Filippo

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-Sei nervoso, devi calmarti o finirai per prenderlo a pugni - Walter mi fissava dal divano, l'incarnazione del sogno erotico di qualsiasi essere vivente sulla faccia della terra. I capelli spettinati in studiati ricci ribelli, un filo di barba che lo faceva sembrare molto più maturo della sua età, un maglione a collo alto e jeans strappati, in mano una rivista di moda che sfogliava distrattamente. Avrei voluto passare con lui tutto quel sabato, mentre invece ero arrabbiato e nervoso in attesa dell'arrivo del figliol prodigo.

Diego.

Il solo nome mi irritava.

Diego con l'aria perennemente sofferente di chi è abituato alle coliti croniche, che aveva fatto il maestro di vita con Rebecca, dicendole di non spezzare il cuore del suo ragazzo, perché, udite udite, poverino, era rimasto traumatizzato dalla morte dei genitori - quasi come se nessuno, a parte lui, avesse mai subito un grave lutto - salvo poi fare di tutto per mettersi in mezzo tra di loro, rovinando il loro rapporto. Gli avevo detto di farsi indietro, lo sapevamo entrambi, tante volte a mezze parole e una affrontandolo di petto, ma lui aveva sempre trovato mille scuse per deviare l'argomento.

Per, ovviamente, salvarsi la faccia.

Scesi le scale a rotta di collo, ero in ritardo per la palestra e non volevo perdermi l'inizio del corso di pilates, perché i miei muscoli ne avevano decisamente bisogno.

Quando aprii il portone di casa, mi trovai di fronte a lui, giacca di pelle e aria combattuta.

Non era un segreto che non andassi pazzo per Diego, perché Rebecca poteva essere la regina delle ingenue e Alessandro poteva fidarsi ciecamente di lui, ma io non ero né ingenuo, né cieco. Mi accorgevo di quello che stava facendo e lui non era un buon amico.

Quel suo incessante ronzare intorno a Rebecca non avrebbe portato a niente di buono, quegli sguardi che si scambiavano di nascosto come una coppia di Romeo e Giulietta segnati dal destino, del tipo "ti amo, ma non posso averti" puzzavano di bruciato e io conoscevo bene Rebecca, che sapeva resistere a tutto tranne che alle tentazioni. Rebecca era fatta così, non aveva idea di cosa fosse l'amore perché si innamorava sempre con gli occhi, ma mai col cuore e l'avevo visto già cento volte in passato: lei amava l'idea dell'amore, si invaghiva del ragazzo muscoloso e tatuato per poi annoiarsi in fretta.

Certo, anche Alessandro era muscoloso e tatuato, ma sembrava migliore di tutti gli altri e l'occasione giusta, per lei, di capire cosa fosse l'amore. Era gentile, premuroso e "durava", perché dopo mesi, erano ancora insieme.

Lui sembrava in grado di capirla e, nel miglior senso del termine, domarla. Non opprimendola, ma calmandola.

Poi era successo qualcosa: qualcosa che Rebecca non aveva avuto ancora il coraggio di dirmi, ma che doveva essere davvero grave, perché i due si comportavano come se camminassero su gusci d'uova e, al tempo stesso, era così ovvia la loro attrazione che cresceva alle spalle di Alessandro. Da persona che era stata tradita un milione di volte, nei modi peggiori, non era una cosa che potevo accettare. E ora che uscivo con Walter, non volevo che succedessero stronzate tra di noi perché la mia migliore amica aveva spezzato il cuore a suo fratello.

-Ciao Filippo, Rebecca è in casa? - mi chiese con una faccia tosta che mi pizzicarono le dita delle mani.

-Come ben sai, è in casa - risposi piccato. Come se non avessi notato il lungo scambio di messaggi che le aveva stampato in viso un sorriso ebete poco prima che uscissi di casa.

-Okay, allora salgo.

-Sali pure, Diego, ma prima vorrei dirti due parole - mi ero ormai rassegnato a perdere i primi minuti della mia lezione di pilates, pazienza, i miei muscoli se ne sarebbero fatti una ragione. Quando avevo qualcosa sulla punta della lingua, non potevo fare a meno di sputarlo: tenermelo dentro mi avrebbe solo fatto male.

SEGRETI SVELATI (Sequel di SEGRETO)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora