Terza Prova.

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E se pur velocemente, il giorno dopo arrivò. Harry non aveva chiuso occhi, aveva passato la notte nella sala comune, a guardare fuori la finestra. Sentiva, o meglio, aveva il sentore che qualcosa lì fuori era pronto a colpire, e lui si sarebbe trovato impreparato. E per la prima volta, pregò. Inconsciamente, pregò i suoi genitori, non quelli che erano arrivati dalla loro epoca, ma i genitori che erano effettivamente morti per salvarlo. 

Alla prime luci dell'alba, Harry scese in sala grande. La prova si sarebbe tenuta nel pomeriggio, quella mattina ai quattro campioni fu data la possibilità di passare la mattina con la propria famiglia. Ma Harry, si isolò. Nemmeno i suoi migliori amici erano stati considerati dal corvino. Mangiò poco e niente e poi andò  in un aula in  disuso e si esercitò, ma non aveva la concertazione. 

Mentre, i genitori avevano chiesto a Silente di non perdere di vista Harry, avevano paura ed anche il vecchio preside. "Lily, i professori saranno di pattuglia, qualsiasi cosa interverranno" disse calmando la donna, senza riuscirci. Le ore passano ed arriva la terza prova. 

Harry camminò verso il campo di Quiddich, che era stato adibito a labirinto. Si posizionò davanti l'entrata del labirinto, lui e Cedric sarebbero stati i primi. Non ascoltò nulla, solo il suono del cannone e con l'umore sotto terra entrò attraverso la siepe ed essa si richiuse dietro di lui. Ora era solo. A passo lento camminò verso lungo il tragitto e con l'aiuto della bacchetta che gli fece da navigatore, riuscì ad affrontare due prove. 

Mentre svoltava a destra, vide Krum che cruciava Cedric ed andò in suo aiuto. Scoprì che Krum fu stregato, e così lo tramortì. Aiutò Cedric ad alzarsi e il ragazzo lo ringraziò. "Stai bene?" chiese il ragazzo al corvino che annuì. Poi le strade si separarono. Harry proseguì dritto, e s'imbatte in Fleur che aveva decisamente bisogno d'aiuto, e diede lui l'allarme. Assicuratosi che fosse al sicuro, continuò e così arrivò davanti la coppa, attese l'arrivo di qualcun altro, ma di Cedric nessuna traccia. Così, egoisticamente, avvicinò la mano alla coppa e la prese, ma questa si rivelò essere una passaporta. 

Harry si trovò lungo lungo su di un prato, sporco. Si mise seduto e si accorse che era nel luogo che infestava i suoi sogni. Si alzò e tenne la bacchetta con sè. Si guardò in giro e si fermò davanti la tomba di un certo Tom Riddle. Si chiese se quella fosse la tomba del padre di Voldemort. Ma appena si voltò verso il suono di una porta che si apriva, venne incatenato alla tomba, e il suo sguardo si posò su Minus, che aveva con se quello che sembrava un bambino. 

Harry guardò stranito quella scena davanti ai suoi occhi, il ratto aveva acceso il fuoco sotto ad un calderone,  pieno di quella che sembrava acqua. Poi recitò quello che era un rituale. Non capì bene, ma vide un osso cadere nell'acqua, il braccio di Minus stesso -qui chiuse gli occhi disgustato- e poi lo vide avvicinarsi. Fu inutile ribellarsi, Minus lo aveva ferito e prelevato del sangue, che finì in quella strana poltiglia. Come ultimo ingrediente, quello che sembrava un bambino. Ci fu un forte scoppio ed Harry con orrore vide la nascita di Voldemort. 

