Rebecca

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-Ehi! - mi salutò Nick in mezzo alla strada, poco distante dalla palestra dove lavoravamo. Finita la mia lezione serale, stavo camminando verso la mia macchina, parcheggiata in uno dei rarissimi parcheggi non a pagamento di quella zona.

-Ehi! Che ci fai qui? - controllai l'orologio, così stanca da non sapere se fossi io quella in anticipo o lui quello in ritardo.

-Non l'accoglienza che mi aspettavo - si abbassò il cappuccio della giacca, rivelando, per la prima volta da quando lo conoscevo, i lunghi capelli castani sciolti. Li scrollò leggermente e, okay, non ero alla ricerca di un uomo, non volevo nessuno al mio fianco, né nessuno avrebbe mai voluto me, avevo chiuso con gli uomini per molto, di certo non era interessato a me, da quel che avevo intuito era gay, ma una ragazza incinta poteva ancora sognare, giusto?

Era un sogno a occhi aperti, una fantasia, perché mi veniva incontro come un modello appena sceso dalla passerella, Nick era l'incarnazione di ogni fantasia proibita.

Bello come un dio, alto, muscoloso senza esagerazioni, penetranti occhi blu pronti a bucarmi l'anima, un rassicurante sorriso che scopriva due fila di denti bianchissimi, era un inno a tutto quello che potevo solo sognare a occhi aperti.

Lui era un mio amico.

Non potevo fantasticare su cosa avrei potuto fare con tutti quei muscoli scattanti, su come sarebbe stato sfiorare quelle labbra carnose, toccare quella pelle liscia, accidenti, dovevano essere gli ormoni della gravidanza, perché nelle ultime settimane il sesso mi mancava davvero tanto.

Non avrei mai più confuso certi sentimenti ed ero sicura che lui fosse solo ed esclusivamente un mio amico: era così gentile e premuroso, davo per scontato che fosse gay, non perché me l'aveva detto, ma perché avendo vissuto per anni con uno, avevo imparato a riconoscere i segnali.

Non potevo concedermi di sognare a occhi aperti su qualcuno che non poteva e non voleva essere attratto da me. In tutto il tempo in cui ci eravamo scoperti a vicenda, avevo imparato molte cose su l suo conto: eravamo entrambi figli unici di un matrimonio finito male, sapevo che sapeva cucinare bene, che era un appassionato di danza e letteratura, non mi aveva mai parlato di "una ragazza", ma quando parlava delle sue relazioni passate, si riferiva sempre a "una persona". Potevo capire che fosse ritroso sul confessare la propria identità sessuale, alla fine, poi, erano tutti fatti suoi, ma io avevo tentato di fargli capire che non avrei avuto problemi con la natura della sua sessualità: ero probabilmente la persona che più poteva capirlo.

Eppure la mia testa era in confusione, perché, in fondo, lui mi piaceva e non solo perché era un ragazzo bellissimo.

Mi piaceva perché con lui stavo bene, perché mi faceva ridere moltissimo, era affascinante e ascoltarlo quando raccontava aneddoti sulla propria vita era interessante.

Labbra malandrine e guance rosse completavano il quadro.

Tuttavia, avevo ancora abbastanza sale in zucca da non abbandonarmi a voli pindarici su un potenziale amore con lui: adesso avevo altre priorità e, comunque, al di là di essere sempre gentile e dal comportarsi da vero amico, Nick non mi aveva mai dato l'impressione di essere interessato a me in qualche altro modo, oltre all'amicizia.

C'era stata una Rebecca, nel passato, che avrebbe riso tra sé e sé e si sarebbe persa un po' a sognare una storia col ballerino di hip hop probabilmente gay, ma quella ragazza era svanita nel nulla da tempo. Una storia malata, troppi segreti e un'ultima pugnalata alle spalle l'avevano uccisa e, ora, dalle sue ceneri, una nuova Rebecca stava cercando di sorgere.

Adesso avevo altri pensieri, altre preoccupazioni, altre priorità: non c'ero più io, al centro del mio mondo.

Ancora una volta stavo pensando troppo.

SEGRETI SVELATI (Sequel di SEGRETO)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora