Filippo

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Sbloccai lo schermo del mio contapassi e controllai il risultato del giorno: ero sopra la media della settimana, notai con una punta di orgoglio. Avere un fidanzato molto bello e molto in forma implicava che il mio aspetto fisico dovesse diventare un culto per me, quindi avevo preso tutta questa storia del fitness in maniera molto seria. Mi allenavo tutti i giorni, andavo a correre la mattina prima di andare al lavoro e alla sera, di ritorno, dopo aver abbandonato il corso di pilates per dedicarmi al cross fit, che mi aumentava la massa muscolare.

Dopo due mesi di intensa attività di allenamento, riuscivo a vedere i primi risultati ed ero soddisfatto.

Walter sembrava apprezzare, ma, come mi diceva sempre, mi avrebbe amato anche fossi stato tutto ciccia e brufoli, perché, come diceva sempre lui "amava col cuore, non con gli occhi". Il che era una cosa dolcissima, ma dato che volevo evitare di correre il rischio, cercavo di darmi da fare.

Riposi il contapassi nella tasca dei pantaloni della tuta e rallentai, dato che ormai ero arrivato a casa.

Neanche notai la figura che mi attendeva poco distante dal portone d'ingresso.

-Perché mi hai mentito? - alzai la testa di scatto e, sbalordito, mi trovai faccia a faccia con Diego: a due passi da me, il volto in tempesta, era evidente che sapesse molto più di quanto avessi mai voluto rivelargli, anche se non capivo come.

-Cosa? - chiesi, senza capire, anche nel tentativo di prendere tempo.

-Tu sai dov'è Rebecca.

Okay, dritto al punto, per Diego era una vera novità.

-Senti, non voglio essere coinvolto in questa storia. Io e lei ci siamo risentiti da poco e solo la scorsa settimana sono riuscito ad andarla a trovare, dopo tutti quei mesi in cui siamo dovuti stare lontani. - incrociai le braccia al petto, ben deciso a non farmi mettere i piedi in testa -Non sei proprio la prima persona a cui mi è venuto in mente di dirlo. Per questo ti ho cancellato dagli amici, non credo tu abbia il diritto di...

-Chi sei tu per dirmi quali sono i miei diritti? - mi interruppe, con una smorfia.

Mi prudevano le mani e, in quel preciso momento, temetti di passare alle mani senza pensarci due volte.

-Beh, perché sono amico di Rebecca e rispetto le sue decisioni - sbottai indignato. Da quando in qua aveva tirato fuori un carattere così deciso? Diego era uno che agiva nell'ombra, che attendeva la prima mossa degli altri, non attaccava mai per primo.

-Mi stai dicendo che se n'è andata per colpa mia?

-Bingo - feci un gesto eloquente con le braccia - non certo per colpa mia.

-Non mi vuole più rivedere? - chiese a disagio e intravidi una piccola crepa nel suo atteggiamento aggressivo. Diego era un gigante d'argilla sul punto di crollare: non era un uomo sicuro di sé, ma pieno di fragilità e insicurezze che lo facevano sempre mettere in discussione. Non lo conoscevo molto, a onor del vero, non mi ero mai nemmeno sforzato di conoscerlo bene, perché il suo atteggiamento ombroso e il modo in cui aveva trattato Rebecca mi avevano istantaneamente allontanato da lui. Non mi piaceva, non piacevo a lui e non avevamo mai fatto molto per nascondercelo.

-Come ti ho detto, non voglio entrare nelle vostre cose...

-Non lo capisci che ci sei già dentro? - mi interruppe, facendo un passo verso di me e, di conseguenza, io ne feci uno indietro -Nel momento in cui tu l'hai rincontrata, nel momento in cui già sapevi che volevo parlarle, nel momento in cui hai visto prima me e poi lei, tu eri già dentro fino ai capelli in questa storia. D'altronde ci sei sempre stato, sempre, in ogni momento del nostro rapporto, quindi perché vuoi farti da parte solo adesso? Non mi dire che tifavi per noi, perché sono sicuro che, fino all'ultimo, tu abbia provato a spingerla tra le braccia di Alessandro.

SEGRETI SVELATI (Sequel di SEGRETO)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora