Diego

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Guidare in autostrada sulla mia moto mi faceva sentire libero.

Quando acceleravo, era come se tutti i brutti pensieri e la negatività che mi circondavano svanissero, un po' come se me li lasciassi alle spalle, perché io andavo troppo veloce e nessuno mi avrebbe potuto prendere.

Correvo, correvo come un pazzo, incurante dei pericoli e dei limiti: era l'unico momento in cui mi sentivo davvero vivo, in cui potevo allontanarmi dalla realtà e sentirmi davvero me stesso.

Era successo tutto troppo in fretta: mi ero innamorato, davvero, con un'intensità lacerante che mi faceva male il cuore. Credevo di amare Sara, ma, dopo aver conosciuto Rebecca, avevo scoperto che l'amore era un'altra cosa: ciò che provavo per lei aveva infatti cambiato completamente il mio modo di vedere quel sentimento.

L'amore non era un accontentarsi di ciò che avevo, delle briciole che mi porgeva Sara in punta di dita, dei ritagli di tempo che mi dedicava nella sua vita piena di impegni. Non era chiedere e pretendere, ma saper dare e saper darsi. Sara mi aveva portato in una città che detestavo, dicendo che, se l'avessi amata abbastanza, mi sarei adattato a viverci in nome di quell'amore. Così non era successo e ora lo sapevo con una certezza matematica e dolorosa.

Ora sapevo cos'era l'amore.

L'amore era abbandonarsi tra le braccia di una donna che non ti avrebbe mai voltato le spalle, qualcuno di cui ci si poteva fidare. Una donna che non metteva nessuno al primo posto, all'infuori di me. Una donna che non avrebbe mai provato a ingannarmi, ricattarmi, a dirmi: O la mia vita o la tua vita senza di me.

Prima, avevo delle certezze.

Alessandro era il mio migliore amico ed ero pronto a sacrificare la mia vita per lui.

Sara era la mia ragazza, lo era sempre stata e sarebbe sempre stato così.

Amavo la mia vita, il mio lavoro, il paese in cui vivevo.

Ero felice della mia vita e non ne avrei cambiata una virgola.

Dopo, invece, tutto era cambiato.

Alessandro non veniva più al primo posto.

Avevo tradito la sua fiducia, la nostra amicizia e perfino me stesso: avevo baciato Rebecca e, cazzo, l'avrei rifatto volentieri altre mille volte. Gli avevo mentito, non gli avevo confessato dei terribili segreti che gli avevo tenuto nascosti. Mi ero perso e avevo perduto tutto.

Avevo tradito anche Sara, proprio la donna che avevo giurato di non deludere mai.

Avevo conosciuto il vero amore, perché, signore e signori, Rebecca era la donna che amavo, a cui avevo dedicato la mia intera vita, che avrei per sempre custodito nel profondo del mio cuore. Lei era la mia regina, la mia anima gemella, la mia risata più spontanea, il sogno irrealizzabile. Amarla mi aveva fatto capire di volere di più, di meritare di più.

Era come se ci fosse stato un Diego prima di lei e un altro dopo, un uomo completamente diverso che mi aveva sorpreso e destabilizzato, un uomo che voleva credere all'amore, che pensava a un futuro romantico con una donna che non poteva essere mia, anzi, che apparteneva a un altro. E non uno qualsiasi, tra l'altro, ma il mio migliore amico.

Rebecca pensava ancora a me?

Erano passati mesi dall'ultima volta in cui l'avevo vista, bellissima con quella ridicola acconciatura che Sara aveva imposto a tutte le damigelle. Rebecca non lo sapeva, ma lei era rientrata in quel gruppo solo dietro a mia grande insistenza: "è la mia migliore amica, non puoi escluderla" le avevo detto, solo per non farle sapere che la sua presenza, a pochi metri da me, mi avrebbe semplicemente rassicurato. Mi aveva cercato e le avevo detto che era troppo tardi, che avrei sposato Sara, perché era quello che dovevo fare.

SEGRETI SVELATI (Sequel di SEGRETO)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora