55. UNITI È SEMPRE FAMIGLIA

123 7 5
                                    

Gli occhi si muovevano con velocità, cercando di analizzare più persone possibili: scrutare ed esaminare ogni singola emozione, mossa da chi in quel momento è intento a guardare e a fissare con i propri occhi la Principessa Vampira, colei che secondo la profezia porterà la pace in quelle terre, dove le scelte di un padre avevano diviso due fratelli, seppur non legati dallo stesso sangue, mettendoli uno contro l'altro.

Undriu rimase attento a quell'analisi di Faine, sembrava alla disperata ricerca di qualcuno. La sua concentrazione era massima, ma a preoccuparlo era quello sguardo pieno di odio.

«Faine, tutto bene?» a quella domanda non ricevette risposta.

Le pupille della donna vibravano per la velocità nell'analizzare quel pubblico, entusiasta di sapere che la Principessa fosse ancora viva, pronta per il suo compito.

Undriu la afferrò per il braccio, sentendo la sua muscolatura tesa, concentrata come non mai. Finché le porte si spalancarono e dei soldati con veste bianca e dorata portarono davanti al Re un bambino mantenuto per la coda da scimmia e due umani spintonati da due lunghe lance.

«Sire abbiamo trovato questi due umani in giro per il paese!»

L'attenzione del Re che prima sembrava distante, perso nel vuoto, trovò finalmente vita, notando quelle due figure e il piccolo Jim che continuava ad agitarsi dondolando nella speranza di esser lasciato andare.

«Jim!» Kuinda si lanciò verso il soldato calpestandogli con forza il piede. L'uomo la fisso senza mostrare alcun dolore. La protezione dell'armatura non lasciava nulla della sua figura indifesa.

Le sentinelle avevano armature come quelle del Comandante Alberto, differenziate da un mantello bianco e dorato, protette fino alle punte dei piedi. Il cigolio si poteva sentire molto distante, una tattica per spaventare i nemici. Kuinda trovava quella caratteristica una debolezza. Sentire dov'era un soldato poteva esser solo un punto debole, da rendere inoltre impossibile qualsiasi tentativo di attacco a sorpresa, ma il loro compito era solo quello di controllare le mura e avvisare di possibili intrusi.

«Se ti facesse male capiresti come hai trattato questo povero bambino!»

«Mi dispiace Signorina Kuinda, ma non la smetteva di stritolarmi come un polipo!»

In quel momento, il bambino preso in braccio dalla ragazza, si fece strada per poi afferrarsi al collo di lei, con i delicati piedini e appendersi tremante stringendo la sua fronte in un tremante abbraccio.

«Posso capire»

«Papà, Mamma!» proferirono George e Katie fissando i suoi genitori increduli in quella sala, creando scompiglio tra la folla disposta. Tutti si stupirono, mentre il Re fecce cenno ai suoi soldati di tornare ai loro posti, con un leggero inchino e un pugno sul petto si girarono lasciando i due genitori stringere i propri figli in lacrime.

«Papà, ma che brutta figura mi fai fare!» George cercò tra la folla imbarazzato lo sguardo di Faine, incrociando prima quello di Kuinda, ricambiando il suo sorriso, mentre suo padre lo stringeva più forte. Nella coda dell'occhio vide Faine abbandonare la sua postazione allontanarsi, entrando in un piccolo corridoio al lato del trono seguita da Undriu. Il suo viso s'incupì, e Kuinda abbassò in quel momento lo sguardo subendo una seconda pugnalata in pieno petto, guardando il piccolo Jim fissarla curioso tra le sue braccia.

I tre stretti in un abbraccio, videro James farsi spazio tra la folla, curiosa di conoscere i genitori della famosa futura Regina, non aveva mai visto persone abbracciarsi in quel modo.

Giuliet ed Elbert lo fissarono felici di rivederlo, sano e salvo. Vide la mano di Elbert indicare di avvicinarsi, curvò il volto, non capendo il senso di quel gesto, finché George cogliendo ciò che suo padre tentava di fare lo afferrò unendolo alla presa.

«Sei parte della famiglia, non dimenticarlo. Puoi iniziare a fare le fusa!» James strinse gli occhi, con uno sguardo di rimprovero per quell'ultima affermazione.

«Sono felice che stiate tutti bene!» affermò Elbert, stringendo la presa sempre più forte, schiacciando Katie e James al centro.

I due Regnanti di quel mondo, videro il loro unico figlio stretto in quella famiglia; sembrava sempre più distante da loro. La Regina Lauren invidiava quel padre, che non si vergognava ad abbracciare il proprio figlio in pubblico, trattenendolo con la forza seppur quest'ultimo cercasse di scappare, a differenza di qualcuno che in quel momento non riconosceva.

«James vieni subito qui!» la voce ferma, e dura spezzò quel momento di ritrovo.

La famiglia Ariston si ricompose, Giuliet si asciugò le lacrime. La sua attenzione poi iniziò a ricadere tra le strane figure lì presenti a fissarli. Una donna con la lingua da serpente sibillava, altri con orecchie da gatto o figure animalesche discutevano tra loro riempendo la stanza di mormorii, altri, non avevano nessuna strana caratteristica. Si strinse ancora di più verso Elbert afferrando il suo braccio, mentre il suo nuovo amico pennuto si poggiò sulla spalla, facendo sbattere le sue ali di carta.

«Voi siete i genitori della Principessa Vampira quindi?»

«E voi siete il padre di James, un demone!»

Il pubblico si sorprese per la parola usata da quell'umano, un'offesa per loro e per il loro Re.

«Capisco, nel gergo umano così veniamo chiamati, ma alcuni di noi sono Nami, come per voi utilizziamo il termine "umano". Quindi non c'è bisogno di scandalizzarvi, siamo tra amici qui!»

«E a quando le nozze sorellina?»

George aveva lanciato la sua frecciatina, scandalizzando i due genitori che fissarono Katie con rimprovero per poi puntare su James e infine su George.

«Quale matrimonio?»

«James ha appena chiesto a Katie di sposarlo!»

«Cosa?!»

«Ma è una bellissima notizia!»

«Non dire sciocchezze Giuliet! È solo una bambina, quando avrà quarant'anni, ne ripareremo!

«Quarant'anni ma sei pazzo?»

«Voi che tua figlia si sposi a quindici anni?»

«Ne ha ancora quattordici!»

«Peggio ancora!» e mentre i due coniugi si lanciavano in stupide discussioni, Katie fissava James sorridendo. Sapeva che la sua proposta aveva un altro significato più profondo:

"Resta con me e portiamo la pace in questo Mondo"

Lo sguardo dei due fu interrotto, quando Elbert afferrò con forza un orecchio di James tirandolo.

«E tu! Che proposte fai a quest'età!»

«Ahia, ahia!»

«Papà gli fa male!»

Grazie a quella distrazione appena creata, George si lanciò verso Faine, seguendo la sua ultima direzione, ignorando Kuinda poco distante spinta a dirgli qualcosa, qualcosa stroncato prima che potesse uscire dalle sue labbra. Una frase mai esposta, mentre la sua felicità andava via con lui, che inseguiva lei, in quel corridoio.

«Kuinda cosa volevi dire?»

«Nulla d'importante. Ha una famiglia bellissima, e non ho mai visto nessuno amare James così» affermò fissando suo Zio guardare i nuovi arrivati immobile.

Angolo Autrice:
Oggi essendo la festa del Papà ho deciso di pubblicare questo capitolo, vorrei terminare un arco narrativo prima di rendere tutto pubblico e poi fare una revisione completa e veloce.
Spero che stiate bene con questo virus, e mando un augurio a tutti i papà di questo mondo.
Ne esistono diversi tipi, Re Luis in padre severo, Elbert un padre sia severo, ma anche dolce e affettuoso, e sa essere anche divertente in modo tutto suo. I padri sono figure importanti, spesso i nostri modelli, a volte sbagliano ma quello che li muove deve essere l'amore che provano per i propri figli.
Spero che la storia vi stia piacendo 😉 al prossimo capitolo... dove saranno andati Faine e Undriu?

Principessa Vampira - La scuola degli orroriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora