Rebecca

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Okay, adesso ero davvero confusa.

Chi è il ragazzo che organizza tutto quello, una mattinata in sala prove a ballare una coreografia sensuale montata apposta per l'occasione, mi tocca, mi guarda con gli occhi dell'amore, mi fa volteggiare per aria, mi riprende al volo con un sorriso ebete da innamorato, per poi non provare nemmeno a baciarmi?

Niccolò, ecco chi.

Niccolò, bellissimo, irraggiungibile, intoccabile, che si donava a me sempre a metà.

Che mi voleva bene era chiaro, fuori da ogni discussione.

Che provasse qualcosa per me... beh, questo era ancora tutto da dimostrare.

Dopo la mattinata passata a ballare e il mio maldestro tentativo di sedurlo (ma, a mia discolpa, c'era il fatto che mi avesse fatto davvero credere di provare qualcosa di serio per me), avevo chiamato Miki che mi aveva confermato che a casa tutto era sotto controllo e che Beatrice era bravissima.

Poi mi aveva portato a mangiare la fiorentina in un ristorante gestito da un suo amico. Un tipo piuttosto pittoresco, dovetti ammettere, che declamava i versi della Divina Commedia mentre ti serviva un piatto con una bistecca così grande che non stava dentro al piatto.

-La perfetta esperienza fiorentina - commentò, inforcando un pezzo di carne e lanciandomi il sorriso consapevole che aveva qualcuno che sapeva di averti sorpresa.

E lui trovava sempre il modo di sorprendermi, dalle piccole cose, dai gesti semplici, dalle attenzioni che mi riservava, rendeva un paradiso l'inferno che avevo vissuto fino a quel momento.

Era tutto un film che mi ero creata?

La mia paura era di aver travisato la natura delle sue azioni: non volevo respingere la felicità che lui riusciva a portare nella mia vita, ma non volevo neanche sperarci troppo.

Avevo un dolorosissimo e recente passato di rifiuti e delusioni

-Non c'è niente al mondo che possa cambiare le cose adesso, qualsiasi cosa tu mi dica, qualsiasi. Ormai è troppo tardi.

Forse, per me, era davvero troppo tardi proprio come aveva detto Diego: troppo tardi per una seconda opportunità, troppo tardi per avere indietro il mio cuore, troppo lontano il ricordo, la speranza, il sentimento.

-Che faccia seria - commentò lui, facendomi sussultare leggermente.

-Scusa, stavo pensando.

-Un soldino per i tuoi pensieri - sorrise del suo sorriso e dovetti distrarmi per non cadere di nuovo in quell'inganno amoroso creato solo dalla mia testa.

Vorrei mi volessi.

Vorrei che mi facessi sentire una donna, di nuovo.

Io non sono morta, non voglio che il mio passato condizioni per sempre il mio futuro.

Tu sei speciale.

E provo per te qualcosa di speciale.

-Dove stiamo andando? - chiesi invece.

-San Miniato, è un'abbazia poco lontano da qui. Si vede una spettacolare vista su Firenze: è incredibile che abiti qui da mesi e non ci sia ancora stata - commentò scuotendo la testa, incredulo.

-Ne ho sentito parlare molto, ma, sai, col lavoro e tutto il resto... A parte quando siamo usciti quella sera, non sono nemmeno mai stata in centro. Lavoro, bambina e casa. Tutto qui.

-Devi iniziare a vivere un po' di più: possiamo fare un mucchio di cose, insieme. Bea può venire con noi, basta il passeggino.

-Tu credi? - chiesi, un po' stupidamente. La verità era che lui riusciva sempre a farmi sentire un po' stupida, un po' inerme, un po' in balia degli eventi.

SEGRETI SVELATI (Sequel di SEGRETO)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora