37. CUOR DI GHIACCIO BELLICOSO

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Uno sguardo di ghiaccio senza anima, ancora peggiore rispetto a quello di Josh.
Katie iniziò a capire che cosa provasse la sua amica. Aveva lasciato troppe cose in sospeso, e in quel momento iniziò a sentirsi meno, meno forte, più sola.

Non c'era James al suo fianco per dire cosa dover fare. Si sentiva debole, infranta, divisa. Come se un pezzo di lei si fosse staccato. A dimostrarle tutto ciò era il suo amato ciondolo, fermo, immobile, nero come bruciato che scendeva sul suo petto.
James era lì, di fronte a lei, dietro a delle sbarre coperte di ghiaccio. Immobile la guardava; Fissandola con quegli occhi bianchi. Non un fiato, non una parola. Solo uno sguardo che diceva nulla. In quel momento si ricordò della nonna di James, sicuramente non sarebbe stata contenta di quella debolezza che l'attanagliava.

«James ti ricordi di me?» chiese cercando di staccare le mani dal ghiaccio che man mano scorreva dalle sbarre.

«Principessa si faccia indietro!» ordinò una delle guardie, facendo un passo indietro alla vista del ghiaccio aumentare. Katie non l'ascoltò.

In quel momento, James cacciò delicatamente il suo braccio fuori dalle sbarre, avvicinò la sua mano alla guancia di Katie, che rispose chinando il capo, incurante di quel tocco gelido. Era felice di quel gesto. Lei poggiò la sua mano su quella di James cercando in qualche modo di riscaldarla.

Fece un breve sorriso, sperando in un significato profondo in quella carezza.
Il suo James era ancora lì, doveva essere così.
«Elisabeth» pronunciò il ragazzo, con un fil di voce «Vai via!» bisbigliò.

Katie spalancò gli occhi, per un breve istante aveva rivisto quegli occhi blu. In quel momento, la mano di James si sfilò velocemente dalla guancia di Katie e dalla sua mano, afferrando bruscamente il suo collo, stringendolo forte e tirandolo in su. Katie si sentì soffocare, mentre i suoi piedi lasciavano il suolo.

«Sarò libero solo con la tua morte!» pronunciò con rabbia ed odio.

Le guardie alle sue spalle agitate dalla situazione intervennero subito, ma rallentati dal ghiaccio sul suolo, camminarono piano, temendo di scivolare.

«Principe la lasci» urlarono, cercando di reggersi ai lati della parete, finché uno dei due raggiunse le sbarre, e con la sua lancia mirò a James, pronto per colpire.

«La lasci Signorino James!»

Katie non poteva crederci, ma doveva far qualcosa. Era inutile cercar di staccare la presa di James. Nonostante le sue mani cercavano di far spazio e allontanare quella morsa, quella presa era troppo forte.

I soldati d'altronde non sapevano come reagire, da una parte il principe figlio del loro Re, dall'altra un umana considerata portatrice di pace, ma nonostante questo potevano mai attaccare o solo toccare il loro principe?
Minacce e urla non servirono a nulla. James era assente.

Così Katie mirò lì, con un calcio forte, dove ogni uomo aveva il suo punto debole. Lo sguardo di odio di James, si affievolì, lasciando spazio ad una strana e comica smorfia. Gonfiò le sue guancie, per poi cadere al suolo lasciando la presa di Katie, per mantenersi altro. Katie cadde a terra, mantenendosi il collo. Sapeva che non era James a fare tutto questo, a volere tutto questo!

«Scusami James!» disse con un filo di voce, recuperando fiato.

Fim la raggiunse subito dopo. Seguito dal Re Luis, con un passo lento ad ogni scalino, spezzò il silenzio con i toc e poi toc dei suoi stivali, scendendo con attenzione la stessa gamba alla volta.
I soldati tremarono ad ogni suo rintocco, aiutando Katie a rimettersi in piedi, finché ultimati gli scalini s' inginocchiarono con velocità. Poggiando entrambi il proprio ginocchio sinistro sul suolo di ghiaccio, mentre la fronte veniva poggiata sul porso destro posto sul medesimo ginocchio, pronti a ricevere ordini.
«Guardie, portate la Principessa Vampira in una di queste stanze lontano da mio figlio! Il canto si farà, e il destino si compierà, in ogni caso!» gridò e con un leggero cenno della sua mano, le guardie presero Katie e la portarono via. Cercò di vincolarsi, ma si sentiva così inutile in quel mondo che non le apparteneva.

Principessa Vampira - La scuola degli orroriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora