42. TUTTO SECONDO I PIANI, O FORSE NO?

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Quella mattina Katie poté finalmente riposare in morbide coperte calde. In seguito al suo intervento, per ringraziarla, il Re le fece fare un bel bagno caldo, con l'aiuto delle ancelle. La fece vestire in morbide e pulite vesti, per poi portarla nella camera di James per poter infine riposare e dormire in un letto morbido da vera principessa.

Sul letto a baldacchino, circondata da tendaggi bianchi. Il suo dolce viso riposato veniva disturbato dai raggi del sole, che attraversavano le maestose finestre, ornate da tende bianche e oro.

Iniziò ad agitarsi, e a voltarsi infastidita. Ormai il suo sogno stava per trovare la fine:

Seduta su una panchina nel parco della sua scuola, accanto a lei sentiva la mano di James sfiorare la sua.

«Pensi che un giorno potremmo essere felici, vivere come una famiglia normale, senza temere che qualche mostro possa spuntare per ucciderci?»

«Chi lo sa James. Basta restare insieme».

Dopo quella sua affermazione, il suo sguardo abbandonò il libro che stava leggendo per concentrarsi a visionare quel magico tocco. Notò la sua mano nascosta da quella di James, sulla pietra.

Sorridendo felice alzò lo sguardo. Finalmente era al suo fianco. I suoi occhi blu la fissavano sorridente. Ricambiò quel sorriso, mentre si avvicinò al suo volto, alla ricerca di un bacio. Lui fece lo stesso; e quando le loro labbra erano pronte per sfiorarsi, un dolore atroce le trapassò il petto. Il libro cadde. Abbassò lo sguardo e rimase pietrificata alla vista delle sue dita sporche di sangue, mentre davanti a lei James piangeva con un coltello insanguinato tra le mani.

Vide delle figure circondarli, man mano diventare più nitide, creature di ghiaccio. Le riconobbe: Cristy, Bobby, Albert. «Avevi promesso di salvarci» pronunciò la sua amica. Mentre si sentì tirare da James ancora in lacrime «Dove sei finita Katie?» pronunciò Bobby. Il viso bianco pallido, quasi cristallino, dove anche la sua immagine insanguinata poteva specchiarsi.

Era immobile senza poter far nulla, solo il freddo si faceva sentire, ma l'avvicinamento di James ancora in lacrime le fece vedere un lume di speranza. La strinse forte a sé pentito per il suo gesto. Il pianto si faceva più forte.

«Che cosa ho fatto! Katie perdonami».

Riuscì a muovere le proprie mani, fino a raggiungere il suo viso, mentre il suo corpo si faceva sempre più debole. Man mano da seduta si rese conto di essere tra le braccia di James, pronta scivolare via, verso il vuoto.

«Ti seguirò, non sarai sola» pronunciò il suo amato prima di colpirsi con quell'arma. Alla vista di James trafiggersi, urlò con tutte le sue forze per poi trovarsi seduta su quel letto morbido.

«Tutto bene Principessa?»

Cercò di tranquillizzare il battito, respirava forte per lo spavento, ma soprattutto per le strane sensazioni che le aveva recato quel sogno.

Angoscia, paura, timore, ma soprattutto un dolore al petto. Sembrava così reale, man mano che il suo respiro tornava nella norma, si tranquillizzò, nel pensare che non fosse tutto vero. Era solo un sogno.

Lei era seduta al centro del letto, nella stanza del suo James. Una stanza completamente bianca con filature in oro. Decoro da ripetersi anche sulla porta d'ingresso dove lì a guardarla basita c'era la Regina.

«Hai fatto un brutto sogno?»

«Il peggiore».

«Non temere, i sogni possono rappresentare le nostre peggiori paure, ma anche i nostri desideri».

«C'è possibilità che un sogno possa avverarsi?»

«Può essere. L'inconscio vuole dirci qualcosa, credo che molto probabilmente sia una questione di ricordi...»

Principessa Vampira - La scuola degli orroriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora