I ragazzi salutano Wonwoo e Jihoon, i quali resteranno nell'appartamento per occuparsi dell'attacco informatico, ed escono di casa, salendo poi a bordo delle due vetture già pronte all'esterno. Dire che sono elettrizzati sarebbe riduttivo, sono a dir poco su di giri, con i nervi a fior di pelle, la tensione è palpabile all'interno delle vetture e nessuno proferisce parola.
Jeonghan osserva fuori dal finestrino, le luci del tramonto si stanno affievolendo e il loro momento è vicino. Fruga nel cassetto dell'auto e trova un pacchetto di sigarette, ghignando istintivamente.
"Han... lo sai, siamo in missione" lo ammonisce Seungcheol, contrario al fumo. Sono anni che prova a convincere l'amico a smettere senza tuttavia ottenere risultati. Jeonghan infatti gli risponde "Abbiamo ancora qualche minuto, solo questa" sfilandone una dal pacchetto.
Una volta che sarà appostato, non potrà permettersi di distrarsi per fumare, anche perché basterebbe la debole luce di una sigaretta per renderlo facilmente individuabile dalle guardie del signor Byun.
"E va bene..." cede il maggiore, consapevole che quello non è altro che un modo per alleviare la tensione, qualcosa di cui avrebbero tutti bisogno in quel momento.Gli altri richiamano la loro attenzione, in particolare Seungkwan, che chiede incerto "Dite che andrà tutto bene...?"
Non lo sta chiedendo a nessuno di preciso, è solo un pensiero che gli scappa dalle labbra generato dalla preoccupazione, e Vernon gli tira una leggera gomitata nel fianco "Ehi Boo, niente pessimismo oggi, okay?" e l'amico sorride debolmente "E va bene... spero solo che..." interrompendosi.
"Che cosa?" lo sprona a parlare Minghao, ricevendo in risposta uno sguardo colmo di tristezza "Di tornare a casa tutti insieme, non voglio perdervi".
"Ehi ehi ehi, nessuno perderà nessuno stasera! Chiaro?" lo corregge sicuro Seungcheol, guardandolo dallo specchietto dell'auto "Andrà tutto bene, non esiste che torniamo a casa senza qualcuno, okay?" anche se sa benissimo di non poterlo dare per certo.Jeonghan si sporge verso i sedili posteriori dopo aver gettato la sigaretta ormai finita e lo guarda serio "Boo, oggi è solo un'esercitazione per quando spaccheremo il culo a quel bastardo. Impegniamoci a tornare tutti a casa e approfittiamone per prendere a calci qualche stronzo" facendolo sorridere il minore, raramente sente il suo hyung dire parolacce, ma capisce benissimo cosa sia a farlo parlare in quel modo, e gli risponde "Va bene, spacchiamo qualche culo" facendo trasalire Seungcheol "Ehi, voi due! Che linguaggio è questo?!"
I ragazzi scoppiamo tutti a ridere, ma quel breve attimo di spensieratezza viene interrotto dalla voce di Joshua dall'auricolare. Sta guidando l'auto di fronte a loro e, dopo una veloce ispezione, afferma "Coups, è più sicuro fermarci qui, andando avanti rischieremo di essere intercettati".
Il maggiore tocca il dispositivo e gli risponde "Concordo, fermiamoci" attivando la freccia per accostare.Scendono dalle auto e si dispongono secondo le loro postazioni, pensando 'Ci siamo'.
"Tesoro, scusa se oggi non ho potuto passare del tempo con te ma avevo un impegno. Spero che tu ti sia riposata, ho saputo che la signora Min si è presa cura di te!" proferisce il signor Byun mentre taglia con cura la sua bistecca, e Yerim replica "Oh sì, è stata una giornata gradevole" incerta sé porgli la domanda che le frulla per la testa da quel pomeriggio, ma quel silenzio sembra come incentivarla a parlare perciò continua "La signora Min... mi ha anche detto che non starò qui per molto. Cosa significa papà?"
L'uomo la guarda con superiorità, fingendo stupore "Ma come tesoro, mi sembra ovvio. Tu hai la tua vita in America, è giusto che continui a stare là, qui non avresti nessuno e io non sono spesso a casa".
Quella risposta tuttavia non fa che adirarla è finisce con l'allarme la voce "Non ho nessuno perché tu mi hai impedito di restare!" lasciando andare le posate sul piatto.Il padre finge indifferenza a tutto quel baccano e si pulisce gli angoli della bocca con un tovagliolo bianco, per poi spiegarle "Figliola, l'ho fatto per il tuo bene. Stare qui ti avrebbe arrecato solo più dolore, e io volevo che tu fossi felice".
"Felice?!" ripete lei incredula "Pensavi davvero che sarei stata felice da sola in quella casa dall'altra parte dell'oceano, senza di te?! Mi hai abbandonata, sono rimasta insieme alle domestiche per anni e mi hai impedito di vederti! Credi che sia tornata qui perché mi mancavi?! Ho imparato a convivere con la tua assenza, è quella della mamma che invece mi tormenta ancora!"Yerim non sarebbe voluta esplodere in questo modo, ma la rabbia trattenuta fin tutti quegli anni l'ha travolta come un fiume in piena, facendole perdere il controllo.
Il padre, diversamente da quello che si aspettava la ragazza, perde la pazienza a sua volta "Credi sul serio che per me sia stato facile?! Averti qui con me non era altro che la prova che avevo fallito! Il tuo volto me la ricordava ogni volta, ogni singolo giorno, e me lo ricorda ancora di più adesso, sbattendomi in faccia il mio fallimento! Avrei dovuto proteggerla, avrei dovuto salvarla e invece sono rimasto solo, con te a ricordarmi che lei non c'era più! Pensi davvero che sia stato facile Yerim?"La ragazza si gela sul posto, ciò che le sta dicendo ha stranamente senso, se non fosse che "Ma tu papà non potevi salvarla, la mamma era malata..."
Silenzio.
L'uomo non proferisce più parola, lasciando Yerim in attesa di una risposta che non arriverà.
Invece quel vuoto viene colmato nel momento in cui sentono dei rumori provenire dall'esterno.
"Che sta succedendo?" chiede adirato il signor Byun, guardando fuori dalla finestra, rivolgendosi alle guardie alle sue spalle "Controlliamo subito signore".
Gli uomini escono velocemente dalla stanza, ma pochi secondi dopo si sente un boato provenire dalla sala principale seguito da degli spari. L'uomo si precipita a controllare, intimandole di restare nella sala da pranzo, ma Yerim riesce a seguirlo a qualche metro di distanza, assistendo a uno spettacolo raccapricciante.
Ci sono uomini feriti a terra, sporchi di sangue, e alcuni stanno combattendo contro degli altri intrusi.Uno degli uomini però all'improvviso irrompe nella stanza, scaricando una serie di colpi sul soffitto, esclamando "È qui la festa?" lasciandosi andare ad una inquietante risata.
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Shadow • SVT
Fanfiction"Non le è concesso guardare i clienti negli occhi". "Perché?" si lascia sfuggire Yerim. "Non le è concesso saperlo". Yerim si ritrova coinvolta in un mondo dove il sangue non è altro che un colore di cui ci si macchia le mani e l'alcol un codice d'i...