Mi sentivo in grande debito con Nick, ma lui insisteva per sdrammatizzare: non era nulla, non gli era costato niente, non dovevo darci peso, dovevo stare tranquilla, ma la verità era che non mi aspettavo che, dopo solo poche settimane di conoscenza, seppure intensive, potesse farmi un regalo del genere.
Quel suo gesto aveva scatenato in me una valanga di emozioni: ero lusingata, imbarazzata, ero piena di sensi di colpa e mi sentivo... Inferiore?
Gli avevo fatto pena?
Era forse questo il motivo del suo gesto?
Aveva visto in me una ragazza debole, in difficoltà, sola, incinta, con un passato discutibile alle spalle, con pochi mezzi e che stava cercando di tenersi a galla a fatica?
Era per questo che mi aveva prenotato quell'ecografia?
Credeva che non fossi all'altezza di quello che stava per succedermi?
Aveva paura che non fossi in grado di prendermi cura del mio bambino in arrivo?
Negli ultimi tre giorni avevo provato a evitarlo, non accettando le sue richieste per uscire, facendo la vaga al telefono, trovando scuse improbabili, impegni che non avevo. Non volevo farlo, ma al tempo stesso, volevo farlo, perché mi ero affezionata a lui, ma avevo paura di quel rapporto nato all'improvviso, in modo estemporaneo. Avevo bruciato troppo, negli ultimi mesi, per potermi fidare di qualcuno senza avere il timore che poi scomparisse nel nulla.
Eppure stare con lui mi piaceva, aveva il potere di concedermi quel calore umano che, negli ultimi tempi, mi mancava tantissimo.
Era bello stare da soli, era bello avere del tempo per sé, soprattutto per una persona che, come me, aveva bisogno di tempo per riflettere, somatizzare, accettare e dimenticare.
Ma avere una compagnia, qualcuno con cui ridere, parlare e sfogarsi era molto meglio.
Solo che non volevo affezionarmi a una persona che, poi, si sarebbe allontanata da me quando avrebbe capito di non aver bisogno della mia presenza: Diego lo aveva fatto e non volevo rivivere di nuovo quell'esperienza. Era stato troppo umiliante, troppo doloroso, troppo lacerante sentirsi rifiutati in quel modo da qualcuno che avevo sempre ritenuto il fondamento della mia stessa vita.
Certo, Nick non era come lui: prima di tutto, noi eravamo amici e basta, non attratti l'uno dall'altra. Cioè, lui era carino, ma non potevo, né dovevo, superare quel limite. Non ero interessata a una relazione con lui, ma, sì, lo volevo come amico.
Ero in conflitto, perché quel suo regalo mi aveva destabilizzata.
Mi sentivo a disagio al pensiero di fargli pena: quando avevo deciso di lasciare il mio paese con tutti i suoi ricordi, l'ultima cosa che avevo in programma era di dimostrarmi ancora una volta non all'altezza della situazione. Per tutta la vita mi ero fatta aiutare, non avevo mai dovuto cavarmela da sola, mentre ora volevo cambiare il corso delle cose. Per quello avevo preso una decisione così drastica, rivoluzionando tutta la mia vita.
Evidentemente, a un osservatore esterno quale poteva essere Niccolò non davo l'impressione di passarmela alla grande, dato che aveva pensato di darmi una mano, regalandomi (o pagandomi, perché avevo ancora qualche dubbio in merito) una visita medica che avrei dovuto essere in grado di pagarmi da sola.
D'altro canto, quei tre giorni di forzato (e voluto) allontanamento da lui erano stati solitari in modo quasi doloroso. Era vero che avevo imparato ad apprezzare la solitudine, il silenzio e la compagnia di me stessa ed era altrettanto vero che avevo scoperto parti di me che non sapevo di conoscere: la mia spiritualità, il mio corpo che cambiava, mi ero goduta a pieno tutte le varie fasi della gravidanza, eppure ero pur sempre un animale sociale e, qualche volta, avevo voglia di parlare con qualcuno anche io.
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SEGRETI SVELATI (Sequel di SEGRETO)
ChickLitRebecca si è lasciata alle spalle un passato, una vita, un amico del cuore e una storia tormentata. A Firenze dovrà trovare le forze per ricominciare da capo, ma il suo destino è quello di camminare da sola, iniziare un nuovo percorso o tornare tra...