15.

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Yerim quel sabato mattina viene svegliata da un invitante profumino proveniente dalla cucina, il tepore delle coperte tuttavia la convince a restare ancora qualche minuto a letto, godendosi quella mattina autunnale. Si stiracchia rilasciando un sonoro sbadiglio, sfregiandosi gli occhi nella speranza di svegliarsi, e le tornano alla mente i ricordi della sera precedente: i due clienti molesti, il ragazzo che l'ha aiutata e il tono di voce preoccupato del capo che irrompe nella sala cacciandoli.

Si porta una mano sul volto coprendosi per l'imbarazzo, non avrebbe voluto creare problemi dopo nemmeno una settimana da quando ha iniziato a lavorare, ma è grata al suo capo per averla compresa e aiutata. Quella sera ci sarà anche Jun ad aiutarli e questo la conforta, il pensiero di poter di nuovo essere da sola in mezzo a clienti come quelli della sera precedente non la allettava affatto.

Non si era mai sentita così vulnerabile e impotente. Fino a qualche settimana prima aveva sempre avuto qualcuno a pensare a lei e non aveva mai pensato di poter finire in una situazione del genere, non aveva mai dovuto preoccuparsi di nulla, ma ora che si trova da sola nel mondo vero, fuori dalla sua gabbia dorata, non può di certo lasciarsi intimorire così facilmente.

Trova le forze di uscire dalle coperte dopo aver controllato l'ora, manca poco all'ora di pranzo ed è anche suo compito pensarci ormai. Si infila degli abiti comodi ed esce dalla camera, seguendo il rumore di sfrigolio proveniente dalla cucina, accompagnato da una dolce canzone canticchiata a bassa voce.

Si chiude la porta alle spalle e il rumore improvviso coglie Joshua alla sprovvista, il quale smette di cantare immediatamente e si schiarisce la voce per poi salutarla "Buongiorno".
"Buongiorno signore, posso aiutarla in qualche modo?" chiede lei, fingendo di non averlo sentito poco prima, e lui indica un piatto contenente alcuni ortaggi "Certo, triti queste verdure per favore".

Lei si avvicina al bancone della cucina e impugna il coltello, tagliando cautamente ogni verdura. Non ha mai cucinato nulla mentre viveva negli Stati Uniti e, da quando è tornata in Corea, ha mangiato solamente pasti preconfezionati. Ciò che preparano i ragazzi sono i primi veri pasti che mangia, ma cerca ugualmente di contribuire come può, anche se significa impiegare svariati minuti per tagliare un paio di carote e per di più in forme 'particolari', come le aveva definite Jun prendendola in giro.

Si concentra su ciò che sta facendo, ma un pensiero le viene alla mente, così non può che dargli voce "Signore?"
"Sì?" risponde Joshua con disinvoltura mentre controlla la carne per il japchae.
"Sa se c'è qualche palestra qui in zona?" chiede lei titubante, sperando che lui sappia darle indicazioni. Il ragazzo sembra pensarci un attimo "Umh... ce ne sono un paio, una è più adatta all'allenamento a corpo libero ed è fornita da numerosi macchinari, l'altra è incentrata sulle arti marziali, ma ha una sala pesi niente male".

Gli occhi di Yerim si illuminano di speranza "Davvero? E per caso sa se la seconda è aperta il lunedì?"
Joshua posa le bacchette per voltarsi verso di lei, cercando di capire quali siano le sue intenzioni "Sì, è aperta, ma solo fino alle 20" scrutandola meglio "Posso chiederle come mai si vuole iscrivere in palestra così all'improvviso?"

Anche lei interrompe ciò che stava facendo, non distogliendo tuttavia lo sguardo dalle sue mani, e spiega sicura di sé "Ieri sera ho provato per la prima volta un senso di impotenza, non ho saputo difendermi... è stato orribile, e non voglio che ricapiti" poi si volta verso il ragazzo mantenendo lo sguardo sul suo petto "Perciò ho deciso di prendere lezioni di autodifesa, o qualunque arte marziale possa aiutarmi" arrossendo per la sua ignoranza in materia.

Joshua è piacevolmente sorpreso dalla sua determinazione, non si aspettava una reazione del genere dalla ragazza. Da quel poco che sapeva di lei, gli era sembrato di capire che fosse una tipa delicata e indifesa, opinione che non si era rivelata del tutto errata, ma soprattutto una ragazza a cui è sempre stato fornito tutto senza sforzi. Certo, è venuta in Corea da sola e sta dimostrando di voler rimanere, ma questo va oltre le sue aspettative.

Le sorride compiaciuto, poi aggiunge "Sono sicuro che quello sia il posto adatto allora, la gestisce un mio amico cintura nera in taekwondo... dovrebbe passare oggi pomeriggio al locale, glielo presenterò". Questa volta è lui ad averla stupita, non si aspettava che il suo capo si rivelasse così informato e disponibile nei suoi confronti, anche se a pensarci bene è sempre stato gentile con lei nonostante la facciata da tipo tosto. Non può dire di conoscerlo, tutt'altro, d'altronde lavora nel locale da qualche giorno a malapena, eppure lui non ha mai perso occasione per essere cortese con lei e aiutarla quando possibile, un vero gentiluomo.

"La ringrazio signore" risponde lei con un lieve inchino, leggermente preoccupata all'idea di incontrare il suo futuro istruttore. Non credeva di certo di trovarne uno così velocemente, e per di più amico del suo capo, però si ripete che è un bene, ha trovato ciò che cercava in meno tempo del previsto.

Joshua torna a prestare attenzione ai fornelli, verificando che nulla stia bruciando, poi si sporge verso il banco da lavoro dove lei ha ormai finito di tagliare le verdure e le prende, buttandole in padella a cuocere insieme alla carne e qualche spezia.
"Jun arriverà a breve, può occuparsi lei della tavola mentre io finisco qui?" le chiede, ricevendo un cenno in risposta "Certo".
Yerim prende l'occorrente per apparecchiare e si mette all'opera, disponendo tutto sul tavolo, e nel frattempo il loro collega entra in casa poco dopo essere stato nominato, esultando "Finalmente si mangia!" stiracchiando le braccia verso l'alto.

Raggiunge la ragazza per aiutarla con i piatti e lei lo ringrazia per poi chiedergli "Mattinata pesante?"
Lui annuisce "Abbastanza, il sabato è sempre un giorno intenso a lavoro... presto te ne accorgerai anche tu".
"A proposito di questo" si intromette nella conversazione Joshua "Avrei un favore da chiederti".
Jun rilascia un sospiro e si siede svogliatamente, lasciandosi scivolare sulla sedia "Cosa ti serve hyung?" e l'amico si avvicina portando il pranzo in tavola "Non te lo chiederei se non fosse importante, ma ho bisogno che ci aiuti al locale il venerdì e il sabato sera" ricevendo in risposta un'occhiata preoccupata dal minore.

Yerim si affretta a precisare "È per colpa mia, ci sono stati degli strani clienti ieri sera e..." "Se non ci fosse stato Mingyu, non so cosa avrebbero potuto farle. Io non posso essere sempre presente, e lei non può restare da sola, potrebbe ricapitare".
"Va bene, va bene ragazzi, ho capito, non serve mettere quei musi lunghi, contate su di me" li interrompe Jun. Temeva sarebbe potuto succedere, lui è Joshua ne avevano parlato e purtroppo i loro timori si erano concretizzati a quanto pare, perciò non tarda ad acconsentire. Viene tuttavia colto di sorpresa quando Yerim si avvicina e lo abbraccia esclamando "Grazie grazie grazie! Ti prometto che non ci fai farlo per più di qualche settimana, al massimo qualche mese".

Il ragazzo è ancora circondato dalle sue braccia che lo stanno stritolando e non riesce a non arrossire, incapace di respingerla o ricambiare quel gesto, ma quella risposta lo stranisce e guarda Joshua in cerca di una risposta, che lo legge nella mente replicando "Ha deciso di prendere lezioni di autodifesa, oggi infatti pensavo di presentarle DK".

Shadow • SVTDove le storie prendono vita. Scoprilo ora