Niccolò

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Le cose andavano bene, anzi, più che bene.

Avevamo scoperto le carte e deciso che tipo di rapporto volevamo avere: avremmo preso le cose con calma e, per quanto avrei voluto sbattere la testa contro il muro, stavamo alle regole che lei mi aveva dettato.

Calma, prendere una cosa alla volta, per come venivano.

Non puntare tutto su quella storia appena nata, perché dovevamo capire se potevamo funzionare anche stando insieme e non solo da amici.

Rispettare i tempi, i suoi tempi.

Per un impulsivo come me, era estremamente difficile trattenersi quando era sotto di me, fresca e voluttuosa come una dea greca, le gambe intorno alla mia vita, le mani tra i miei capelli, completamente vestita. Ci limitavamo a qualche bacio, ma diciamo che stavamo prendendo le cose con molta calma. Lei, quando tentavo di spingermi un po' più avanti, mi appoggiava le mani sul petto e mi guardava con occhi in tempesta.

-Andiamoci piano.

Quella frase era un mantra che mi era stato ripetuto spesso negli ultimi tre giorni.

Pianopianopianopianopianopianopiano.

Un'ossessione.

Una condanna.

Una vera tragedia.

Mi adeguavo, mio malgrado, ma non ero mai stato così frustrato e, al tempo stesso, costantemente eccitato.

Rebecca era fatta così: aveva bisogno che mi adattassi a lei.

La mia ragazza.

Nella mia testa suonava benissimo, ma non avevamo ancora dato un'etichetta al nostro rapporto.

Non sapevo ancora se stessimo insieme oppure no, ma di una cosa ero certo: stava funzionando alla grande.

Frustrazione a parte, erano stati tre giorni perfetti.

Avevo organizzato una cenetta per lei, lume di candela e tutto e, mentre Bea sonnecchiava nella sua culla, avevamo parlato un po' di tutto: una volta tanto, però, non avevamo rivangato il passato e il nome di Diego non era mai stato sulla sua bocca. Avevamo parlato del nostro futuro, di cosa avremmo voluto fare, dei nostri progetti, dei paesi che avremmo voluto visitare.

Avevamo visto insieme un film dell'orrore, anzi, sarebbe stato meglio dire che avevamo iniziato a vederlo, perché poi eravamo finiti sotto il pesante piumone a baciarci.

A baciarci e basta.

Avevamo lavorato ancora alla mia coreografia che ora ci veniva decisamente bene. La nostra idea era di creare un canale YouTube per caricare i video dei nostri passi a due. Rebecca era un vulcano di idee e voleva essere la prossima a montare una coreografia, questa volta dove lei avrebbe ballato danza classica e io hip hop.

-Ti farò spogliare, ti farò restare in mutande, un vestito dopo l'altro, vedrai, ti dovranno censurare - mi aveva minacciato, pensando di spaventarmi.

Non poteva sapere che, nudo, ero sempre a mio agio.

Caricato il primo video, aveva avuto un successo enorme: l'avevo passato a tutti i miei amici e avevamo visualizzazioni da tutto il mondo.

Ah, il potere del passaparola.

In tre giorni, eravamo diventati degli YouTuber di successo come i ragazzini che avevo sempre detestato.

Questo risultato ci aveva spronati a dare di più, a fare di meglio e, mentre osservavo Rebecca provare i passi della coreografia successiva, non potevo che sentirmi il ragazzo più fortunato del mondo.

SEGRETI SVELATI (Sequel di SEGRETO)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora