•La prima prova (2)

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《'Va meglio, Harry, va molto meglio' disse Hermione, sfinita ma
molto soddisfatta.
'Be', adesso sappiamo cosa fare la prossima volta che non riesco a
imparare un incantesimo' esclamò Harry, lanciando a Hermione il
Dizionario delle Rune per riprovare, 'basta che mi minacci con un
drago. Pronti...' Levò ancora una volta la bacchetta. 'Accio
Dizionario!'
Il librone decollò dalla mano di Hermione, attraversò la stanza
volando e Harry lo afferrò.
'Harry, l'hai imparato davvero!' disse Hermione incantata.
'Basta che funzioni domani' disse Harry. 'La Firebolt sarà molto più
lontana di questa roba, sarà dentro il castello, e io sarò fuori nel
parco...'
'Non ha importanza' disse Hermione decisa. 'Basta che tu sia molto,
molto concentrato, e verrà. Harry, sarà meglio che dormiamo un po'...
ne avrai bisogno'. Quella sera Harry si era concentrato così tanto per imparare
l'Incantesimo di Appello che un po' della sua paura cieca lo aveva
abbandonato. La mattina dopo, comunque, tornò tutta intera.
L'atmosfera nella scuola era di grande tensione ed eccitazione. Le
lezioni sarebbero terminate a mezzogiorno, dando modo a tutti gli
studenti di scendere al recinto dei draghi, anche se naturalmente non
sapevano ancora che cosa avrebbero trovato laggiù.
Harry si sentiva stranamente isolato da tutti, sia che gli
augurassero buona fortuna sia che sibilassero 'Teniamo pronta una
scatola di fazzoletti, Potter' al suo passaggio. Era talmente nervoso
che si chiese se nel momento di affrontare il drago non avrebbe
semplicemente perso la testa, scagliando incantesimi su tutti quanti.
Il tempo si comportava in modo più stravagante che mai: filava via
a grandi blocchi, così che un momento gli sembrava di essere seduto
in classe per la prima lezione, Storia della Magia, e il momento dopo
stava andando a pranzo... e poi (dov'era finita la mattinata? Le
ultime ore senza draghi?) ecco che la professoressa Mcgranitt gli
correva incontro nella Sala Grande. Un sacco di ragazzi gli puntarono
gli occhi addosso.
'Potter, i campioni devono venire giù nel parco adesso... dovete
prepararvi per la prima prova'.
'Va bene' disse Harry alzandosi, mentre la forchetta cadeva nel
piatto con un tintinnio.
'Buona fortuna, Harry' sussurrò Hermione. 'Andrà tutto bene!'
'Certo' disse Harry con una voce che non somigliava affatto alla
sua.
Uscì dalla Sala Grande assieme alla professoressa Mcgranitt. Quasi
non sembrava lei; in effetti, era preoccupata quasi quanto Hermione.
Mentre lo scortava giù per i gradini di pietra nel freddo pomeriggio
di novembre, gli posò una mano sulla spalla.
'Ora, non farti prendere dal panico' disse, 'cerca di restare
distaccato... abbiamo maghi a disposizione per controllare la
situazione se sfugge di mano... la cosa più importante è che tu faccia meglio che puoi, e nessuno penserà male di te... ti senti
bene?'
'Sì' Harry si sentì rispondere. 'Sì, sto bene'.
Lo stava guidando verso il luogo in cui si trovavano i draghi,
lungo il limitare della Foresta, ma quando si avvicinarono alla
macchia di alberi oltre la quale lo steccato sarebbe stato
chiaramente visibile, Harry vide che era stata eretta una tenda:
l'ingresso era davanti a loro e nascondeva i draghi.
'Devi entrare là con gli altri campioni' disse la professoressa
Mcgranitt con voce piuttosto tremante, 'e aspettare il tuo turno,
Potter. Il signor Bagman è là dentro... ti spiegherà la... la
procedura... buona fortuna'.
'Grazie' disse Harry con voce sorda e distante. Lei lo lasciò
all'ingresso della tenda. Harry entrò.
Fleur Delacour era seduta in un angolo su un basso sgabello di
legno. Non sembrava affatto calma come al solito, ma era pallida e
sudaticcia. Viktor Krum sembrava anche più arcigno del solito, e
Harry suppose che fosse il suo modo di manifestare la tensione.
Cedric camminava avanti e indietro. All'ingresso di Harry, gli
rivolse un sorrisetto, che Harry ricambiò, accorgendosi che i suoi
muscoli facciali facevano fatica a lavorare, come se avessero
dimenticato come si faceva.
'Harry! Ehilà!' disse Bagman allegro, voltandosi a guardarlo.
'Entra, entra, mettiti comodo!'
Bagman sembrava vagamente un personaggio dei cartoni animati un po'
gonfiato, lì in mezzo ai campioni pallidi e tirati. Indossava di
nuovo la sua vecchia divisa da Vespa.
'Be', ora che ci siamo tutti è giunto il momento di informarvi!'
disse Bagman in tono vivace. 'Quando il pubblico avrà preso posto, vi
consegnerò questa borsa' - mostrò un sacchetto di seta viola e lo
scosse - 'da cui estrarrete a turno un modellino della cosa che state
per affrontare! Ce ne sono diversi - ehm - tipi, sapete. E devo dirvi
anche qualcos'altro... ah, sì... il vostro compito è impadronirvi
dell'uovo d'oro!'
Harry si guardò attorno. Cedric aveva annuito una volta, per
mostrare che aveva capito le parole di Bagman, e poi aveva ripreso a
percorrere la tenda su e giù; era un po' verdastro. Fleur Delacour e
Krum non avevano avuto alcuna reazione. Forse pensavano che ad aprire
la bocca avrebbero vomitato; era proprio così che si sentiva Harry.
Ma loro, almeno, si erano fatti avanti spontaneamente...
E in un attimo, si udirono centinaia e centinaia di paia di piedi
al di là della tenda, mentre i loro proprietari parlavano eccitati,
ridevano, scherzavano... Harry si sentiva separato dalla folla come
se fosse di un'altra specie. E poi - dopo quello che gli parve un
secondo - Bagman aprì il sacchetto di seta viola.
'Prima le signore' disse, porgendolo a Fleur Delacour.
La ragazza infilò una mano tremante nel sacchetto ed estrasse un
minuscolo, perfetto modellino di drago: un Gallese Verde. Attorno al
collo aveva appeso il numero due. E Harry seppe, dal fatto che Fleur
non diede segno di sorpresa, ma piuttosto una determinata
rassegnazione, che aveva avuto ragione: Madame Maxime le aveva detto che cosa la aspettava.
La stessa cosa valse per Krum. Lui estrasse il Petardo Cinese.
Aveva il numero tre attorno al collo. Krum non batté ciglio, si limitò
a fissare il terreno.
Cedric infilò la mano nel sacchetto e ne uscì il Grugnocorto
Svedese blugrigio, col numero uno appeso al collo. Sapendo che cosa
era rimasto, Harry mise la mano nel sacchetto di seta ed estrasse
l'Ungaro Spinato, il numero quattro. Mentre lo guardava, quello
spalancò le ali e scoprì le minuscole zanne.
'Bene, ci siamo!' disse Bagman. 'Ciascuno di voi ha estratto il
drago che dovrà affrontare, e i numeri si riferiscono all'ordine in
cui li sfiderete, capito? Ora, fra un attimo vi devo lasciare, perché
farò la telecronaca. Signor Diggory, lei è il primo, non deve far
altro che entrare nel recinto quando sente un fischio, d'accordo?
Ora... Harry... posso dirti due parole? Fuori?'
'Ehm... sì' disse Harry confuso, e si alzò e uscì dalla tenda con
Bagman, che lo condusse poco distante, tra gli alberi, e poi gli si
rivolse con fare paterno.
'Ti senti bene, Harry? C'è qualcosa che posso farti avere?'
'Cosa?' disse Harry. 'Io... no, niente'.
'Hai un piano?' gli chiese Bagman, abbassando la voce in tono
cospiratorio. 'Perché non mi dispiace darti qualche consiglio, se ti
va, insomma. Voglio dire' continuò Bagman, a voce ancora più bassa,
'tu sei quello messo peggio qui, Harry... se posso fare qualcosa per
aiutarti...'
'No' rispose Harry, così in fretta che capì di essere stato
sgarbato, 'no... io... ho già deciso che cosa fare, grazie'.
'Non lo verrebbe a sapere nessuno, Harry' disse Bagman con una
strizzatina d'occhio.
'No, sto bene' disse Harry, chiedendosi perché continuava a
ripeterlo a tutti, e domandandosi se era mai stato meno bene. 'Ho un
piano che ho escogitato, io...'
Da qualche parte risuonò un fischio.》

The story of Harry Potter -The boy who lived-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora