Harry, si svegliò solo quando il sole calò. Fred non aveva lasciato il suo fianco, ed Harry gli fu grato che non lo avesse lasciato solo. "Come ti senti piccolo?" chiese dolcemente il rosso "Meglio, ma ho ma di testa..." rispose tenendosi a lui. "Harry...giù ci sono i tuoi genitori....vorrebbero parlarti" disse poco dopo con tatto. Harry sapeva che doveva risolvere con i genitori, si era comportato male, ma non ne aveva voglia al momento. Fred non insistette.
Solo quando fu orario di cena, Harry si presentò in sala grande e sena guardare nessuno si sedette tra Ron ed Hermione, che gli furono vicino. Silente fece apparire la cena e poi si offrì di leggere la professoressa McGonagall.
-« Vieni » disse il Silente alla sua sinistra, e lo prese per il gomito. Harry si sentì sollevare a mezz'aria; la segreta si dissolse attorno a lui; per un attimo tutto fu scuro, e poi gli parve di aver fatto una capriola al rallentatore; d'improvviso atterrò in piedi, in quella che sembrava la luce accecante dell'ufficio di Silente inondato di sole. Il bacile di pietra scintillava nell'armadio accanto a lui, e Albus Silente era in piedi al suo fianco. « Professore » boccheggiò Harry. « Lo so che non avrei dovuto... non volevo... la porta dell'armadio era aperta e... » « Capisco » disse Silente. Prese il bacile, lo portò alla sua scrivania e si sedette. Fece cenno a Harry di sedersi di fronte a lui. Harry obbedì, fissando il bacile di pietra. Il suo contenuto era tornato allo stato originario, di un bianco argenteo, e vorticava e s'increspava sotto il suo sguardo. « Che cos'è? » chiese Harry con voce incrinata. « Questo? Si chiama Pensatoio » rispose Silente. « A volte, e sono certo che conosci questa sensazione, ho l'impressione di avere semplicemente troppi pensieri e troppi ricordi stipati nella mente ». « Ehm... » rispose Harry, che in tutta sincerità non poteva dire di aver mai provato niente del genere. « Quando mi capita » proseguì Silente « uso il Pensatoio. Basta travasare i pensieri in eccesso dalla propria mente, versarli nel bacile e esaminarli a piacere. Diventa più facile riconoscere trame e collegamenti, sai, quando assumono questa forma ».
Harry non stava ascoltando, nella sua mente c'era solo il contdown per la terza ed ultima prova. Non sapeva come l'avrebbe affrontata, se sarebbe uscito vivo, ormai della sua vita non aveva il controllo, mai lo aveva tenuto.
-« Allora, Harry » disse piano il Preside. « Prima di perderti tra i miei pensieri, volevi dirmi qualcosa ». « Sì » rispose Harry. « Professore... poco fa ero a Divinazione, e... ehm... mi sono addormentato ». A quel punto esitò, incerto se aspettarsi un rimprovero, ma Silente si limitò a dire: « Comprensibile, direi. Continua ». « Be', ho fatto un sogno » riprese Harry. « Ho sognato Voldemort. Stava torturando Codaliscia... lei sa chi è Codaliscia... » « Lo so » disse prontamente il Preside. « Ti prego, continua ». « Voldemort ha ricevuto una lettera via gufo. Ha detto una cosa tipo 'il guaio di Codaliscia è stato rimediato'. Ha detto che qualcuno era morto. Poi ha detto che Codaliscia non sarebbe finito in pasto al serpente – c'era un serpente vicino alla sua poltrona. Ha detto... ha detto che al suo posto gli avrebbe dato in pasto me. Poi ha scagliato la Maledizione Cruciatus su Codaliscia... e la cicatrice ha cominciato a bruciarmi » concluse Harry. « Faceva così male che mi ha svegliato ». Silente si limitò a guardarlo. « Ehm... è tutto » disse Harry. « Capisco » disse Silente piano. « Capisco. Ora, la cicatrice ti ha fatto male ancora quest'anno, a parte quella volta che ti ha svegliato la scorsa estate? » « No, io... come fa a sapere che mi ha svegliato la scorsa estate? » chiese Harry, sbalordito. « Non sei l'unico corrispondente di Sirius » disse Silente. « Anch'io sono in contatto con lui da quando se n'è andato da Hogwarts l'anno scorso. Sono stato io a suggerirgli che la caverna sul fianco della montagna era il posto più sicuro dove nascondersi ».
Sirius si aspettò un altro scoppio da parte del corvino, ma Harry era stanco anche solo di commentare, tanto se lo avrebbe fatto o meno, le cose non sarebbero cambiate.-« Professore » mormorò dopo un paio di minuti. Silente smise di andare avanti e indietro e lo guardò. « Le mie scuse » disse a voce bassa. Riprese posto alla scrivania. « Lei... lei sa perché la cicatrice mi fa male? » Silente guardò intensamente Harry per un istante, poi disse: « Ho una teoria, niente di più... È mia convinzione che la cicatrice ti faccia male sia quando Voldemort si trova vicino a te, sia quando prova un moto d'odio particolarmente violento ». « Ma... perché? » « Perché tu e lui siete legati dalla maledizione fallita » spiegò Silente. « Quella non è una ferita normale ». « Quindi lei crede... che quel sogno... sia successo davvero? » « È possibile » disse Silente. « Direi... probabile. Harry... hai visto Voldemort? » « No » rispose Harry. « Solo lo schienale della sua poltrona. Ma... non ci sarebbe stato niente da vedere, no? Voglio dire, non ha un corpo, vero? Ma... ma allora come faceva a tenere la bacchetta? » aggiunse lentamente. « Già, come? » mormorò Silente. « Come... » Per un po' né Silente né Harry parlarono. Silente guardava fisso attraverso la stanza; ogni tanto avvicinava la bacchetta alla tempia e aggiungeva un altro lucente pensiero argenteo alla massa fremente contenuta nel Pensatoio. « Professore » disse Harry alla fine, « crede che stia diventando più forte? » « Voldemort? » chiese Silente, guardando Harry al di sopra del Pensatoio. « Ancora una volta, Harry, posso solo rivelarti i miei sospetti ».
Molti sguardi si posarono su Harry, pieni di compassione. Ma anche lì Harry ignorò.-« Gli anni dell'ascesa al potere di Voldemort » disse, « furono segnati dalle sparizioni. Bertha Jorkins è scomparsa senza lasciar traccia nell'ultimo luogo in cui si è avuta notizia di Voldemort. Anche Crouch è scomparso... e proprio qui al castello. E c'è stata una terza sparizione, che il Ministero, mi rammarica dirlo, non considera di alcuna importanza, perché riguarda un Babbano. Si chiamava Frank Bryce, viveva nel villaggio in cui è cresciuto il padre di Voldemort, e non è più stato visto dallo scorso agosto. Vedi, io leggo i giornali Babbani, a differenza di gran parte dei miei amici al Ministero ».-
"Forse è quel signore che Harry aveva sognato per primo" disse una ragazza del settimo anno di Corvonero.-Silente rivolse a Harry uno sguardo molto serio. « A me queste sparizioni sembrano collegate. Il Ministero non è d'accordo... come forse hai sentito mentre aspettavi fuori dal mio ufficio ». Harry annuì. Tra i due cadde di nuovo il silenzio; ogni tanto Silente si sfilava dei pensieri. Harry sentiva che era ora di andarsene, ma la curiosità lo trattenne sulla sedia. « Professore » disse di nuovo. « Sì, Harry? » « Ehm... posso chiederle... di quel tribunale in cui sono stato... nel Pensatoio? » « Puoi » rispose Silente con gravità. « Vi ho preso parte molte volte, ma alcuni processi mi tornano in mente più nitidi di altri... soprattutto ora... » « Sa... sa il processo in cui mi ha trovato? Quello contro il figlio di Crouch? Be'... parlavano dei genitori di Neville? »-
Anche sta volta Neville chiuse gli occhi, faceva male. Ma non solo a lui, anche ai Malandrini che avevano condiviso la stanza con Frank per anni, ed anche dopo la scuola erano molto amici.-« Sì, parlavano dei genitori di Neville » disse Silente. « Suo padre, Frank, era un Auror proprio come il professor Moody. Lui e sua moglie furono torturati per estorcere loro informazioni su dove si trovava Voldemort dopo aver perso i suoi poteri, come hai sentito ». « Quindi sono morti? » chiese Harry molto piano. « No » rispose Silente, con un'amarezza che Harry non gli aveva mai sentito prima, « sono pazzi. Si trovano tutti e due all'Ospedale di San Mungo per Malattie e Ferite Magiche. Credo che Neville vada a trovarli, con la nonna, durante le vacanze. Loro non lo riconoscono ». Harry rimase lì seduto, impietrito dall'orrore. Non aveva mai saputo... mai, in quattro anni, si era dato la pena di scoprire... « I Paciock erano molto famosi » riprese Silente. « Furono aggrediti dopo la caduta di Voldemort, quando ormai tutti credevano di essere al sicuro. Ciò che subirono provocò un'ondata di rabbia senza precedenti. Il Ministero fu sottoposto a forti pressioni per la cattura dei responsabili. Sfortunatamente, viste le loro condizioni, la testimonianza dei Paciock non era molto affidabile ». « Ma allora può darsi che il figlio del signor Crouch non vi fosse coinvolto? » chiese Harry lentamente. Silente scosse la testa. « Quanto a questo, non ne ho idea ».-
"Coinvolto o meno, rimane sempre un pezzo di merda" commentò Neville con una rabbia nella voce mai sentita prima, ma nessuno dei docenti lo riprese a quella parolaccia, ne aveva tutto il diritto. Harry si sentì triste per l'amico, e pensò a quanto lui fosse fortunato ad avere i genitori, che erano lì per sostenerlo. Il corvino guardò i genitori con la coda dell'occhio e notò che non avevano smesso di guardarlo. Ma Harry distolse subito lo sguardo.-« E... ehm... » Ma il Pensatoio parve formulare la domanda al suo posto. Il volto di Piton affiorò di nuovo. Silente gli gettò un'occhiata, poi alzò lo sguardo verso Harry. « E nemmeno il professor Piton » disse. Harry scrutò gli occhi azzurro chiaro di Silente, e la domanda cruciale gli sfuggì di bocca prima che riuscisse a fermarsi. « Che cosa le ha fatto credere che avesse davvero smesso di sostenere Voldemort, professore? » Silente sostenne lo sguardo di Harry per qualche secondo, e poi rispose: « Questa, Harry, è una faccenda tra il professor Piton e me ». Harry seppe che la conversazione era finita. Silente non sembrava arrabbiato, ma una nota definitiva nel suo tono di voce suggerì a Harry che era ora di andare. Si alzò, e così fece Silente. « Harry » disse, mentre il ragazzo si avvicinava alla porta. « Ti prego di non raccontare a nessuno dei genitori di Neville. Ha il diritto di essere lui a parlarne, quando si sentirà pronto ». « Sì, professore » disse Harry, e si voltò per andarsene. « E... » Harry si voltò. Silente era in piedi davanti al Pensatoio, il viso illuminato dal basso dalle macchie di luce argentea, e sembrava più vecchio che mai. Fissò Harry per un attimo, e poi disse: « Buona fortuna per la terza prova ».-
Harry guardò il preside, e si chiese se lui non avesse difeso Piton, ora le cose erano sempre le stesse o sarebbero cambiate? "La lettura finisce qui per questa sera. Domani, come ben sapete ci sarà la terza prova e la lettura sarà annullata. Ai quattro campioni auguro buona fortuna." e man mano la sala grande si svuotò. Harry, era titubante. Voleva che quella prova non arrivasse, che non dovesse fare i conti con ciò che sarebbe successo. Piano piano si avvicinarono i genitori, ma Harry andò via. Non voleva parlargli ancora, come stava al momento avrebbe di nuovo discusso. Andò nei giardini, e si sedette su una panchina. Tra poche ore avrebbe scoperto cosa ne sarebbe stato di lui. Purtroppo.
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The story of Harry Potter -The boy who lived-
De TodoQuesto è il continuo della storia, da qui partirà il capitolo 14 del libro 'Il calice di fuoco'.