COLAZIONE

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La mattina dopo Loki torna con la colazione e con un enorme mazzo di rose rosse, al centro delle quali c'è una rosa bianca.

-Non voglio i tuoi fiori- sbotto. Sono in imbarazzato per quello che è successo durante la notte.

-Davvero? Non vuoi neppure sapere perché c'è una rosa bianca in mezzo alle rosse? Che peccato!- posa il mazzo sul letto, vicino a me. Il profumo dei fiori invade l'aria.

-Non m'interessa- mento.

-Un vero peccato- posa il vassoio della colazione sul letto, al mio fianco.

Non ho fame, ma lui è molto insistente. Ha visto che non ho toccato la cena.

-Devi mangiare almeno un po'... devo imboccarti come una bambina?- mi chiede severo.

-Non ho fame- incrocio le braccia. In realtà ho i crampi dalla fame. Ho dormito male, mi gira la testa e devo essere mostruosa, con gli occhi rossi e gonfi per le lacrime.

-Certo che hai fame... facciamo una cosa... che regalo vorresti per farti mangiare?- mi tenta.

-La libertà- dico, guardandolo male.

-Io pensavo un gioiello, altri fiori, non lo so, qualche sciocchezza che piace a voi donne-

Il modo in cui lo dice mi fa sorridere.

-E poi non mangiando fai solo un dispetto a te stessa, non pensi?-

Ha ragione. Sbuffo e prendo la tazza. Ne bevo un sorso. È cioccolata.

-Non male, eh?- mi chiede.

-Insomma- prendo un croissant. Il mio sguardo cade sulle rose. La bianca in mezzo alle rosse. –Bianca come la neve, rossa come il sangue- mormoro.

-Quella è Biancaneve-

Rido. –Assomiglio a Biancaneve, ecco perché c'è una rosa bianca tra le rosse-

Loki sorride. -Oh, no-

-La guerra delle due rose- tento.

-Ti sembro un appassionato di storia?- mi chiede, ridendo.

-Amicizia, qualcosa legato all'amicizia- riprovo.

-No, assolutamente no- il suo sguardo è divertito. Ha vinto lui, lo sa. Sto morendo di curiosità.

Bevo un altro sorso di cioccolata.

-Ti arrendi?- mi chiede.

-Va bene, ma solo per i fiori- cedo.

-La rosa bianca è unica tra le rose rosse-

-Vuoi dire che sono unica?-

-Sì, sei unica- e nel modo in cui lo dice, beh, sarò sciocca, ma c'è qualcosa che mi stringe il cuore.

-Lo sai che ti dovrei tirare questa cioccolata in faccia, vero?- ma mentre lo dico sto piangendo. Le lacrime rotolano lungo le mie guance.

Loki allunga un braccio, ma io lo fermo con un gesto. Non voglio essere consolata, non voglio che mi tocchi, se mi tocca non riesco a pensare ad altro che a lui.

Restiamo per un lunghissimo attimo in silenzio, poi finalmente parlo. –Perché li odi così tanto?-

La mia domanda sembra sorprenderlo. –Mi hanno incatenato sotto un serpente velenoso, hanno ucciso i miei figli... mi sorprenderei se non gli odiassi-

-Tu hai ucciso Balder-

La sua espressione cambia per un istante, ma basta a farmi rabbrividire. C'è un Loki che non conosco, un Loki crudele e pericoloso. Un attimo e poi torna normale. –Balder non mi piaceva, ma non era solo questo... io sono un figlio del Caos, io porto disordine, distruzione... gli dei mi hanno sempre trattato male- si indica le cicatrici che ha sulle labbra –sai come mi sono fatto queste?-

Scuoto la testa.

-Un nano ha pensato bene di cucirmi le labbra visto che non ha potuto tagliarmi la testa... credi che uno di quegli dei sia intervenuto in mia difesa? Hanno riso- lo sguardo brilla di rabbia.

-Mi dispiace- e con delicatezza sfioro le sue cicatrici con le mie dita –ma io penso che tu sia ancora legato a loro... o sbaglio?-

Loki sospira. –Sì... il Vecchio qualche volta... e Thor- sorride –ci siamo divertiti in varie occasioni... e Idunn non è poi così male... perfino tuo zio Freyr ogni tanto è sopportabile- sospira –però tua madre proprio non la sopporto, per fortuna tu non le somigli-

-Vedi, ci tieni ancora a loro-

-Mi hanno ferito, Pearl, io non potrò mai perdonarli, non è nella mia natura il perdono- c'è una strana luce nel suo sguardo.

-Non ti sto chiedendo di perdonarli, ma di dare loro una seconda opportunità-

Loki non mi risponde.

-Ti prego, fallo per me-

Lui si alza e io scoppio in una risata isterica.

-Cosa c'è?-

-Niente, solo che... - non dico nulla, non so cosa dire. Gli occhi mi bruciano. Le lacrime spingono per uscire.

-Cosa?-

-Non importa-

-A me importa- sembra serio.

Lo fisso con attenzione. –No, a te non importa di me, altrimenti non mi terresti prigioniera-

-Sì che m'importa- il suo tono non ammette repliche –allora, mi vuoi dire cosa stavi dicendo prima?- i suoi occhi si addolciscono –Per favore, tesoro-

-Stavo pensando a una cosa... che a me tu piaci così come sei, non vorrei che tu cambiassi, penso che tu non sia crudele come dicono, tu sei solo spavaldo, egoista e tremendamente affascinante, oltre che molto testardo, troppo testardo-

Qualcosa cambia nello sguardo di Loki.

-Cosa c'è?-

-Non vorresti che fossi diverso?- mi chiede.

-Per nulla al mondo- sorrido -e poi non è la prima volta che ti dico che mi piaci così come sei-

-Sei la prima che lo pensa, tutti sostengono che devo cambiare, nessuno mi ha mai detto che mi accetta per cosa sono- sembra sconvolto.

-Sono sincera, tu sei perfetto come sei... insopportabile, ma perfetto... per me- sto tremando.

Lui indugia un attimo, immobile. Mi guarda. –Che ne dici di fare una tregua?-

Annuisco.

Loki si lascia cadere sul letto al mio fianco. Sembra esausto. –Sei estenuante, sai?- chiede sarcastico.

-E tu sei indisponente- gli rispondo, ridendo.

-Hai ragione- gira la testa e mi fissa con il suo sguardo multicolore –Pearlly?-

-Cosa c'è, Lopt?-

-Mi sei mancata-

Non gli rispondo. Restiamo in silenzio. Finisco la colazione, quindi allontano il vassoio. Stiamo in silenzio.

NOTE DELL'AUTRICE:

Ciao ❤

Cosa ne pensate?

A presto

A Norse Myth: L'amore ingannevoleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora