11.

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Quel pranzo si rivela più indigesto di quanto già si aspettassero dopo ciò che era successo quella mattina, ma Joshua e Yerim non tardano a prepararsi per iniziare a lavorare nel pomeriggio.
La ragazza indossa orgogliosa i suoi nuovi vestiti e raggiunge il salotto con passo fiero, pronta a darsi da fare, dove trova il capo.
È rivolto verso la finestra, sembra che stia contemplando in silenzio la via sottostante.

"Signore?" gli chiede, non capendo se qualcosa lo sta trattenendo o se la stava davvero aspettando.
Lui si volta verso e i suoi occhi si posano inevitabilmente sul suo corpo, sui suoi vestiti per essere più precisi. Dopo qualche secondo realizza di non aver ancora detto nulla, è rimasto ad ammirare in silenzio la ragazza, che si schiarisce la gola richiamandolo, così sussulta "Oh, è già pronta" e aggiunge un semplice commento "Approvo il suo abbigliamento, ottima scelta" sperando di rimediare a quei pochi istanti di imbarazzo venutisi a creare.
Risulta più freddo di quanto volesse, anche se forse è meglio così, ma lei coglie il punto, infatti sorride "La ringrazio".

Scendono al piano di sotto e preparano tutto per l'inizio del turno, Joshua inoltre la avvisa "Oggi è venerdì, perciò ci sarà molta più gente, e domani sarà ancora più affollato, specialmente la sera. Pensa di farcela? Perché Jun nel caso mi ha detto che può darci una mano".
Lei ci riflette per un istante, non ha senso dargli una risposta affrettata e ancora meno essere arroganti e dire di sì senza sapere nemmeno a cosa va incontro "Farò del mio meglio come sempre, ma se stasera non dovessi farcela glielo farò sapere".
Avrebbe tanto voluto potergli dire che se la caverà, ma dal tono di voce del ragazzo le era sembrato preoccupato per le serate a venire.
Spera di sbagliarsi, ma solo il tempo glielo saprà dire.

Detto ciò, aprono il locale e dopo non molto entra il primo cliente.

Un ragazzo alto e magro dallo stile eccentrico si addentra nel locale, Yerim non riesce a togliere gli occhi di dosso dai vestiti sgargianti che indossa. Lo stile con cui ondeggia verso di lei la ipnotizza senza che nemmeno se ne renda conto, persa fra quelle sfumature di giallo, verde e nero.
"Salve, vorrei un Wave menù" ordina il ragazzo.
Il suo evidente accento straniero lo rende ancora più appariscente, ha un fascino non indifferente e Yerim ne rimane stregata.

"C-certo, subito" risponde lei, battendo l'ordine alla cassa, mentre Joshua al suo fianco si lamenta "Proprio quello?" sbuffando.
'Deve conoscere bene questo cliente per rispondergli così' pensa lei, trattenendo una risatina nel sentire il suo capo utilizzare quel tono di voce così insolito.
"Ovvio, il tuo è l'unico locale dove si può degustare il tè come si deve hyung" ribatte l'altro con indifferenza, alzando leggermente le spalle come a volersene lavare le mani.

Joshua sospira, non può che accontentare il suo cliente "E va bene, se la metti così... quali tè vorresti assaggiare oggi?"
"Fai tu, mi fido del tuo istinto... come sempre" risponde il minore facendogli l'occhiolino, andandosi poi ad accomodare a un tavolo in attesa del suo ordine.

Joshua si mette all'opera, selezionando alcune varietà di tè che sa di per certo che l'amico non ha ancora provato, poi prepara tutto l'occorrente per la degustazione. Si rivolge a Yerim "Inizia a portare questo, io penso al resto" indicandole con una mano il primo vassoio già pronto.
Lei lo prende e si dirige subito dal cliente, che sta scorrendo con le dita affusolate un post dietro l'altro sul suo telefono. Alcuni particolari rapiscono la sua attenzione: oltre ad avere un grosso anello al mignolo in contrasto con le sue dita magre che spunta al di sotto del telefono, nota anche che le cuticole delle unghie sono leggermente macchiate di colore, probabilmente un qualche tipo di pittura dato che si tratta di colori sgargianti.
'Che si tratti di un altro cliente VIP?' si chiede Yerim, ricordandosi dei due clienti della sera prima.
Arriva di fronte al suo tavolino e lo informa "Salve, ecco a lei. Il mio capo arriverà presto con il resto del suo ordine".

Tornando verso il bancone, non riesce tuttavia a scacciare un pensiero 'Possibile che quello fosse lo stesso anello?'
Le era sembrato che quell'anello fosse identico al mignolo di alcuni altri clienti, ma era nascosto al di sotto del telefono perciò non può dirlo con certezza, eppure le sembra fosse proprio quello. Quello che porta anche il suo capo.
Cerca tuttavia di scacciare quel pensiero 'Sicuramente mi sto solo confondendo, devo smetterla di vedere collegamenti anche dove non ce ne sono...'

Raggiunge il bancone mentre Joshua va dal cliente e si sofferma a parlare con lui, ormai è evidente che i due sono più che semplici conoscenti. Lei infatti non fa domande e si limita ad attendere alla cassa e accogliere i clienti che si susseguono.
Proprio come aveva previsto il suo capo, i clienti cominciano ad affluire numerosi e Yerim cerca di stare al passo con tutti.

Uno fra tutti spicca, ha una voce famigliare "Ciao, potresti farmi un My I?"
Lei corruga le sopracciglia e fissa quelle mani così famigliari, digitando poi l'ordine alla cassa pensando 'Jun?' consapevole di non poter dire il suo nome, divulgare informazioni sui clienti andrebbe contro la politica del locale.
Sorride e passa l'ordine a Joshua, ma il cliente propone "Perché non me lo prepari tu?" e il maggiore si intromette "Sicuro Jun di voler essere la sua cavia?" ridacchiando, confermando così il presentimento di Yerim che arrossisce e risponde "Forse è meglio che te lo prepari lui...".

L'ultima cosa che vorrebbe è sbagliare a preparare proprio l'ordine di Jun, l'unico fra le milioni di persone che vivono a Seoul con cui abbia avuto qualche breve conversazione e si sia dimostrato gentile nei suoi confronti senza volere nulla in cambio, cercando di metterla sempre a suo agio. Il ragazzo però insiste "Tranquilla, non è nulla di complicato, e poi prima o poi dovrai pur iniziare a preparare gli ordini anche tu... meglio commettere un errore con me piuttosto che con un altro cliente".
Yerim non lo guarda in volto, come sempre, ma è sicura di poter sentire il sorriso che le sta rivolgendo mentre le parla sicuro. Riesce a infonderle in qualche modo un po' di sicurezza con quelle parole.

Joshua ci riflette "Questo è vero..." e si rivolge alla ragazza ordinandole "Copi quello che faccio io e cerchi di ricordarsi i passaggi, il My I è una delle bevande più richieste".
Lei annuisce e si prepara a eseguire ogni sua ossa, prestando la massima attenzione.

È arrivato il momento di dimostrare che è all'altezza delle aspettative del suo capo, e non intende deluderlo.

Shadow • SVTDove le storie prendono vita. Scoprilo ora