Poco prima di tutto quel trambusto, Katie e James sulla cima alle base del puntale guardavano attentamente tutto ciò che li circondava.
«Secondo te, che cosa è successo?» chiese Katie. I mobili, le decorazioni e gli oggetti erano simili a città viste da un grattacielo.
Le luci dell'albero illuminavano le pareti con leggere tonalità, mentre il cielo grigio visibile dalle finestre sembrava scomparire portando via con sé la pioggia.
«Purtroppo, c'è indubbiamente lo zampino di qualcuno».
«Dafne?»
«No. Se fosse stata lei non avrebbe agito nell'ombra».
Una strana sensazione spinse Katie ad avere un brivido lungo la sua schiena. Si sentiva spiata, osservata da occhi inquisitori. Con la coda dell'occhio vide qualcosa di nero alle sue spalle. Strinse la mano di James che teneva rilassata sotto la propria.
Qualcosa si mosse. Quando quel movimento la spinse a voltarsi; otto occhi neri si chiusero repentinamente per poi fissarla.
Un ragno peloso dalle dimensioni gigantesche, ma forse erano, ovviamente loro troppo piccoli. Quel ragno era proprio lì, dietro di loro.
Urlò per poi indietreggiare, mentre le chele di quel ragno di un nero perlato, scattavano veloci davanti ai suoi occhi.
James afferrò il suo ciondolo, premette il pulsantino e il suo oggetto si tramutò in una lancia a doppia lama. Lei continuò ad urlare indietreggiando, finché il suo urlo divenne più forte. Se c'era qualcosa con cui Katie non voleva avere a che fare erano i ragni. Poteva accettare la loro presenza su qualcosa lontano da lei, ma mai che varcassero il suo confine, finendole addosso.
Questa volta però, era diverso. Quel ragno era enorme.
James allungò la mano d'istinto, ma fu troppo tardi. Katie precipitò sfiorata dalle mani di James per un soffio di vento.
Il fischio nella sua testa fu di un dolore allucinante, coprì con le sue mani le orecchie ed urlò, era affranto di non riuscire a muoversi per quel dolore.
Il ragno ticchettò con le sue zampe, per poi gettarsi a raggiungerla. La catturò con un getto della sua ragnatela. James cercò con tutte le sue forze di rimettersi in piedi. Scosse il capo e aprì la bocca con un leggero scatto, cercando di spingere le orecchie a liberarsi. Toccò la tela del ragno che vide richiudere Katie in uno strano bozzolo. Non sapeva se poteva leggere il suo peso, se l'avesse permesso di camminarci sopra, senza finirci intrappolato, ma doveva provarci. Afferrò la viscida tela e la legò ad un ramo. Iniziò a correre seguendo il suo percorso.
Nonostante il suo richiamo, Katie non dava segni di vita.
Le urla di George chiamavano Kuinda attirarono la sua attenzione, mentre vide il ragno seguito da altri esemplari simili entrare in un buco nella parete opposta. Tenne stretto la sua arma, per poi lanciarsi contro l'animale. Un ragno più grande gli taglio la strada proteggendo il compagno che aveva in pugno Katie. In equilibrio su una piccola rientranza creata da una decorazione bianca, James colpì e ferì il mostro. Il ragno difensore con tutta risposta l'attaccò con le sue chele.
James parò i colpi, per poi attaccare, girando l'arma dal lato opposto.
Indietreggiava quando serviva, e si spingeva in avanti nei suoi momenti di debolezza.
La fretta, la voglia di raggiungerla, lo fecero perdere la concentrazione. Alle sue spalle qualcosa lo morse. Sentì la mente annebbiata, i muscoli tesi. Il ragno lì di fronte, divenne più sfocato, sembravano due, anzi tre, ciò che conta e che in quel momento fu il nulla.
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Principessa Vampira - La scuola degli orrori
FantasyNon sono una Vampira, e non lo sarò mai. Mi chiamano così perché sono ciò che i demoni temono. Il mio nome è Katie Elisabeth Loris Jennifer Ariston e sarò la portatrice della pace dei due mondi, almeno così dicono. ---- La vita di Katie sembra già...