•Il fonte della liberazione degli elfi (3)

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Dobby lo lasciò andare e fece qualche passo indietro, sorridendogli
da sotto in su, gli enormi occhi verdi a forma di palline da tennis
traboccanti di lacrime di felicità. Aveva quasi lo stesso aspetto che
ricordava Harry: naso a matita, orecchie da pipistrello, mani e piedi
lunghi - tutto tranne gli abiti, che erano molto diversi. Quando
Dobby lavorava per i Malfoy, indossava sempre la stessa vecchia
federa sudicia. Ora, invece, portava il più stravagante assortimento
di vestiti che Harry avesse mai visto; era ancora peggio dei maghi
camuffati da Babbani alla Coppa del Mondo. In testa aveva un
copriteiera con attaccato un bel numero di spille vistose; una
cravatta a disegni di ferri di cavallo sul petto nudo, un paio di
quelli che sembravano pantaloncini da calcio taglia bambino, e
calzini spaiati. Uno era quello che Harry aveva usato per far sì che Lucius Malfoy liberasse Dobby; l'altro era a strisce rosa e
arancioni.
'Dobby, che cosa ci fai qui?' disse Harry stupefatto.
'Dobby è venuto a lavorare a Hogwarts, signore!' strillò Dobby
eccitato. 'Il professor Silente ha trovato un lavoro a Dobby e a
Winky, signore!'
'Winky?' disse Harry. 'Anche lei è qui?'
'Sì, signore, sì!' esclamò Dobby. Afferrò la mano di Harry e lo
trascinò dentro le cucine, passando tra quattro lunghi tavoli di
legno disposti esattamente sotto ognuno dei quattro tavoli delle Case
che si trovavano di sopra, nella Sala Grande. Al momento erano
sgombri, visto che la cena era terminata, ma immaginò che un'ora
prima fossero stati coperti di piatti che venivano spediti su,
attraverso il soffitto, ai loro corrispondenti.
Almeno un centinaio di piccoli elfi gremivano la cucina:
sorridevano, si inchinavano e facevano riverenze mentre Dobby guidava
Harry. Portavano tutti la stessa uniforme: uno strofinaccio con
ricamato il blasone di Hogwarts, drappeggiato a mo' di toga.
Dobby si fermò davanti al focolare di mattoni.
'Winky, signore!' disse. Winky era seduta su uno sgabello vicino al
fuoco. A differenza di Dobby, evidentemente non era andata in cerca
di vestiti particolari. Indossava un grazioso completino e un
cappellino blu coordinato, con dei buchi per far posto alle sue
grandi orecchie. Comunque, mentre ciascun pezzo della stravagante
collezione di abiti di Dobby era così pulito e ben tenuto che
sembrava nuovo di zecca, era chiaro che Winky non si prendeva affatto
cura dei suoi vestiti. C'erano macchie di minestra sulla camicetta e
una bruciatura sulla gonna.
'Ciao, Winky' la salutò Harry.
Le labbra di Winky tremarono. Poi l'elfa scoppiò in lacrime, che
zampillarono dai suoi grandi occhi marroni e le bagnarono gli abiti,
proprio come alla Coppa del Mondo di Quidditch.
'Oh, santo cielo' disse Hermione. Lei e Ron avevano seguito Harry e
Dobby all'altro capo della cucina. 'Winky, non piangere, ti prego,
non...'
Ma Winky gemette più forte che mai. Dobby sorrise a Harry.
'Harry Potter gradisce una tazza di tè?' squittì ad alta voce,
sovrastando i singhiozzi di Winky.
'Ehm... sì, va bene' disse Harry》

《Povera elfa》disse Lily e Hermione annuì.

《In un attimo, sei elfi domestici gli si avvicinarono trotterellando
con un grosso vassoio d'argento carico di teiere, tazze per Harry,
Ron e Hermione, un bricco del latte e un bel piattone di biscotti.
'Il servizio è ottimo!' commentò Harry impressionato. Hermione lo
guardò cupa, ma tutti gli elfi sembravano felicissimi; fecero un
profondo inchino e arretrarono.
'Da quanto tempo sei qui, Dobby?' gli chiese Harry, mentre Dobby
serviva il tè.
'Solo da una settimana, Harry Potter, signore!' disse Dobby
allegramente. 'Dobby è venuto a trovare il professor Silente,
signore. Signore, è molto difficile per un elfo domestico che è stato
licenziato trovare un nuovo lavoro, signore, davvero molto difficile...'
A queste parole, Winky gemette ancora più forte, mentre il naso a
pomodoro schiacciato le colava abbondantemente, ma lei non faceva
niente per arginare il flusso.
'Dobby ha girato il paese per due anni interi, signore, cercando di
trovare lavoro' strillò Dobby. 'Ma Dobby non ha trovato lavoro,
signore, perché Dobby vuole essere pagato, adesso!'
A queste parole gli elfi domestici sparsi per la cucina, che
avevano guardato e ascoltato con interesse, distolsero tutti lo
sguardo, come se Dobby avesse detto qualcosa di volgare e
imbarazzante.
Hermione invece disse: 'Meglio per te, Dobby!'
'Grazie, signorina!' disse Dobby rivolgendole un sorriso a
trentadue denti. 'Ma gran parte dei maghi non vogliono un elfo
domestico che vuole la paga, signorina. "Gli elfi domestici non fanno
così" dicono, e hanno chiuso la porta in faccia a Dobby! A Dobby
piace lavorare, ma vuole mettersi dei vestiti e vuole essere pagato,
Harry Potter... a Dobby piace essere libero!'》

The story of Harry Potter -The boy who lived-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora