- I mangiamorte (2)

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-« Il servo morì quando lasciai il suo corpo, e mi ritrovai debole come non mai » riprese Voldemort. « Tornai al mio nascondiglio remoto, e non fingerò con voi di non aver temuto, allora, di non riuscire mai a riguadagnare i miei poteri... sì, quella fu forse la mia ora più cupa... non potevo sperare che mi venisse mandato un altro mago da possedere... e avevo smesso di sperare, ormai, che uno dei miei Mangiamorte si preoccupasse di ciò che era stato di me... » [...]« E poi, nemmeno un anno fa, quando avevo ormai abbandonato ogni speranza, finalmente è successo... un servo è tornato a me: Codaliscia, qui, che aveva finto di essere morto per sfuggire alla giustizia, fu tratto dal suo nascondiglio da coloro che un tempo aveva considerato amici, e decise di tornare dal suo padrone. Mi cercò nel paese in cui da tempo si diceva che mi celassi... aiutato, naturalmente, dai topi che incontrò sul suo cammino. Codaliscia ha una strana affinità con i topi, vero, Codaliscia? I suoi sudici piccoli amici gli dissero che c'era un posto, nel cuore di una foresta albanese, che evitavano con cura, dove piccoli animali come loro avevano trovato la morte a opera di un'ombra oscura che s'impossessava di loro...-

"Verme" ripeté Sirius nero. 

-« Ma il suo viaggio per tornare da me non fu facile, vero, Codaliscia? Perché una notte, affamato, proprio sul limitare della foresta in cui aveva sperato di trovarmi, stupidamente si fermò in una locanda per mangiare... e chi incontrò, se non una certa Bertha Jorkins, una strega del Ministero della Magia? [--] Ma Codaliscia – dando prova di una presenza di spirito che da lui non mi sarei mai aspettata – convinse Bertha Jorkins ad accompagnarlo in una passeggiata notturna. La assalì... la portò da me. E Bertha Jorkins, che avrebbe potuto rovinare tutto, si rivelò invece un dono superiore ai miei più folli sogni... perché – certo, fu necessario esercitare un po' di persuasione – divenne un'autentica miniera di informazioni. « Mi disse che il Torneo Tremaghi si sarebbe tenuto a Hogwarts quest'anno. Mi disse che sapeva di un Mangiamorte fedele che avrebbe avuto una gran voglia di aiutarmi, se solo fossi riuscito a mettermi in contatto con lui. Disse molte cose... ma gli strumenti che usai per esercitare l'Incantesimo della Memoria su di lei erano potenti, e quando le ebbi strappato tutte le informazioni utili, la sua mente e il suo corpo erano entrambi irreparabilmente rovinati. Ormai era servita al suo scopo. Non potevo possederla. Me ne liberai »-

"Mostro" disse Amelia Bones dispiaciuta per la donna. 

-« Il corpo di Codaliscia, naturalmente, era poco adatto a essere posseduto, poiché tutti lo credevano morto, e avrebbe attirato troppa attenzione se fosse stato visto. Comunque, era il servo robusto di cui avevo bisogno, e, benché come mago sia scarso, riuscì a eseguire le istruzioni che gli diedi, che mi restituirono un corpo rozzo e debole, un corpo che potessi abitare in attesa degli ingredienti essenziali a una vera rinascita... uno o due incantesimi di mia creazione... un piccolo aiuto dalla mia cara Nagini » – gli occhi rossi di Voldemort si soffermarono sul serpente che continuava a strisciare in cerchio – « una pozione ottenuta bollendo sangue di unicorno, e il veleno di serpente fornito da Nagini... ben presto fui restituito a una forma quasi umana, e fui abbastanza in forze da poter viaggiare.-

Molti emisero verso disgustati.

.« Non c'era più alcuna speranza di rubare la Pietra Filosofale, perché sapevo che Silente avrebbe provveduto a farla distruggere. [---] « Sapevo che per ottenere ciò – è un vecchio ritrovato della Magia Oscura, la pozione che mi ha fatto tornare in vita stanotte – avrei avuto bisogno di tre potenti ingredienti. Be', uno era già a portata di mano, vero, Codaliscia? Carne donata da un servo... « L'osso di mio padre, naturalmente, voleva dire che avremmo dovuto venire qui, dove fu sepolto. Ma il sangue di una vittima... Codaliscia voleva che usassi un mago qualunque, vero, Codaliscia? Un mago qualunque che mi odiasse... e sono ancora in tanti a odiarmi. [..] Silente invocò un'antica magia per assicurare la protezione del ragazzo finché è affidato ai suoi parenti. Nemmeno io posso toccarlo quando è là... poi, naturalmente, ci fu la Coppa del Mondo di Quidditch... pensai che laggiù la sua protezione avrebbe potuto essere più labile, lontano dai parenti e da Silente, ma non ero ancora abbastanza forte da poter cercare di rapirlo nel bel mezzo di un'orda di maghi del Ministero. E poi il ragazzo sarebbe tornato a Hogwarts, dove è sotto il naso di quello sciocco filo Babbano da mane a sera. Allora, come fare per catturarlo? « Be'... ma usando le informazioni di Bertha Jorkins, naturalmente. Usando il mio fedele Mangiamorte, di stanza a Hogwarts, per assicurarmi che il nome del ragazzo venisse inserito nel Calice di Fuoco. Usando il mio Mangiamorte per assicurarmi che il ragazzo vincesse il Torneo – che toccasse la Coppa Tremaghi per primo – la Coppa che il mio Mangiamorte aveva trasformato in una Passaporta, che lo avrebbe portato qui, lontano dall'aiuto e dalla protezione di Silente, tra le mie braccia aperte. Ed eccolo qui... il ragazzo che tutti voi avete creduto fosse stato la mia fine... »-

Harry chiuse gli occhi, ricordò bene il Crucio che gli scagliò subito dopo. Ancora sentiva le lame che lo colpivano. 

-Voldemort avanzò lentamente e si voltò a guardare Harry. Levò la bacchetta. « Crucio! » Era un dolore al di là di quanto Harry avesse mai provato. Perfino le ossa erano in fiamme; la testa stava per spaccarsi lungo la cicatrice, lo sentiva; gli occhi gli roteavano folli nella testa; voleva che finisse... che si spegnesse... voleva morire...-

Lily a quella frase, tornò a piangere e strinse Harry. Harry sapeva quanto era doloroso per i genitori assistere  o meglio sentire quello che aveva subito e quello che aveva pensato. Ron riprese la lettura, mentre Harry stringeva la madre. 

-E poi tutto passò. Si ritrovò abbandonato contro le funi che lo legavano alla pietra tombale del padre di Voldemort, a guardare quegli occhi rosso vivo attraverso una specie di nebbiolina. La notte echeggiava delle risate dei Mangiamorte. « Vedete, credo, che sciocchezza è stata credere che questo ragazzo sarebbe mai potuto essere più forte di me » disse Voldemort. « Ma io voglio che non ci siano dubbi nella mente di nessuno. Harry Potter mi è sfuggito per una circostanza fortunata. E io ora dimostrerò il mio potere uccidendolo, qui e ora, davanti a tutti voi, ora che non c'è nessun Silente ad aiutarlo e nessuna madre a morire per lui. Gli darò un'opportunità. Potrà battersi, e voi non avrete più dubbi su chi di noi è il più forte. Ancora un po', Nagini » sussurrò, e il serpente si allontanò strisciando nell'erba, verso il punto in cui i Mangiamorte stavano in piedi, in attesa. « Ora slegalo, Codaliscia, e ridagli la bacchetta ».-

"Avete duellato?" gli chiese il padre "Si, una sorta di duello" rispose stando sul vago. 


The story of Harry Potter -The boy who lived-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora