Filippo

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Chi poteva essere a quell'ora?

Walter era andato alla partita di calcetto con i suoi amici e non sarebbe tornato prima delle undici e mezza e il mio programma per la serata era di finire una serie tv che a lui non interessava e non voleva vedere con me.

In genere riuscivamo sempre a trovare un accordo, ma su The Alienist era stato irremovibile: troppo sangue e storia troppo cupa per i suoi deboli gusti.

-Stai virando sempre di più verso il macabro, se non torniamo a cose più leggere, sarò costretto a crearmi un account di Netflix separato - mi aveva detto controllando allo specchio la propria immagine impeccabile.

Potevano passare anche cento anni, ma per me Walter sarebbe stato sempre l'uomo più sexy, affascinante e incantevole del mondo.

E io ero il figlio di puttana più fortunato dell'intero universo, perché era tutto mio.

-Sai che detesto da sempre i profili condivisi, per quanto mi riguarda, puoi procedere - avevo risposto alzando un sopracciglio. Lui era scoppiato a ridere e a me era scoppiato il cuore: anche se ormai stavamo insieme da tempo sufficiente da far scattare le prime liti e incomprensioni, noi eravamo ancora in quella fase di luna di miele in cui andava tutto bene. Saremmo mai scesi da quelle montagne russe di totale felicità, sulle quali eravamo così innamorati l'uno dell'altro da fare quasi schifo? Walter mi scorreva nelle vene, era la persona che mi capiva meglio al mondo, l'unico di cui avevo davvero bisogno, che riusciva a scacciare i miei demoni e la mia refrattarietà alle relazioni monogame, durature, stabili. Dopo Riccardo, dopo una serie di esperienze di poco conto, avevo pensato che l'amore non fosse per me e mi ero rassegnato a diventare un vecchio omosessuale solo, pieno di rughe e rimpianti. Poi era arrivato Walter e lui... beh, lui aveva cambiato tutto. Non avevo mai avuto un rapporto del genere, perché Walter mi rendeva stupidamente felice senza chiedere nulla in cambio: si era affidato a me in tutta sincerità, senza filtri o preconcetti, ma essendo semplicemente se stesso. Mi ero innamorato di lui in fretta, in modo molto facile e amarlo era bello, appagante, perché, per la prima volta nella mia vita, non dovevo scendere a compromessi con niente e con nessuno. Ogni momento, ogni giorno trascorso al suo fianco non era mai un giorno come tutti gli altri, un momento come gli altri: ringraziavo Dio per averlo messo sulla mia strada. Una strada confusa e contorta, fatta di saliscendi e dossi e curve e buche pericolose, ma che, accanto a lui, era diventata solo un viaggio avventuroso da percorrere insieme.

Mi guardavo alle spalle e non trovavo nulla, ma, se guardavo davanti a me, avevo tutta la vita davanti, perché insieme a lui, l'amore della mia vita, la luna alle mie stelle, la parte migliore di me, quello che si preoccupava del mio benessere, della mia salute, della mia felicità, sapevo che avrei potuto ancora percorrere milioni di passi.

Walter aveva portato, in modo del tutto inconsapevole, pace nella mia vita disastrata e solitaria e non avrei mai trovato le parole giuste per ringraziarlo.

Quello che sapevo era che ero profondamente grato che fosse mio, che fossi suo, che ci appartenessimo in un modo che non bastavano canzoni d'amore, romanzi o storie strappalacrime: era parte di me, ero parte di lui e questo era sufficiente.

Il suono del telefono che continuava a suonare mi riportò sulla terra, presi il cellulare e sul display lessi un numero che non conoscevo e non avevo in rubrica.

Questi call center che volevano sempre vendere qualcosa non avevano un momento di riposo: chiamavano addirittura a sera inoltrata. Fui tentato di rifiutare la chiamata e bloccare il numero, ma qualcosa mi obbligò a rispondere:

-Pronto?

La voce dall'altro capo ci mise qualche secondo a rispondere.

-Sono io - inconsciamente trattenni il fiato, perché non poteva essere vero: le mie orecchie mi stavano ingannando.

SEGRETI SVELATI (Sequel di SEGRETO)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora