•La prova inaspettata (2)

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Quando i due tornarono in giardino, Harry aveva il sedere in fiamme, e cercava di camminare quanto il più normale possibile. Arrivati al centro, andò a sedersi su un divano a due piazze insieme al rosso.

La lettura riprese con Lily.

Mancavano ancora due
mesi e mezzo prima di dover sapere che cosa significava quell'ululato
stridente, dopotutto.
'Ma potresti metterci settimane per capirlo!' esclamò Hermione.
'Passerai per un vero idiota se tutti gli altri sapranno che cos'è la
seconda prova e tu no!'
'Lascialo in pace, Hermione, se l'è meritato un po' di riposo'
disse Ron, e depose le ultime due carte in cima al castello, che
esplose in grande stile, bruciacchiandogli le sopracciglia.
'Sei carino, Ron... s'intonerà con il tuo abito da sera'.
Erano Fred e George. Sedettero al tavolo con Hermione e Ron mentre
quest'ultimo si tastava la faccia per valutare i danni.
'Ron, ci presti Leo?' chiese George.
'No, è fuori a consegnare una lettera' rispose Ron. 'Perché?'
'Perché George vuole invitarlo al ballo' disse Fred sarcastico.
'Perché vogliamo spedire una lettera, razza di scemo' disse George.
'Si può sapere a chi è che continuate a scrivere, voi due, eh?'
disse Ron.
'Smettila di ficcare il naso nelle cose che non ti riguardano, Ron,
o ti brucerò anche quello' disse Fred, agitando la mano con fare
minaccioso. 'Allora... avete già tutti una dama o un cavaliere per il
ballo?'
'No' rispose Ron.
'Be', sarà meglio che ti sbrighi, ragazzo, o quelle carine saranno
tutte occupate' disse Fred.
'E tu con chi ci vai?' chiese Ron.
'Con Angelina' rispose Fred immediatamente, senza alcuna traccia di
imbarazzo.
'Cosa?' disse Ron, sorpreso. 'L'hai già invitata?'》

Harry guardò il rosso che rise di poco.

《'Giusto' disse Fred. Si voltò e gridò attraverso la sala comune:
'Ehi! Angelina!'
Angelina, che stava chiacchierando con Alicia Spinnet vicino al
fuoco, si voltò a guardarlo.
'Cosa c'è?' gridò in risposta.
'Vuoi venire al ballo con me?'
Angelina scoccò a Fred uno sguardo di apprezzamento.
'Sì, ok' rispose, poi tornò a rivolgersi ad Alicia e riprese a
chiacchierare con un mezzo sorriso stampato in faccia.
'Ecco fatto' disse Fred a Harry e Ron. 'Semplicissimo'. Si alzò
sbadigliando: 'Allora sarà meglio che usiamo un gufo della scuola,
George, andiamo...'
Uscirono. Ron smise di tastarsi le sopracciglia e guardò Harry
attraverso le rovine fumanti del suo castello di carte.
'In effetti dovremmo darci da fare, sai... invitare qualcuno. Ha
ragione. Non vogliamo certo finire con un paio di troll'.
Hermione farfugliò indignata. 'Un paio di... come hai detto?'
'Be'... hai capito' disse Ron alzando le spalle. 'Preferirei
andarci da solo che con... con Eloise Midgen, diciamo'.
'La sua acne è migliorata moltissimo ultimamente... ed è molto
simpatica!'
'Ha il naso storto' osservò Ron. 'Oh, capisco' disse Hermione incollerita. 'Quindi in pratica
inviterai la ragazza più carina che sia disposta ad accettarti, anche
se è un tipo spaventoso?'
'Ehm... sì, è più o meno così' rispose Ron.
'Vado a dormire' scattò Hermione, e filò verso la scala delle
ragazze senza aggiungere un'altra parola.》

《Gelosa?》scherzò Ron e la riccia rise.

Il corpo insegnante di Hogwarts, nello sforzo continuo di
impressionare i visitatori di Beauxbatons e Durmstrang, sembrava
deciso a mostrare il castello al suo meglio per Natale. Quando le
decorazioni furono tutte al loro posto, Harry notò che erano le più
straordinarie che avesse mai visto a scuola. Ghiaccioli Sempiterni
erano stati appesi ai corrimani della scalinata di marmo; i soliti
dodici alberi di Natale della Sala Grande erano coperti di qualunque
cosa, dalle bacche luminose di agrifoglio ad autentici gufi d'oro
ululanti, e le armature erano state tutte stregate in modo da
intonare canti di Natale quando qualcuno gli passava davanti. Era
davvero una cosa straordinaria sentire Venite, fedeli cantato da un
elmo vuoto che sapeva solo metà delle parole. Gazza il custode
dovette estrarre parecchie volte Pix dalle armature, dove aveva preso
l'abitudine di nascondersi, colmando le lacune nelle canzoni con rime
di sua invenzione, tutte decisamente maleducate.
E Harry non aveva ancora invitato Cho al ballo. Lui e Ron
cominciavano a innervosirsi, anche se, come osservò Harry, Ron senza
una compagna avrebbe fatto la figura dello stupido molto meno di lui:
Harry doveva aprire le danze con gli altri campioni.
'C'è sempre Mirtilla Malcontenta' disse tetro, alludendo al
fantasma che infestava il bagno delle ragazze al secondo piano.
'Harry... dobbiamo solo stringere i denti e farlo' disse Ron il
venerdì mattina, nel tono di chi medita di prendere d'assalto una
fortezza inespugnabile. 'Questa sera, quando torneremo in sala
comune, avremo tutti e due una dama... d'accordo?'
'Ehm... ok' rispose Harry.
Ma tutte le volte che sbirciò Cho quel giorno - all'intervallo, e
poi a pranzo, e una volta mentre andava a Storia della Magia - lei
era circondata da amiche. Non andava mai da nessuna parte da sola?
Forse poteva tenderle un agguato mentre andava in bagno? Ma no:
pareva che anche là ci andasse con una scorta di quattro o cinque
ragazze. Ma se non agiva in fretta, sarebbe stata di sicuro invitata
da qualcun altro.
Trovò difficile concentrarsi per il test di antidoti di Piton, e di
conseguenza si scordò di aggiungere l'ingrediente-chiave - un bezoar
- così prese un voto bassissimo. Ma non gli importava; era troppo
occupato a mettere insieme tutto il suo coraggio per ciò che stava
per fare. Quando suonò la campana, afferrò la borsa e corse verso la
porta della cantina.
'Ci vediamo a cena' disse a Ron e Hermione, e sfrecciò su per le
scale.
Doveva solo dire a Cho che voleva parlarle a quattr'occhi, tutto
qui... corse attraverso i corridoi affollati, cercandola, e (più in fretta del previsto) la trovò che usciva da una lezione di Difesa
contro le Arti Oscure.
'Ehm... Cho, posso parlarti un momento?'
Le risatine dovrebbero essere messe fuori legge, pensò Harry
infuriato mentre tutte le ragazze attorno a Cho si sbellicavano. Lei
però no. Disse 'Ok' e lo seguì lontano dalle orecchie delle sue
compagne.
Harry si voltò a guardarla e il suo stomaco fece un balzo, come se
scendendo le scale avesse saltato un gradino.
'Ehm' disse.
Non poteva invitarla. Non poteva. Ma doveva. Cho rimase lì a
guardarlo, perplessa.
Le parole gli uscirono di bocca prima che Harry le avesse
pronunciate.
'Vunralbllocommè?'
'Cosa?' disse Cho.
'Vuoi... vuoi venire al ballo con me?' disse Harry. Perché doveva
arrossire proprio ora? Perché?
'Oh!' disse Cho, e arrossì anche lei. 'Oh, Harry, mi dispiace tanto'
e sembrava davvero sincera. 'Ma... ho già promesso di andare con
qualcun altro'.
'Oh' disse Harry.
Che strano: un attimo prima le sue viscere si contorcevano come
serpi, ma ora gli sembrava di non avere affatto delle viscere.
'Oh. Ok' disse, 'non c'è problema'.
'Mi dispiace davvero' ripeté lei.
'Non c'è problema' ripeté Harry.
Rimasero lì a guardarsi, e poi Cho disse: 'Be'...'
'Sì' disse Harry.
'Be', ciao' disse Cho, sempre molto rossa. Si allontanò.
Harry le gridò dietro, prima di riuscire a trattenersi:
'Con chi ci vai?'
'Oh... con Cedric' rispose lei. 'Con Cedric Diggory'.
'Oh, certo' disse Harry.》

The story of Harry Potter -The boy who lived-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora