono stati altri contatti visivi, era stato un suo ordine, e ora invece le sta dicendo di infrangere quell'unico muro che lui stesso aveva alzato fra di loro?"Ti ho detto di guardarmi" ripete lui, in tono pacato, aggiungendo "Puoi guardarci".
Guardarci? Questo significa che non solo infrangerà quella regola con lui, ma anche con tutti gli altri. Non dovrebbe sembrarle strano, si tratta infondo di guardare i ragazzi che l'hanno appena aiutata a fuggire da suo padre, però in qualche modo il pensiero che loro sono anche dei clienti del locale la vincola a chiedersi se sia davvero la cosa giusta.'Me lo ha detto lui d'altronde...'
Joshua non la perde di vista per un solo istante, in attesa che lei lo guardi, e vederla sollevare lentamente la testa verso di lui gli provoca una strana sensazione, un brivido gli percorre la schiena e sente lo stomaco in subbuglio. Come se tutto il suo corpo sia in trepidante attesa di quel momento.
Yerim porta lo sguardo sulle gambe di lui, risalendo gradualmente fino al torace, soffermandosi poi alle spalle, e infine giunge al viso del ragazzo, ai suoi occhi.
È una sensazione così strana poterlo guardare liberamente, e lo sguardo dolce del ragazzo le fa avvampare le guance, facendosi improvvisamente rosse. Si copre le guance con le mani, tentando di nasconderle, e distoglie lo sguardo da quello di lui.
Nota invece il ragazzo a fianco a lui, la sta guardando con le braccia incrociate e un sorriso compiaciuto, esclamando "Lieto di poterci finalmente guardare in faccia nanerottola" facendosi scappare una risata divertita. Lei ride insieme a lui "Sei il solito scemo Jun..."Joshua continua con le presentazioni "Alcuni di loro li hai già incontrati, come Gyu e Boo" rivolgendosi verso i due ragazzi in questione, i quali le sorridono e si presentano, lasciando poi continuare il maggiore "Gli altri invece sono venuti spesso al locale, ma dubito tu ti ricordi di loro".
"In realtà signore, ho notato che avete tutti degli anelli molto simili, quindi ho fatto caso a chi fossero" gli fa notare Yerim, sperando che lui le dia qualche informazione in più a riguardo aoddisfando la sua curiosità, ma così non è, infatti lui continua "Hai un buono spirito d'osservazione. Loro sono Coups, Hoshi, Woo, Woozi, Hao e Vernon, mentre il ragazzo di là è Han... comunque dammi pure del tu, puoi chiamami Shua, o Joshua, come preferisci".
Lei torna a guardarlo per qualche istante e le sue guance tornano a scaldarsi senza che possa controllarlo, così abbassa la testa e annuisce "Va bene". Non riesce a capire la ragione di tutto questo improvviso imbarazzo, ma d'altronde le sembra così incredibile poterlo guardare quando vuole, perciò spero che con il passare del tempo ci farà l'abitudine.Le presentazioni vengono interrotte da Jeonghan che esce dal bagno e chiede "Avete dei vestiti da prestargli?", a cui Joshua va subito incontro "Certo, arrivano subito". Dopo qualche minuto, i due escono dal bagno e il ragazzino è ancora tremolante, ma non quanto prima, l'acqua calda deve averlo aiutato a calmarsi e con le cure di Jeonghan sicuramente presto starà meglio. O almeno, questo è quello che sperano tutti.
"Preferisci riposarti un po', o ti va di parlarci di cosa ti è successo?" gli chiede Seungcheol dopo che si sono tutti messi comodi. Jeonghan gli poggia una mano sulla spalla, in un punto in cui sa per certo che non ha ferite, e lo incoraggia a parlare proprio come si era sforzato poco prima con lui in bagno.
Il ragazzo guarda il maggiore, che gli sta sorridendo, e si fa coraggio "Non so da dove cominciare..."
"Comincia dall'inizio, come ti chiami?" lo sprona Seungcheol.
"Mi chiamo Chan, Lee Chan, e ho 21 anni" comincia lui, sospirando. Oltre a queste poche informazioni generiche, non sa cosa dire, non sa da dove iniziare a raccontare quella spirale di eventi che ha trascinato lui e la sua famiglia giù nel baratro. Si mette le mani fra le gambe, cercando di nascondere il tremore, e prosegue con ciò che gli viene in mente "Circa un anno fa la mia famiglia ha iniziato ad avere problemi economici e i debiti sono aumentati sempre di più. I miei genitori lavoravano giorno e notte ma non era mai abbastanza, è stato a malapena sufficiente per tirare avanti qualche mese, poi un giorno mio padre è tornato a casa dicendo di aver trovato la soluzione ai nostri problemi, ma non mi hanno mai voluto spiegare di cosa si trattasse. So solo che dovevano fare alcuni viaggi all'estero, poi però un giorno non sono più tornati..." tirando su con il naso, sforzandosi di continuare "Non li vedo da allora, ormai non so più nemmeno se sono vivi, ma un giorno sono arrivati a casa degli uomini dicendo che c'erano stati dei problemi con il lavoro dei miei e che dovevo seguirli. Questo è successo a inizio settembre, non sono sicuro di quanto tempo sia passato, mi hanno sempre tenuto in quella cantina perciò dopo i primi giorni ho perso il conto di quanto tempo stesse passando..."Lo ascoltano in religioso silenzio, rispettando i suoi tempi e le sue necessità. È evidente che sia ancora scosso nonostante sia finalmente libero, e loro intendono dargli tutto il supporto di cui ha bisogno.
"Volevano che ingerissi delle sorta delle sfere blu, penso fossero ovuli di droga, e li trasportassi in Cina. Io mi sono rifiutato, così loro hanno continuato a torturarmi..." a questo punto ormai le sue guance sono solcate dalle lacrime, dunque Jeonghan prova a consolarlo "Va tutto bene Chan, adesso sei al sicuro" e il minore cerca riparo contro la sua spalla, ricevendo in risposta un abbraccio dal maggiore che gli accarezza dolcemente la schiena.
Nel salotto ormai i ragazzi sono in silenzio da alcuni minuti, il pianto del ragazzino rimbomba fra le pareti dell'appartamento e nessuno osa proferire parola.
Quando sembra essersi calmato, Yerim chiede a Joshua sottovoce "Prima... cosa intendevi dire quando hai detto che lui è uno di voi?"
STAI LEGGENDO
Shadow • SVT
Fanfiction"Non le è concesso guardare i clienti negli occhi". "Perché?" si lascia sfuggire Yerim. "Non le è concesso saperlo". Yerim si ritrova coinvolta in un mondo dove il sangue non è altro che un colore di cui ci si macchia le mani e l'alcol un codice d'i...