•La pesa delle bacchette (3)

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《Ora Harry era seccato davvero. Come diavolo faceva a sapere
cos'avrebbero provato i suoi genitori se fossero stati vivi? Si
accorse che Rita Skeeter lo osservava con molta attenzione. Incupito,
evitò il suo sguardo e lesse le parole che la penna aveva appena
tracciato.
I suoi occhi di un verde stupefacente si riempiono di lacrime
quando la nostra conversazione verte sui genitori che a stento
ricorda.
'Non ho gli occhi pieni di lacrime!' disse Harry ad alta voce.
Prima che Rita Skeeter potesse proferir parola, la porta del
ripostiglio delle scope si aprì. Harry alzò gli occhi, strizzandoli
nella luce forte. Albus Silente era in piedi e guardava tutti e due lì
schiacciati nello sgabuzzino.
'Silente!' strillò Rita Skeeter, apparentemente deliziata: ma Harry
notò che penna e pergamena erano spariti all'improvviso da sopra la
scatola di Solvente Magico, e le dita artigliate di Rita facevano
scattare in gran fretta il fermaglio della sua borsa di coccodrillo.
'Come sta?' disse, alzandosi e tendendo una delle sue manone
mascoline a Silente. 'Spero che durante l'estate abbia letto il mio
articolo sulla Conferenza della Confederazione Internazionale dei
Maghi...'
'Di una perfidia incantevole' commentò Silente, con gli occhi che
brillavano. 'Ho particolarmente apprezzato il fatto che lei mi abbia
definito un obsoleto pisquano'.
Rita Skeeter non parve nemmeno vagamente imbarazzata. 'Stavo solo
sottolineando che alcune delle sue idee sono un po' vecchio stile,
Silente, e che molti maghi della strada...'
'Ascolterò con vero piacere l'argomentazione dietro alla villania,
Rita' disse Silente, con un inchino galante e un sorriso, 'ma temo
che dovremo discutere la questione più tardi. La Pesa delle Bacchette
sta per cominciare, e non può aver luogo se uno dei nostri campioni è
nascosto in un ripostiglio delle scope'.
Assai lieto di sfuggire a Rita Skeeter, Harry tornò in fretta nella
stanza. Gli altri campioni erano seduti vicino alla porta; lui si
mise subito vicino a Cedric, e guardò verso il tavolo coperto di
velluto, dove ora erano schierati quattro dei cinque giudici: il
professor Karkaroff, Madame Maxime, il signor Crouch e Ludo Bagman.
Rita Skeeter si sistemò in un angolo; Harry la vide far scivolare di
nuovo la pergamena fuori dalla borsa, spiegarla sul ginocchio,
succhiare la punta della Penna Prendiappunti e sistemarla sul foglio.
'Vi presento il signor Olivander' disse Silente, sedendosi al
tavolo dei giudici e rivolgendosi ai campioni. 'Sarà lui a
controllare le vostre bacchette per assicurarsi che siano in buone
condizioni prima del Torneo'.》

Harry era grato al preside che l'avev tolto da quella situazione.

《Harry alzò gli occhi e con un sussulto di sorpresa vide un vecchio
mago dai grandi occhi pallidi immobile vicino alla finestra. Harry
aveva già incontrato il signor Olivander: era il fabbricante di
bacchette dal quale aveva comprato la sua più di tre anni prima a
Diagon Alley.
'Mademoiselle Delacour, può farsi avanti per prima, prego?' disse Olivander, avanzando nello spazio vuoto al centro della stanza.
Fleur Delacour raggiunse Olivander e gli consegnò la sua bacchetta.
'Hmmm...' disse lui.
Fece ruotare la bacchetta tra le lunghe dita e quella sprigionò una
serie di scintille rosa e oro. Poi l'avvicinò agli occhi e la osservò
con attenzione.
'Sì' disse piano, 'nove pollici e mezzo... rigida... legno di
rosa... e contiene... santo cielo...'
'Un capello della testa di una Veela' concluse Fleur. 'Era mia
nonna'.
E così Fleur era in effetti in parte Veela, pensò Harry, prendendo
mentalmente nota della cosa per dirlo a Ron... poi si ricordò che Ron
non gli rivolgeva la parola.
'Sì' disse il signor Olivander, 'sì, io non ho mai usato capelli di
Veela, naturalmente. Trovo che siano adatte a bacchette piuttosto
umorali... comunque, a ciascuno la sua, e se questa va bene per
lei...'
Il signor Olivander fece scorrere le dita lungo la bacchetta, in
apparenza alla ricerca di graffi o bozzi; poi borbottò: 'Orchideous!'
e dalla punta sbucò un mazzo di fiori.
'Molto bene, molto bene, è in buone condizioni' disse Olivander,
afferrando i fiori e porgendoli a Fleur con la sua bacchetta. 'Signor
Diggory, ora tocca a lei'.
Fleur tornò al suo posto e sorrise a Cedric quando lui le passò
accanto.
'Ah, certo, questa è una delle mie, vero?' disse il signor
Olivander molto più animato mentre Cedric gli consegnava la sua
bacchetta.
'Sì, me la ricordo bene. Contiene un unico crine della coda di un
unicorno maschio particolarmente bello... doveva essere alto almeno
un metro e ottanta; mi ha quasi trafitto col suo corno dopo che gli
ho spennato la coda. Dodici pollici e un quarto... frassino...
piacevolmente flessibile. E' in buone condizioni... fai regolarmente
manutenzione?'
'L'ho lucidata ieri sera' rispose Cedric con un sorriso.
Harry guardò la sua bacchetta e vide che era coperta di impronte.
Afferrò un lembo della veste e cercò di lucidarla di nascosto.
Parecchie scintille d'oro sprizzarono dalla sua punta. Fleur Delacour
gli scoccò uno sguardo molto condiscendente, e lui lasciò perdere》

The story of Harry Potter -The boy who lived-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora