Rebecca

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La luce del mattino filtrava pigramente attraverso le imposte socchiuse della mia camera da letto e un fascio di luce illuminava il mio letto disfatto.

Le lenzuola bianche erano sottosopra e le tirai verso l'alto per coprirmi meglio.

Avevo un po' freddo, perché, per quanto fosse ormai alle porte, fuori la primavera era ancora lontana.

Ripensai a tutto quello che era successo negli ultimi tempi.

Contro ogni previsione, avevo iniziato una storia con Niccolò, che non era gay e non voleva essere solo mio amico. A lui piacevo, forse molto più di quanto mi dimostrasse, perché continuava a comportarsi come se niente fosse, ma le attenzioni che mi riservava non erano poche. Avevo ancora molte paure sul lasciarmi andare con un altro uomo, dopo Diego, ma, giorno dopo giorno, Niccolò mi stava dimostrando che la nostra sarebbe stata una storia del tutto diversa: tra di noi non c'erano compromessi o segreti, non c'erano fughe o silenzi.

Forse, questa volta avrebbe funzionato.

Solo il tempo avrebbe potuto dircelo.

C'era una bambina nella mia vita. Adesso riposava nella stanza degli ospiti, perché quella sarebbe diventata la sua cameretta, un domani. Quella bambina aveva rivoluzionato tutto il mio mondo, facendomi capire che non ero io il centro di tutto. Quando mi guardava con quei suo grandi occhi scuri, occhi che aveva ripreso da suo padre, mi sentivo sciogliere e paralizzare da mille preoccupazioni, pensieri e paranoie.

Sarei stata all'altezza del compito che mi aspettava?

Le avrei rovinato la vita?

Avremmo avuto un rapporto conflittuale come quello tra me e mia madre?

Avrei fatto del mio meglio, perché con il parto non arriva anche un manuale di istruzioni per gestire il bambino. Avrei imparato dai miei errori, con la speranza di non commetterne troppi.

Avevo, finalmente, un progetto di lavoro: la storia delle coreografie su YouTube sembrava funzionare bene e, fossimo riusciti a espandere il progetto, non potevamo escludere di trovare degli sponsor e iniziare a guadagnarci qualcosa. Alla gente il primo video era piaciuto, aveva apprezzato la chimica che c'era quando ballavamo, i nostri sguardi e io stessa, sempre ipercritica, non avevo trovato nulla da obiettare.

Funzionava, funzionava davvero.

Col prossimo avremmo fatto ancora meglio, perché avrei fatto spogliare Niccolò, quindi andavo sul sicuro. E poi ero una brava coreografa. Tanto che, forse, il sogno di aprire, un giorno o l'altro, una scuola di danza tutta nostra non era poi così campato in aria. Anche in questo caso era solo una questione di tempo, pazienza e buona volontà e a noi non mancava niente.

Avevo definitivamente chiuso con Diego.

E quello era un pensiero molto strano per qualcuna che era convinta che quella storia non sarebbe finita, perché non poteva finire. Per tutto quel tempo, avevo creduto che l'amore che provavo per lui non sarebbe mai mancato, che sarebbe stato una roccia sulla quale fondare tutta la mia vita. In realtà, avermi rifiutato era stato il primo passo per, semplicemente, smettere di amarlo.

Certo, era stata dura, mi era costato sangue, sudore, lacrime e notti insonni, ma alla fine era uscito dalla mia vita. Ero profondamente convinta che le cose non sarebbero andate in maniera diversa, se non avessi avuto Niccolò accanto. Avevo chiuso la mia storia con Diego già da un po', solo che il ricordo di ciò che era stato era difficile da cancellare.

Quando ci eravamo allontanati, quando lo avevo implorato di restare con me e lui aveva sposato un'altra, non avevo solo perso la persona che amavo, ma anche un amico. Colmare la sua assenza, all'inizio, era stata una missione impossibile, ma, col passare dei mesi, la mia vita era diventata via via sempre più frenetica, i miei obiettivi si erano modificati, le priorità cambiate, gli interessi si erano sovrapposti fino a farmi diventare una persona del tutto diversa. Non ero più la Rebecca di cui Diego si era innamorato.

SEGRETI SVELATI (Sequel di SEGRETO)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora