- Il pensatoio. (1)

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Sta volta a leggere fu Remus, in pena anche lui per il corvino. Il corvino alla fine si era addormentato tra le braccia del suo ragazzo, che soffriva a vederlo così. Ma si sentiva anche impotente, voleva fare qualcosa ma non sapeva cosa. 

-La porta dell'ufficio si aprì. « Salute, Potter » disse Moody. « Entra, allora ». Harry entrò. Era già stato una volta nell'ufficio di Silente; era una camera circolare, molto bella, tappezzata di ritratti di Presidi di Hogwarts del passato, tutti immersi in un sonno profondo, il petto che si alzava e si abbassava dolcemente. Cornelius Caramell era in piedi accanto alla scrivania di Silente, col suo solito mantello gessato e la bombetta verde acido in mano. « Harry! » esclamò cordiale, facendo un passo avanti. « Come stai? » « Bene » mentì Harry. « Stavamo parlando della notte in cui il signor Crouch è apparso nel parco » disse Caramell. « Sei stato tu a trovarlo, vero? » « Sì » rispose Harry. Poi, visto che era inutile fingere di non aver origliato la loro conversazione, aggiunse: « Però non ho visto Madame Maxime da nessuna parte, e farebbe fatica a nascondersi, no? » Alle spalle di Caramell, Silente sorrise a Harry, gli occhi scintillanti. « Sì, be' » rispose Caramell, imbarazzato, « stiamo per andare a fare una passeggiata nel parco, Harry, se non ti dispiace... forse se torni in classe... » « Volevo parlare con lei, professore » disse Harry rapido a Silente, che gli scoccò uno sguardo indagatore. « Aspettami, Harry » disse. « Il nostro sopralluogo nel parco non durerà a lungo ». Uscirono in drappello, silenziosi, e chiusero la porta.-

- [---]Si volse a cercarne la fonte, e vide una lama di luce di un biancore argenteo scintillare da un armadio nero alle sue spalle: lo sportello non era stato chiuso bene. Harry esitò, lanciò un'occhiata a Fanny, poi si alzò, attraversò l'ufficio e aprì lo sportello dell'armadio. Dentro c'era un basso bacile di pietra, con strane figure incise sul bordo; rune e simboli che Harry non riconobbe. La luce d'argento emanava dal contenuto del bacile, che non somigliava a nulla che Harry avesse mai visto prima. Non riuscì a capire se la sostanza fosse liquida o gassosa. Era di un colore argento luminoso e biancastro, e si muoveva incessantemente; la superficie s'increspò come acqua accarezzata dal vento, e poi, simile alle nuvole in cielo, si separò e vorticò dolcemente. Sembrava luce liquida – o vento solido; Harry non riuscì a capirlo.-

"La curiosità ha ucciso il gatto" scherzò Dean e solo pochi nati babbani risero, riconoscendo il detto. 

-Harry si avvicinò; ormai aveva la testa dentro l'armadio. La sostanza argentea era diventata trasparente; sembrava vetro. Vi guardò dentro, aspettandosi di vedere il fondo di pietra del bacile, e invece vide un'enorme sala, una sala che gli parve di guardare da una finestra rotonda nel soffitto. Una luce fioca illuminava l'ambiente; poteva trovarsi sottoterra, perché non c'erano finestre, solo torce sorrette da bracci come quelle che illuminavano le sale di Hogwarts. Abbassando il viso fin quasi a sfiorare col naso la sostanza vetrosa, Harry vide file e file di maghi e streghe seduti lungo tutte le pareti, sopra quelle che sembravano panche disposte a diverse altezze. Nel centro della stanza troneggiava una sedia vuota. Aveva un aspetto vagamente sinistro. Dai braccioli pendevano delle catene. Dov'era quel luogo? Certo non a Hogwarts; non aveva mai visto una sala del genere nel castello. Per di più, la folla nella sala misteriosa in fondo al bacile era formata da adulti, e Harry sapeva che non ce n'erano così tanti a Hogwarts. Pareva che stessero aspettando qualcosa; anche se vedeva solo le punte dei loro cappelli, sembrava che fossero tutti rivolti nella stessa direzione, e non parlavano tra loro-

Silente capì quale fosse il ricordo, e se soltanto non si fosse fidato così tanto di Severus, ora quella situazione in cui si trovavano poteva essere evitata. Mentre Karkaroff era nervoso, se si fosse saputo che era un ex mangiamorte, lo avrebbero guardato con sospetto. 

-E all'improvviso si ritrovò seduto su una panca in fondo alla sala dentro il bacile, una panca più in alto delle altre. Guardò verso l'alto soffitto di pietra, aspettandosi di vedere la finestra circolare dalla quale aveva appena osservato la scena, ma lassù non c'era altro che scura, solida pietra. Respirando affannosamente, Harry si guardò attorno. Non uno dei maghi, non una delle streghe presenti (e ce n'erano almeno duecento) lo stava guardando. Nessuno pareva essersi accorto che un ragazzo di quattordici anni era appena piovuto tra loro dal soffitto. Harry si voltò verso il mago che sedeva accanto a lui e gettò un alto grido di sorpresa che echeggiò nella sala silenziosa. Era seduto al fianco di Albus Silente. « Professore! » sussurrò affannosamente. « Mi dispiace... non volevo... stavo solo guardando il bacile nell'armadio... io... dove siamo? » Ma Gli era già successo di trovarsi in un posto dove nessuno poteva vederlo o sentirlo. Quella volta era caduto dentro una pagina di un diario stregato, diritto nella memoria di un altro... e a meno che non si sbagliasse di grosso, era successa di nuovo una cosa del genere... ]...[ Harry alzò la mano destra, esitò, poi la sventolò con foga davanti al volto di Silente. Quest'ultimo non batté ciglio, non si volse verso Harry, non si mosse affatto. E ciò, per Harry, sistemava la faccenda: Silente non lo avrebbe ignorato così. Si trovava dentro un ricordo, e quello non era il Silente di oggi. Eppure non poteva essere passato molto tempo... il Silente seduto accanto a lui in quel momento aveva i capelli d'argento, proprio come il Silente di oggi. Ma che cos'era quel posto? Che cosa aspettavano tutti quei maghi?-

"Si trovava ad un processo, quella sala era la sala interrogatori. Dopo la dipartita di Tu sai chi, si tenevano dai dieci ai venti processi al giorno. " raccontò Amalia Bones alla nipote, che annuì. 

-Prima che Harry potesse giungere a qualche conclusione, udì dei passi. La porta nell'angolo della segreta si aprì, ed entrarono tre persone: o meglio, un uomo, scortato da due Dissennatori. Harry si sentì gelare. I Dissennatori, alte creature incappucciate dai volti nascosti, scivolarono lentamente verso la sedia al centro della sala, le mani putrefatte attorno alle braccia del prigioniero, che sembrava sul punto di svenire. Harry lo capiva: ricordava perfettamente il potere dei Dissennatori, benché ora non potessero toccarlo, dentro la memoria di un altro. La folla in attesa si ritrasse mentre i Dissennatori spingevano l'uomo sulla sedia e uscivano silenziosamente dalla sala. La porta si chiuse alle loro spalle. Harry guardò l'uomo seduto: era Karkaroff.-

E come previsto tutti guardarono l'uomo, che finse un aria di superiorità. Aveva tradito il signore oscuro e se davvero lui fosse tornato, era in pericolo. 

- « Igor Karkaroff » disse una voce asciutta alla sinistra di Harry. Lui si voltò, e vide il signor Crouch in piedi al centro della panca al suo fianco. Aveva i capelli scuri, il volto molto meno segnato e sembrava sano e vigile. « Sei stato portato da Azkaban per deporre davanti al Ministero della Magia. Ci hai lasciato capire di avere delle informazioni importanti per noi ». Karkaroff si raddrizzò meglio che poteva, legato com'era. « È così, signore » disse, e anche se il suo tono di voce era molto spaventato, Harry vi riconobbe la familiare nota melliflua. « Desidero rendermi utile al Ministero. Desidero collaborare. Io... io so che il Ministero sta cercando di... di isolare gli ultimi sostenitori del Signore Oscuro. Sono disposto a collaborare come posso... » Tra le panche si diffuse un mormorio. Alcuni maghi e streghe osservavano Karkaroff con interesse, altri con esplicita diffidenza. Poi Harry udì distintamente una voce ben nota ringhiare una parola dall'altro lato di Silente: « Feccia ».

Era fortunato che era l'unico ex mangiamorte lì presente, non sarebbe riuscito a sopportare altri sguardi pieni di disgusto. 

-« Crouch lo lascerà andare » sussurrò piano a Silente. « Ha fatto un patto con lui. Ci ho messo sei mesi a scovarlo, e Crouch lo lascerà andare se otterrà nuovi nomi a sufficienza. Sentiamo quello che ha da dire, dico io, e poi ributtiamolo subito in pasto ai Dissennatori ». Silente emise un piccolo sbuffo di dissenso dal lungo naso adunco. « Ah, dimenticavo... a te non piacciono i Dissennatori, vero, Albus? » disse Moody con un sorriso sardonico. « No » rispose tranquillamente Silente. « Temo di no. Da tempo ritengo che il Ministero sbagli ad allearsi con creature del genere ». « Ma per feccia come questa... » disse piano Moody. « Sostieni di essere in grado di fare dei nomi, Karkaroff » riprese Crouch. « Sentiamoli, allora ».-

"Chi fa la spia, non é figlio di Maria" scherzò un nato babbano facente parte dei Tassorosso, ed i suoi amici, quei pochi che lo sentirono, sorrisero.

-« Dovete capire » disse in fretta Karkaroff « che Colui-Che-Non-Deve- Essere-Nominato ha sempre agito con la massima segretezza... preferiva che noi – voglio dire, i suoi sostenitori – e io ora mi rammarico profondamente di essere stato uno di loro... » « Vai avanti » sogghignò Moody. « ... che non conoscessimo mai i nomi di tutti i nostri compagni... solo lui sapeva esattamente chi eravamo... » « Saggia mossa davvero, visto che ha impedito a uno come te, Karkaroff, di denunciarli tutti » borbottò Moody. « Eppure tu dici di conoscerli? » disse il signor Crouch. « Io... io sì » disse Karkaroff senza fiato. « Ed erano sostenitori importanti, badate. Li ho visti eseguire i suoi ordini con i miei occhi. Vi fornisco queste informazioni come prova della mia totale e piena rinuncia a lui, e sono pervaso da un rimorso così profondo che riesco a stento... » « Allora, questi nomi? » esclamò secco il signor Crouch. Karkaroff trasse un profondo respiro. « C'era Antonin Dolohov » disse. « Io... io l'ho visto torturare innumerevoli Babbani e... e non-sostenitori del Signore Oscuro ». « E gli hai dato man forte » mormorò Moody.-

Molti rabbrividirono e guardarono male l'uomo. Solo i vigliacchi si comportavano così. "In carcere doveva stare" disse Lily sotto voce. 

-« Altro? » disse Crouch. « Sì! » esclamò Karkaroff. « C'era Travers... è stato complice dell'assassinio dei McKinnon! Mulciber... si era specializzato nella Maledizione Imperius, ha costretto tantissime persone a fare cose orribili! Rookwood, che era una spia, e passava a Colui-Che-Non-Deve-Essere- Nominato informazioni utili dall'interno del Ministero! » Stavolta Karkaroff aveva fatto centro. Un mormorio corse tra la folla. « Rookwood? » chiese Crouch, facendo un cenno a una strega seduta davanti a lui che prese a scrivere in fretta su un rotolo di pergamena. « Augustus Rookwood del Dipartimento dei Misteri? » « Proprio lui » disse Karkaroff con impazienza. « Credo che usasse una rete di maghi in posizioni strategiche, sia dentro il Ministero che fuori, per raccogliere informazioni... » « Ma Travers e Mulciber li abbiamo già presi » disse Crouch. « Molto bene, Karkaroff, se questo è tutto, verrai ricondotto ad Azkaban mentre decidiamo... » « Non ancora! » urlò Karkaroff, disperato. « Aspettate, ne ho altri! » Harry lo vide sudare alla luce delle torce, la pelle candida che faceva un netto contrasto con la barba e i capelli neri. « Piton! » gridò. « Severus Piton! »-

Un coro di parolacce e molte parole offensive riempirono la sala, a mettere a tacere il baccano fu la docente di Trasfigurazione. Quell'uomo ne aveva combinate decisamente tante. 



The story of Harry Potter -The boy who lived-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora