Rebecca

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-Quando hai intenzione di iniziare a preparare la camera del bambino? - la voce di Nick mi distrasse dalla rivista che stavo leggendo.

Da qualche tempo compravo giornali sulle future madri, tanto per farmi un'idea di ciò che mi aspettava. Quella lettura era una delle poche cose che riusciva a rilassarmi, quindi mi ero quasi dimenticata che Niccolò stava preparando la cena.

-Non ne ho idea - appoggiai la rivista e lo raggiunsi in cucina, dove era tutto intento ad affettare una cipolla. L'odore mi dava leggermente fastidio, quindi feci subito un passo indietro, gesto che lui notò immediatamente - Scusa per la cipolla, ma non esiste soffritto senza cipolla.

-Non ti preoccupare, anzi, grazie per esserti offerto di cucinare. - mi affrettai a dire -A casa lo faceva sempre Filippo.

-Perché non lo inviti? - già, perché non lo invitavo?

Per un milione di validissimi motivi.

Per prima cosa, avrebbe subito scoperto il mio segreto: il bambino che portavo dentro di me era innegabilmente figlio di Diego e gli ci sarebbe voluto un secondo per capirlo.

Non avrebbe potuto nascondere la cosa al suo fidanzato, che altri non era che il fratello di Alessandro.

In questo modo, Alessandro avrebbe saputo che ero incinta di qualcuno che non era lui, per cui l'avevo tradito. E, dato che all'epoca, l'unico altro uomo che frequentavo era il suo migliore amico Diego, non doveva essere dotato di particolari capacità mentali per capire che il bambino che aspettavo era suo figlio.

E, così, la bomba sarebbe scoppiata.

Certo, come spiegare tutto questo intreccio di relazioni, segreti e tradimenti a Nick?

Non volevo coinvolgerlo in quella rete di tossiche bugie che io stessa avevo contribuito a intrecciare, volevo fosse mio amico, non che pensasse che ero una persona terribile.

-Mi piacerebbe, vorrei farlo, magari, prima o poi - risposi semplicemente, ma non era anche questa una bugia?

In fondo, sapevo che per tenere in piedi il mio castello di menzogne, io e Filippo non avremmo potuto vederci ancora per molto tempo.

Anzi, ci saremmo mai rivisti?

Amare Diego mi aveva dato molto, ma mi aveva portato via anche moltissimo e Filippo era una di queste cose. Per me, cresciuta con la sua amicizia e il suo supporto, dover vivere senza di lui era difficilissimo. Filippo era la mia roccia, il mio principale confidente, la mia coscienza e la persona che riusciva non solo capirmi con uno sguardo, ma che riusciva anche a ridimensionarmi e a riportarmi con i piedi per terra quando la mia mente volava troppo alto o si attorcigliava su se stessa.

Lui era la persona più importante della mia vita proprio perché pensavo che sarebbe rimasto per sempre: l'amicizia che ci univa era più forte di qualsiasi amore avrebbe potuto mettersi sulla mia strada, insieme ne avevamo passate troppe e c'erano cose che non si potevano dimenticare, sciogliere o cancellare.

Eppure, eccomi lì, a Firenze, lontana da casa, a continuare a mentire, senza di lui, senza il suo caffè della mattina, la sua rassicurante risata, il modo serio di guardarmi quando dicevo qualche stronzata.

Cosa mangiamo stasera?

Cucino io.

Vai a letto, hai l'aria stanca.

Non ci pensare.

Andrà tutto bene.

Ti ascolto.

Come stai?

Il suo modo di prendersi cura di me.

Quando riuscivamo a capirci con uno sguardo.

SEGRETI SVELATI (Sequel di SEGRETO)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora