01. IL PRIMO GIORNO

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In un piccolo paesino sperduto nei pressi di Londra, la mattina del 27 settembre 2007, una quattordicenne dai capelli dorati, biondo platino, gli occhi castani che si confondevano con il nero, venne svegliata da un fastidioso suono di una sveglia ...

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In un piccolo paesino sperduto nei pressi di Londra, la mattina del 27 settembre 2007, una quattordicenne dai capelli dorati, biondo platino, gli occhi castani che si confondevano con il nero, venne svegliata da un fastidioso suono di una sveglia posta a destra di un piccolo comò, dove lì non c'era abbastanza spazio neppure per un telefono.

«Katie... è pronto!» pronunciò una voce lontana, calma e tranquilla.

La ragazza assonnata scese dal letto e si sedette. Guardò la sveglia e il suo volto passò dal sereno allo sconvolto in meno di un secondo.

«Mamma!» urlò, «Perché non mi hai svegliata? Farò tardi al mio primo giorno».

«Dai non essere pessimista», dopo poco una donna snella, con capelli castano chiari raccolti, entrò nella stanza «Non riesco a capire come fai, il sole è la cosa più bella del mondo».

«Io preferisco la notte...» l'interruppe la ragazza, rimasta seduta sul letto alla ricerca della forza per alzarsi, mentre con una mano si copriva gli occhi. Era seduta al lato del muro, verso la porta d'ingresso della sua cameretta. Sapeva cosa sua madre stesse per fare, ormai era la solita routine tutte le mattine.

La stanza era molto grande. L'unica fonte di luce era un piccolo balconcino che dava sulla strada.
Il suo letto era a baldacchino e nel complesso aveva colori molto scuri, di cui l'unica cosa che risaltava al buio erano le coperte bianche.

Per prima cosa sua madre aprì le persiane, lasciò il balcone aperto per il cambio dell'aria, ignorando se la figlia potesse sentir freddo o meno.
«Scendi, la colazione è pronta», le disse lasciando la stanza.
«Mi preparo e vengo» affermò, liberando un occhio dalla mano coprente. Quando la madre fu lontana, si sdraiò di nuovo sul letto con le braccia in aria, per poi gettarle a peso morto sulle coperte.
«Sbrigati!»
«Ho capito!»

Dopo un po', spazzolandosi i capelli scese le scale e girò, tenendo la mano stretta al corrimano, per poi trovarsi di fronte alla cucina. Ad aspettarla c'era il padre seduto a capo tavola, che con grande stupore per lei, teneva in mano un giornale, cosa che non aveva mai fatto prima.
Un uomo robusto, non altissimo, con capelli neri e una pancia a guscio di tartaruga. Sua madre era dietro di lui a ultimare la colazione.

Katie posò la spazzola sul mobile accanto alla porta dai coprifili bianchi. La cucina veniva illuminata da una piccola finestrella sbarrata posta sopra al lavandino, dove la madre stava accuratamente lavando delle uova. La tavola era piena di cibarie con sfondo il padre col giornale.

«Cos'è successo?» chiese, avvicinandosi e ponendosi al suo fianco.
«Non sapevo che t'interessassi di cronaca nera» continuò, notando l'articolo che il capofamiglia fissava:

Principessa Vampira - La scuola degli orroriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora