Tutto era così magico da lassù. Guardare dalla prospettiva dell'albero era tutta altra cosa. Le sfere colorate riprendevano in modo gigante il volto di James che si limitava a lanciare strane occhiate al suo riflesso. Katie era decisa ad arrivare verso la punta, nel tentativo di guardare la situazione dall'alto.
Non riusciva a credere che nessuno fosse preoccupato di un simile evento, ma sospettava che James nel suo silenzio lo nascondesse per non farla preoccupare.
I rami verdi, le luci, le piccole casette, renne, palline erano così grandi che non riusciva più a ricordare com'era prenderle in mano.
Si spinse verso il fusto, per poi arrampicarsi tra le piccole linee verdi che nascondevano il palo di ferro. Saldò bene il piede e poi si spinse oltre, come una scalata.
Giuliet ed Elbert furono lasciati dal piccolo Fim vicino alla prolunga, intenti a esaudire il secondo regalo del loro "bambino".
Elbert seduto sul pulsante di accensione, cercava di premerlo senza esito.
«Ora tu! Micio, premi questo pulsante con la tua zampetta!» ordinò l'uomo, indicando il pulsante rosso alle sue spalle, ma il gatto non era tanto propenso ad accettare il suo ordine. Miagolò dolcemente, inclinando la testa, molto probabilmente non aveva nemmeno capito cosa cercasse di dirgli.
Elbert incitò più volte con i palmi aperti verso il pulsante ma nulla.
«Non lo farà mai!» disse la signora Giuliet guardando suo marito da lontano, seduta sulla plastica bianca della prolunga.
«Potresti darmi una mano, invece di star lì a riposare», con le mani circondate al viso, sospirò e dondolò i piedi come una ragazzina. Elbert la guardò in modo sospetto, per poi saltare più volte su quel piccolo scivolo rosso.
«Cos'è che non va mia cara?»
«Sono preoccupata per il generale. Noi qui a "festeggiare" e lui chissà dove, magari perso sotto l'acqua».
«Non sei contenta? Così te lo sei tolto dai piedi».
«Non così! E poi è stato così carino a offrirsi di insegnare a Katie a combattere...»
La testa di Elbert si alzò di soppiatto con le braccia protese verso il pulsante «Carino?» bisbigliò. Le mani scivolarono e il pulsante si premette, illuminando l'albero e tutti i presenti.
James si guardò intorno cercando Katie, e quando la vide salire il tronco artificiale, fece uno scatto verso di lei. Un filo verde dov'era aggrappata si sganciò facendole perdere l'equilibrio. Appesa con la sola forza del suo braccio, sentì diversi scatti prima di sentirsi precipitare.
James corse verso di lei, saltò e l'afferrò stringendola in vita, il fischio alle orecchie diminuì e il ciondolo ritornò a forma di cerchio.
«Ultimamente non fai altro che scappare da me». La corda verde si slegò volteggiando in torno al fusto.
Katie sorrise, «sarà che non ti voglio disturbare».
«Eppure devi, sempre e comunque» alzarono il naso all'insù illuminati da luci bianche e blu, che riflettevano sulle decorazioni, sembravano fuochi d'artificio, più dolci e meno rumorose.
Illuminavano i loro visi, mettendo allegria ai loro animi.
In alcuni punti erano costretti a socchiudere gli occhi, per evitare di essere abbagliati da quelle luci.
Quando James visualizzò un punto di appoggio, spinse il piede in avanti fermando la loro discesa. Atterrarono su un asse di ferro, per la spinta Katie non riuscì a recuperare l'equilibrio e fu bloccata dal braccio di James a cingerle la vita, con una presa forte e decisa.
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Principessa Vampira - La scuola degli orrori
FantasyNon sono una Vampira, e non lo sarò mai. Mi chiamano così perché sono ciò che i demoni temono. Il mio nome è Katie Elisabeth Loris Jennifer Ariston e sarò la portatrice della pace dei due mondi, almeno così dicono. ---- La vita di Katie sembra già...