Solo lui poteva arrivare a tanto. E quando fu davanti la sua figura, la cicatrice iniziò a bruciare. Voldemort, si fece dare la propria bacchetta e poi richiamò altri mangiamorte coprendo con la punta della bacchetta un tatuaggio sul braccio di Minus. Poco dopo, in cielo vide lo stesso simbolo alla Coppa di Quiddich e da esso uscirono delle figure, che una volta finito di volare presero sembianze umane. Harry riconobbe la tunica del professor Piton e provò un motto di rabbia. Oltre a lui, notò anche Lucius Malfoy. Man mano Voldemort rivelò tutte le figure, Goyle, Crabble, Nott, McNair, tutti nomi che ad Harry erano familiari. 

Voldemort passò a lamentarsi di come siano venuti meno, di come non lo avevano cercato. Una predica fintamente dolce, ma che nascondeva rabbia. Poi, diede la sua attenzione al corvino, che passò a raccontare di come lui lo avesse aiutato a tornare, ed Harry mentre raccontava, sentiva la bile salire. Dopo aver raccontato, cose che Harry non sapeva, finì. Stanco di tutto quello, Harry desiderò solo che lo uccidesse, così non avrebbe più sofferto. Ma, i piani erano altri. Voldemort voleva si ucciderlo, ma in un duello. Harry così tornò in piedi con la bacchetta in mano. 

Ma di combattere non ne aveva voglia, ma fu costretto e così duellò con il mostro. Stava avendo la meglio, e stava per cedere ma poi quando le loro bacchette si incontrarono, scoppi di luce dorata uscirono da entrambe le bacchette, che però sembrare notare solo Harry. Diverse figure volarono da lui, riconobbe l'anziano signore, poi i suoi genitori. Harry si sentì morire, quelli erano i suoi veri genitori, che erano morti per lui. 

"Harry hai pochi secondi, stacca il collegamento e vai via." dicevano in coro ed Harry fece così, appena calò la bacchetta, Voldemort venne colpito da queste anime ed Harry richiamando la passaporta, lasciò il cimitero e cadde rovinosamente sul prato del campo di Quiddich. Intorno a lui il boato, ma sembrava lontano, Harry aveva battuto la testa e stava perdendo i sensi. Così, si abbandonò ad essi e prima di chiudere gli occhi, vide i suoi genitori, che per una seconda volta lo avevano salvato. 

Quando si risvegliò, sentì la testa pesante, e quando mise a fuoco si accorse che era in infermeria. Si mise gli occhiali e solo allora notò i genitori, che erano al suo capezzale. Erano così simili ai genitori che lo avevano salvato e arrivò alla consapevolezza che se non fossero andat in suo aiuto, sarebbe morto senza chiarire con i genitori. Non li lasciò parlare, che se li strinse entrambi. I due ricambiarono ovviamente e Lily pianse stretta al figlio e al marito. Harry non finiva di scusarsi, di chiedere scusa. 

Solo alla sera, ad Harry fu permesso di uscire. Quando arrivò in sala grande, venne accolto da applausi e schiamazzi. Il corvino sorrise grato a tutti e si avvicinò ai suoi migliori amici, Hermione gli fu addosso. "Pensavo che ti avrei perso" disse tornando a piangere, ed Harry la consolò. Poi passò ad abbracciare Ron, tutta la famiglia Weasley, Remus, Fred ed infine si trovò davanti a Sirius. Harry era imbarazzato, ma fu l'uomo a stringerlo ed Harry solo allora pianse. Pianse tra le braccia del padrino, tutti si ammutolirono, dando il giusto peso a quella scena. 

Silente, dal tavolo docenti, si alzò e diede inizio a quello che fu l'applauso più lungo di Hogwarts. Per il resto della serata, festeggiarono ed Harry fu grato che nessuno gli chiedesse nulla, ma molti notarono come guardava male alcuni serpeverde. Ma quella sera, Harry staccò la mente e stette con la sua famiglia. 

Era arrivato a decidere che avrebbe raccontato il tutto dopo la fine della lettura, voleva capire cosa fosse scritto nel libro diversamente da quello che aveva vissuto. E Silente, condivise quella sua scelta. 


The story of Harry Potter -The boy who lived-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora